Il club delle lettrici compulsive

12 bytes – Jeanette Winterson

12 bytes Book Cover 12 bytes
Jeanette Winterson
Saggio
Mondadori
2023
Digitale - Cartaceo
348
Fornito dalla Casa Editrice
Chiara Spallino Rocca

In questi dodici saggi, l'autrice di "Perché essere felice quando puoi essere normale?" rielabora i suoi anni di riflessioni e letture sull'intelligenza artificiale in tutte le sue sconcertanti manifestazioni. Con il suo solito stile brillante, pungente, originale e arguto, Winterson attinge alla storia, alla religione, al mito, alla letteratura, alla politica di razza e di genere e all'informatica, per aiutarci a comprendere i cambiamenti radicali del nostro modo di vivere e di amare che stanno avvenendo proprio adesso tutto intorno a noi. Quando creeremo forme di vita non biologiche, saranno a nostra immagine e somiglianza? O accetteremo l'opportunità, più unica che rara, di rifare noi stessi a loro immagine e somiglianza? Che aspetto avranno l'amore, la cura, il sesso e l'attaccamento quando gli esseri umani stringeranno legami con aiutanti, insegnanti, lavoratori del sesso e compagni non umani? E cosa accadrà alle nostre radicate convinzioni sul genere? Il corpo fisico che è la nostra casa sarà presto potenziato da impianti biologici e neurali che ci manterranno più in forma, più giovani e più connessi? È giunto il momento di unirsi a Elon Musk e lasciare il pianeta Terra? Con intelligenza e curiosità, Winterson affronta i temi più affascinanti dell'IA, dagli algoritmi che schedano tutta la tua vita alle stranezze del backup del tuo cervello, e ci regala dodici saggi che sollevano domande impegnative sull'umanità, l'arte, la religione e il modo in cui viviamo e amiamo. E abbozzano risposte e scenari sorprendenti e umani, troppo umani.

Oggi partecipiamo al blog tour di 12 bytes, un libro di Jeanette Winterson pubblicato in Italia da Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

12 bytes

Un bit è la più piccola unità di informazione di un computer, è una cifra binaria e può avere un valore di 0 o 1. Una sequenza di 8 bit forma un byte.

12 bytes è un interessantissimo saggio scritto da Jeanette Winterson, famosa in Italia e nel mondo per Non ci sono solo le arance. Il saggio parla di intelligenza artificiale, scienza, computer ed evoluzione tecnologica applicata alla vita di tutti i giorni. In realtà sono saggi, plurale. Dodici, per l’esattezza, nei quali si affrontano vari temi calandoli nella realtà di tutti i giorni, ma senza perdere di vista la storia.

E come non partire da Ada Lovelace e dalla Macchina Differenziale, il primo super computer ideato (ma mai realizzato) in collaborazione con Babbage? Vi ricordate? Ne abbiamo già parlato qui, nella recensione di un fumetto che non è solo un fumetto.

Nei vari saggi, Winterson tocca diversi argomenti, ma ho amato da morire questa super partenza che si presta a millemila pipponi esagerati.

Se leggiamo Frankenstein oggi, ci rendiamo conto che non è solo uno dei primi esempi di romanzo femminile, né solo un romanzo gotico, e nemmeno solo un romanzo sui bambini senza madre o sull’importanza dell’istruzione universale. Non è solo fantascienza, non c’è solo il mostro più famo so del mondo: Frankenstein è un messaggio in una bottiglia. Apritelo.

Eh sì, perché Jeanette Winterson non la tocca piano e inizia con il botto, parlando delle donne e delle loro difficoltà storiche nei rapporti con le materie scientifiche e tecnologiche.

Questo non perché le donne siano negate “per indole” nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics, cioè Scienze, Tecnologie, Ingegneria e Matematica), ma perché non veniva permesso loro di studiare.

Ne abbiamo parlato spessissimo qui sul blog. Abbiamo parlato delle donne pittrici, nella musica, nella letteratura… E tutte le volte è scattato il pippone perché sì, perché se penso a cosa ci siamo persi tutti grazie a questa mentalità del cavolo mi vengono certi nervi che non te lo so spiegare, come dice Tiziano Ferro.

Vi evito l’ennesimo pippone, ma vi scongiuro di leggere qualcosa, qualsiasi cosa, su Ada Lovelace! Fatelo per lei e soprattutto per voi.
Torniamo al libro.

È una raccolta di saggi, non vi faccio il riassunto perché non avrebbe senso, quindi vi dico solo che mi è piaciuto da impazzire. Non è assolutamente noioso, anzi! Winterson è arguta, divertente, ironica, a tratti anche sarcastica, con un umorismo pungente di quelli che piacciono a me. Un esempio?

Nel Vecchio Testamento, Yahweh appare come una nuvola. E siccome la nuvola, il cloud, immagazzina tutti i nostri dati, è ragionevole ritenere che gli Israeliti siano stati lungimiranti nell’attribuire quest’immagine all’Onnisciente.

Fa dei parallelismi innovativi e vi ritroverete a sorridere molto spesso leggendo… e anche, inevitabilmente, a riflettere.

Pensateci. Quanta tecnologia c’è nella nostra vita? Perfino questo articolo è stato scritto grazie all’intelligenza artificiale perché l’ho dettato ad alta voce al mio pc che lo ha scritto per me. Ho acceso la luce del mio studio con un comando vocale e, siccome è scesa la temperatura, ho acceso perfino il riscaldamento senza muovermi dalla scrivania, semplicemente impartendo un comando vocale alla mia assistente digitale (che è l’unica che collabora in questa casa quando mio marito non c’è, perché nemmeno il cane da riporto mi riporta le cose…)

Quanto facciamo affidamento sulla tecnologia? Quanto impatta sulle nostre vite? Quanto impatterà in futuro? Già adesso abbiamo rapporti virtuali che sono quasi più consistenti di quelli reali, ma senza scendere nel drammatico, leggiamo libri e giornali digitali che possiamo acquistare con un click senza muoverci dal divano e i nostri dispositivi elettronici ci conoscono così bene che sanno consigliarci nuovi titoli o nuove cose che potrebbero piacerci. Un incubo per i teorici della cospirazione, un paradiso per i lettori che si affezionano a un determinato genere letterario.

Winterson passa dagli smartphone ai robot, includendo nei suoi ragionamenti anche le sorelle Brontë (e fa più o meno lo stesso pippone che ho fatto io nel blog tour del libro Le sorelle Brontë. E sì, ne vado FIERISSIMA!), Jane Austen e tante, tantissime, altre donne stupende.

Dovete davvero leggere 12 bytes, sapete? Al momento è uno dei saggi più belli che abbia mai letto.

Ma il punto più alto lo raggiunge La tempesta. Prospero attira su un’isola (il metaverso) gli umani che devono scoprire che in realtà stanno recitando una parte: come hanno sempre fatto nelle loro vite. Shakespeare ne sintetizza il senso piuttosto bene:

Il nostro gioco è finito.
Gli attori, come dissi, erano spiriti,
e scomparvero nell’aria leggera.
Come l’opera effimera del mio miraggio, dilegueranno le torri
che salgono su alle nubi, gli splendidi palazzi, i templi solenni, la terra immensa e quello che contiene; e come la labile finzione, lentamente
ora svanita, non lasceranno orma.
Noi siamo di natura uguale ai sogni, la breve vita è nel giro d’un sonno conchiusa.

Vedete? Non c’è niente di solido. Niente di tridimensionale. Niente di biologico. La sola cosa che Shakespeare non ha capito è che il nostro gioco non è finito. Credo che stia per cominciare.

Avete letto 12 bytes? Fatemi sapere!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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