Il club delle lettrici compulsive

Catherine House – Elisabeth Thomas

Catherine House Book Cover Catherine House
Elisabeth Thomas
Thriller - Fantasy
Oscar Vault Mondadori
2022
Digitale - Cartaceo
336
Fornito dalla Casa Editrice
Silvia Rosa

NASCOSTA TRA LE FORESTE della Pennsylvania, Catherine House è una scuola d’eccellenza che ha sfornato premi Nobel, giudici della Corte suprema e personalità di primo piano nel mondo dell’arte, della cultura e della politica. I suoi criteri di ammissione sono rigidissimi, e le poche persone che ogni anno superano la selezione avranno vitto, alloggio e istruzione gratuiti, ma per tre anni – estati comprese – saranno completamente tagliate fuori dal mondo esterno: niente visite, telefonate, televisione, musica… Alla fine, però, avranno davanti a sé carriere brillanti, potere e prestigio in qualunque campo desiderino.

Per Ines Murillo, Catherine House è la cosa più vicina a una casa che abbia mai avuto. Ma i rigidi rituali della scuola presto trasformano l’edificio in una prigione tanto affascinante quanto ambigua. E quando scoppia la tragedia, Ines inizia a sospettare che l’istituto nasconda un pericoloso segreto.

Oggi partecipiamo al review party di Catherine House, un libro di Elisabeth Thomas pubblicato da Oscar Vault. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

Catherine house

Questa scuola vi insegnerà a pensare. A intrecciare relazioni ponderate e rigorose tra persone, oggetti e culture attraverso i secoli e il cosmo. Associazioni che non avvengono solo perché una mente obnubilata vede associazioni ovunque, ma perché il nostro mondo è fatto di schemi. Non siamo qui per scoprire noi stessi. Ma per scoprire che siamo tutt’uno con tutto. Questo è quel che crediamo in questa casa. Questo è quel che imparerete, ciò di cui vi convincerete e ciò che amerete per il suo sublime carattere di verità.

Ho letto Catherine House con aspettative altissime. Quasi tutte disattese.
Non sempre è un male, ma in questo caso, sinceramente, non lo so.

Non lo so in effetti rappresenta il mio pensiero in generale sul libro.
Mi è piaciuto? Non lo so.
Non mi è piaciuto? Non lo so.
Voglio ancora pizza? Sì, che domande.

Ehm. Torno seria.

Non lo so.
Davvero.

Sembrava una cosa tipo Dark Academy o simili, e forse per molti versi lo è anche, ma secondo me è un’occasione sprecata.

E mi secca dirlo eh, perché amo le storie ambientate nei college, ne ho lette un sacco di vari generi, dal fantasy (La nona casa, giusto per fare un esempio) al thriller  (The perfectionist). Quindi sì, mi aspettavo di più sia da Ines, la protagonista, che da Catherine House, la scuola esclusiva in cui si svolge tutta la storia.

I tre anni alla Catherine House vengono raccontati dal punto di vista di Ines, una ragazza con un passato oscuro, del quale non ci viene raccontato pressoché nulla, che, non si sa bene come, riesce a entrare in questa esclusiva università stranissima.

Nei tre anni di scuola nessuno può uscire o avere contatti con l’esterno. Si sta lì e basta. Non si parla del passato, non si parla del “prima”.

Anche i metodi di selezione sono bizzarri.

Ines ha una compagna di stanza, Barbara detta Baby. Sono estremamente diverse, forse non si piacciono nemmeno, ma in qualche modo riescono a fare amicizia.

I corsi sono difficili (e strani, come tutto del resto) e la pressione psicologica è enorme, soprattutto per chi decide di specializzarsi in Nuovi materiali. A Nuovi materiali si studia il plasma, sostanza che pare essere alla base della materia stessa.

Non vi dico di più perché già non si capisce molto, se ci mettiamo anche gli spoiler, addio.

Le premesse erano ottime, ma l’esecuzione lascia davvero a desiderare.

Ciascuno, qui, era disperatamente qui. Chi per un verso chi per l’altro, nessuno aveva un altro posto dove andare.

La caratterizzazione dei personaggi è pari a zero.

Hanno tutti problemi con l’alcol, sono tutti bisessuali, hanno tutti dei traumi di vario tipo. Ma tutti eh. Non che ci sia qualcosa di male, ma invece di dare spessore ai personaggi, questa uguaglianza appiattisce (e appiattimento sarà il leitmotiv di questa recensione).
L’unica un po’ diversa dalla massa informe è Yaya ed è lei che salva il libro. È il personaggio caratterizzato meglio in assoluto. Yaya ha una personalità che esprime attraverso il modo di vestire. È stramba e bizzarra, ma non perde mai se stessa.

Tutti gli altri sono davvero tutti uguali. Anche Viktória, la preside, che dovrebbe essere idealmente la cattiva della situazione, è appiattita. E se il cattivo è piatto, ragazzə, c’è poco da fare: è piatto anche tutto il resto.

Il vero problema è che tutti passano i tre anni obnubilati, per cui i racconti di Ines, che già sono slegati di per sé, perdono di senso.
E lo so che è una cosa voluta, c’è un motivo che non vi posso dire apertamente, ma per me non funziona. Per nulla.

In più, la parte che dovrebbe essere thriller è relegata ai margini di tutto il resto ed è un vero peccato perché quella funziona eccome! Ed è anche il motivo per cui non boccio completamente il libro.

«Le vostre mani sono sul tavolo. Il tavolo della sala, al di là del cortile, nella casa. La casa è nei boschi. Nei boschi, al di là del cortile, nelle vostre mani, è la tazza. La tazza è nelle vostre mani. Le vostre mani sono nella casa».
La sua voce echeggiava nella sala, persuasiva come un’allucinazione. E le facemmo coro, in risposta: «La tazza è nelle mie mani. Le mie mani sono nella casa. La casa è nei boschi. I boschi sono nelle mie mani».

Disorientamento e claustrofobia sono le parole che mi sono venute in mente più spesso leggendo. Si capisce che era l’intento dell’autrice suscitare queste specifiche emozioni, insieme alla solitudine e all’abbandono in tutti i sensi.

Ci è riuscita, eh. In questo è stata bravissima davvero. Le sensazioni di Ines che passano da ovattate a vivide per poi tornare a essere ovattate, la confusione e i dubbi, il non sapere cosa fare della propria vita… tutto reso alla perfezione. Però manca qualcosa, quel guizzo che fa passare un libro dall’essere piuttosto mediocre all’essere geniale. Perché i personaggi possono essere confusi, fuori di testa, fatti come dei cocchi o ubriachi fradici dalla mattina alla sera, ma tutto il resto deve essere chiaro. In più, è una cosa già vista… “Parte della ciurma, parte della nave, parte della ciurma, parte della nave” vi dice nulla? Appunto.

Ci sono un sacco di domande senza risposta, al di là della vicenda in sé, che non mi hanno permesso di entrare davvero nella storia.

Purtroppo, secondo me, nonostante i punti di forza, resta un Non lo so. 

Di sicuro, però, leggerò altro di Elisabeth Thomas perché resta un’autrice interessante.

Avete letto Catherine House? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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