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Come fermare il tempo – Matt Haig

Come fermare il tempo Book Cover Come fermare il tempo
Matt Haig
Narrativa
E/O
2017
Digitale - Cartaceo
360
Silvia Castoldi

Pensate a un uomo che dimostra quarant'anni, ma che in realtà ne ha più di quattrocento. Un uomo che insegna storia nella Londra dei giorni nostri, ma che in realtà ha già vissuto decine di vite in luoghi e tempi diversi. Tom ha una sindrome rara per cui invecchia molto lentamente. Ciò potrebbe sembrare una fortuna... ma è una maledizione. Cosa succederebbe infatti se le persone che amate invecchiassero normalmente mentre voi rimanete sempre gli stessi? Sareste costretti a perdere i vostri affetti, a nascondervi e cambiare continuamente identità per cercare il vostro posto nel mondo e sfuggire ai pericoli che la vostra condizione comporta. Così Tom, portandosi dietro questo oscuro segreto, attraversa i secoli dall'Inghilterra elisabettiana alla Parigi dell'età del jazz, da New York ai mari del Sud, vivendo tante vite ma sognandone una normale. Oggi Tom ha una buona copertura: insegna ai ragazzi di una scuola, raccontando di guerre e cacce alle streghe e fingendo di non averle vissute in prima persona. Tom deve a ogni costo difendere l'equilibrio che si è faticosamente costruito. E sa che c'è una cosa che non deve assolutamente fare: innamorarsi. "Come fermare il tempo" è una storia folle e dolceamara su come perdere e poi ritrovare se stessi, sull'inevitabilità del cambiamento e sul lungo tempo necessario per imparare a vivere.

Come fermare il tempo è un romanzo di Matt Haig, pubblicato nel 2017 da E/O edizioni.

Quelli come noi muoiono solo in due modi. O nel sonno, attorno ai novecentocinquant’anni d’età, oppure in seguito a un atto violento che distrugga il cuore, o il cervello, o provochi una grave perdita di sangue.

Tom, il  protagonista, lo dice subito: è molto vecchio e vuol raccontarci la sua storia lungo i secoli. Parlerà di lui e della sua malattia, l’anageria, per la quale si invecchia di un anno ogni 15 di vita ed è difficile poter rimanere a lungo nello stesso luogo senza destare curiosità morbose e sospetti da parte delle altre persone.

La prima regola è non innamorarsi. Ce ne sono altre, ma questa è la principale. Non innamorarsi. Non amare. Non sognare l’amore. Se tieni fede a questa regola, andrà tutto bene. […] Non creare legami con il tuo prossimo, e vedi di affezionarti il meno possibile alle persone che incontri. Perché altrimenti finirai col perdere lentamente la ragione…»

Tom ci mostra i cambiamenti della società attraverso gli occhi di chi li ha vissuti, viaggiando e soffrendo e cercando di amare il meno possibile, per non dover soffrire ancora di più.

In questa vita, quella presente, ci racconta la Londra in cui insegna storia e in cui si imbatte in Camille, che lo spingerà a rimettersi in discussione proprio quando pensava di non averne più voglia. Dovrà analizzare tutta la sua vita, dal modo di viverla alla sua permanenza nella Società degli Albatros alla ricerca della figlia Marion, anche lei affetta dalla malattia.

Sarebbe davvero bello avere un corpo da quarantenne avendo vissuto circa 436 anni come Tom?

C’è chi, come Hendrick (a capo degli Albatros), vuole aggrapparsi a questa idea di eterno e la difende con tutto se stesso e c’è chi, come Tom, è infelice.

Nell’epoca in cui tutto è apparire, dove ogni persona “deve” sembrare giovane, in forma e perfetto ad ogni costo, troviamo un protagonista che va contro corrente, che sfida le leggi della “sua” gente alla ricerca di un briciolo di normalità.

È immaginabile il carico di dolore che si porterebbe dietro un uomo o una donna se vivesse mille anni. Quante volte ci si affezionerebbe a qualcuno per poi perderlo troppo presto?

Alla lunga, una vita circolare quasi eterna sarebbe un fardello piuttosto che una benedizione, una vita solitaria che spazia nel tempo senza aver davvero qualcuno con cui condividerlo.

Questo romanzo ci porta a grandi riflessioni, nonostante la monotonia e lo stile piatto (secondo me voluto, per render l’idea della vecchiaia) della narrazione di Tom.
La solitudine e la malinconia la fanno da padrone mentre il protagonista si spoglia di tutto il dolore che lo ha avvolto come un bozzolo per i suoi quattro secoli di esistenza, compiendo un’evoluzione e una crescita emotiva davvero degne di nota.

È arrivato il momento. Il momento di vivere. (…) Mi sento pronto a voler bene, a essere ferito e a correre il rischio di vivere.

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