Commedia gialla con gatto nero
Mycroft, il gatto detective #2 #3
Giallo
Mondadori
2023
Digitale - Cartaceo
368
Fornito dalla Casa Editrice
"C’è una casa nel bosco" si svolge a Villa Esther, una dimora incastonata nel cuore del Molise: è bianca, maestosa, sfavillante di neve e luci natalizie. È qui che Alice e Damiano hanno deciso di celebrare le loro nozze, ospiti della ricchissima famiglia Latorre. Un padre intelligente e fascinoso, tre figli sereni e realizzati: una famiglia da pubblicità. Che segreti si nascondono dietro quest’apparenza perfetta? In una lunga notte che non conosce il sonno, ci sarà da districare un mistero più fitto del bosco. In "Al Sassofono Blu" la compagnia teatrale "Trappola per topi" propone una cena con delitto in un locale del centro storico di Napoli. Ma se oltre all’assassinio immaginario del conte de La Roche durante lo spettacolo se ne consumasse uno vero? Un giallo nel giallo che si snoda fra le assi di un palcoscenico e i vicoli di una città che non dorme mai. A indagare in entrambi i casi è la formazione al completo dei quattro più uno di via Atri 36: l’archeologa Malù, appassionata di romanzi gialli e misteri di ogni tempo, Ariel, traduttrice italoamericana di commedie rosa, il pianista giapponese Kobe e il sardonigeriano Samuel, rappresentante di gelati, accompagnati come sempre dall’infallibile fiuto del gatto nero Mycroft.
Oggi partecipiamo al blog tour di Commedia gialla con gatto nero, il nuovo libro di Serena Venditto pubblicato da Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.
Era da un po’ che mi chiedevo quando sarei potuta tornare in via Atri e, come per magia, ecco comparire in libreria e negli store online Commedia gialla con gatto nero.
Vi ricordate quando vi avevo detto che esistevano altri due libri, ma che non erano più disponibili? Eccoli qui, in una nuova veste. Eh già! Commedia gialla con gatto nero ci fa fare un passo indietro rispetto a Grand Hotel e a L’ultima mano di burraco perché i due libri che compongono questo sono C’è una casa nel bosco e Al Sassofono Blu.
Questa sarà una recensione doppia ma minimalista perché sono gialli e non si può dire troppo.
In C’è una casa nel bosco abbiamo modo di conoscere la famiglia di Malù perché tutti i coinquilini di via Atri, Mycroft incluso, sono stati invitati al matrimonio di Alice e Damiano che si terrà in Molise, proprio nel luogo in cui abitava Malù prima di trasferirsi a Napoli.
Il caso è un delitto della camera chiusa, un giallo classico, quindi, che più classico non si può, soprattutto perché tutto si svolge in una villa costruita sul modello delle antiche magioni inglesi.
Abbiamo quindi un cadavere in biblioteca (già questa è una citazione che ha fatto vibrare il mio cuore giallo) e una lista di sospettati, ognuno con un movente, ognuno con un’opportunità per mettere in atto un piano diabolico.
In più, sono tutti bloccati nella villa a causa di una tempesta di neve. Cosa chiedere di più?
Ovviamente non vi posso raccontare altro, ma ci saranno situazioni imbarazzanti e circostanze assolutamente ridicole.
Compaiono alcuni degli storici personaggi che abbiamo già incontrato negli altri libri di questa serie insieme a delle new entry niente male.
Incrociai la mamma di Alice, le chiesi del tavolo Gladiatore e mi guardò come se fossi già ubriaca. Malù fece per andare a controllare, con disinvoltura, ma il gatto saltò dalla sua spalla e si avviò deciso, facendo lo slalom fra le gambe di invitati e camerieri, e noi gli andammo dietro compatti. Si fermò davanti a un tavolo d’angolo, proprio accanto alla vetrata che dava sul giardino. Era indubbiamente il nostro tavolo: la famiglia Latorre era già lì per metà, per terra c’era un cuscino per Mycroft con tanto di ciotolina con l’acqua e al centro, accanto a un fiorito centrotavola, si trovava un grazioso cartoncino dorato con la scritta “Gladiolo”. Samuel lo mise sotto al naso di Kobe senza neanche parlare.
«Non sempre colpa mia» disse lui serissimo. «A volte italiano veramente lingua crudele e idrosolubile.» «Incomprensibile.»
Il giallo è ben costruito i colpi di scena sono dosati alla perfezione. Tra tutti personaggi spicca Kobe. Non posso dirvi perché, voglio che vi godiate la sorpresa, ma come sempre è brillante ed esilarante.
E dopo aver letto C’è una casa nel bosco, credetemi, non vi lamenterete più dei disguidi ai matrimoni!
Al Sassofono Blu ci riporta a Napoli, con i suoi colori, i suoi profumi e la sua vivacità.
I nostri coinquilini preferiti sono a una cena con delitto che si trasformerà in una cena con delitto vero!
Anche su questo caso non posso raccontarvi molto. Vi posso però dire che Malù è come sempre sorprendente e che incontriamo per la prima volta il commissario De Iuliis e Agatha.
«Malù, qualcuno ti ha mai detto che sei una psicopatica?»
«Non di recente.»
«Allora ti rinfresco la memoria: sei una psicopatica. È da psicopatici voler andare a farsi interrogare in commissariato perché testimoni di un delitto, soprattutto se poche ore prima in quel commissariato volevano trattenerci con quattro, cinque capi d’accusa, fra cui intralcio alle indagini, aggressione felina a pubblico ufficiale e distruzione di bene demaniale a mezzo gatto.»
Anche questo giallo è costruito benissimo e fino alla rivelazione finale brancolerete nel buio.
È sempre Ariel a raccontare ciò che accade, quindi tutto è filtrato attraverso il suo sguardo e le sue esperienze. Tra tutti i libri della serie, credo che Al Sassofono Blu sia quello più toccante per le rivelazioni, per i rapporti umani… eh, bella gente, non mi posso sbilanciare e non voglio togliervi il gusto della sorpresa! C’è tantissima musica in questo secondo volume e non solo perché Kobe è un pianista dotato!
Mi piace il modo di scrivere di Serena Venditto. Lineare, scorrevole, con un’ironia fine e intelligente, in cui momenti toccanti si alternano a momenti di puro spasso. È stata in grado di creare cinque protagonisti, gatto incluso ovviamente, con personalità ben distinte, che riescono ad amalgamarsi in un melting pot culturale che fa venire voglia di correre in via Atri 36, interno 5, a citofonare e a fermarsi per un caffè (Mariella Papararo permettendo!). Sapete che amo le serie perché mi affeziono i personaggi e i cinque di via Atri ormai sono amici, non solo personaggi di carta. Mi erano già tutti cari prima, ma dopo questo libro mi sono davvero entrati nel cuore.
Sono felicissima di aver potuto leggere Commedia gialla con gatto nero e di aver recuperato così due titoli che compongono la serie. A proposito, la serie ora è così composta:
- Aria di neve
- Commedia gialla con gatto nero
- L’ultima mano di burraco
- Grand Hotel
Se amate i gialli, non potete lasciarvi scappare questa serie perché è assolutamente deliziosa e, soprattutto, c’è un certo micio che conquisterà sicuramente il vostro cuore.
Avete letto Commedia gialla con gatto nero? Vi aspetto per commentarlo!
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