Il club delle lettrici compulsive

Il blocco del lettore 2: la vendetta – Storie di ordinarie lettrici

Bentrovatə compulsivə! Oggi parliamo del blocco del lettore.

Ne avevamo già parlato qui, cinque anni fa, e i consigli per superarlo restano sempre validi, ma ogni volta che succede è sempre spiacevole.

Ho affrontato un tipico “autunno caldo”, senza lotte sindacali (che pur ci sarebbero state molto bene), ma ricco di merdoni (si può dire merdoni?) che si sono susseguiti uno dietro l’altro con precisione maniacale, lasciandomi stordita e drenata ad affrontare una ristrutturazione e i soliti dubbi sul mio presente e sul mio futuro.

Siccome in tutti gli altri ambiti della mia esistenza sono già bloccata, mi sembra giusto che il mio cervello si scagli sull’unico meccanismo di coping che stava funzionando! Grazie cervello!

Ho ricevuto una tonnellata di libri per Natale e, indovinate un po’? Non li ho nemmeno sfiorati! Stanno lì, alcuni nella libreria, a giudicarmi dall’alto del loro scaffale, altri pervicacemente ancorati al mio comodino, che mi fissano con quell’aria da “ah… anche stasera niente, eh?” EH GIA’ ANCHE STASERA VE NE STATE CHIUSI, E ALLORA!?!

E allora, come si evince da questo misuratissimo articolo, la cosa mi rode un bel po’.

Il blocco del lettore si manifesta con meccanismi di evitamento (“no, non ho tempo di leggere ora, devo portare a spasso il pesce rosso”), tachicardia, frustrazione, senso di fallimento, ansia alla sola idea di prendere un libro dalla libreria, pensieri intrusivi e, a volte, anche con attacchi di panico. Bella roba, eh? Non ci facciamo mancare niente!

Mi spaventa che i miei blocchi, invece di sciogliersi, con tutto l’impegno che ci sto mettendo, si estendano.

Lo sappiamo, i blocchi sono sempre sintomi di qualcosa che stiamo cercando di ignorare, l’ansia urla di più quando non la ascoltiamo, ma io la ascolto, eh!! Non la capisco, però ascolto, ci provo ad accogliermi e a non combattermi, però credo che qualcosa si sia inceppato.

E allora lo racconto a voi.

Non so cosa stia succedendo, ma io ve lo racconto, perché là fuori lo so che ci sono tantə come me che stanno affrontando un blocco.

Un sacco di blocchi.

Ci sentiamo bloccati negli studi, sul lavoro, nelle relazioni, sulla lettura, cerchiamo di sforzarci e di minimizzare, ma un blocco non è una sciocchezza, non è detto che “poi passi”, magari dobbiamo chiedere aiuto (fatelo, fa tutta la differenza del mondo) e anche in quel caso sarà difficile.

Non riuscire a fare qualcosa che fino a poco tempo fa amavamo è doloroso, fa sentire stupidi, falliti, inermi, ma non c’è nulla di cui vergognarsi.

Parliamone.

Normalizziamo il fatto che siamo esseri umani.

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