Il club delle lettrici compulsive

Il club del ciclo – Sally Saccarola

Il club del ciclo Book Cover Il club del ciclo
Sally Saccarola
Narrativa
Mondadori
2022
Digitale - Cartaceo
180
Fornito dalla Casa Editrice

"Il fatto che il Club del Ciclo ci avesse messo così poco ad attecchire nella vita di tutte rivelava l'esistenza di un bisogno collettivo che Jenny, fino a poco tempo prima di incontrare Diana, credeva di essere la sola ad avvertire. Ogni donna invece aveva bisogno delle altre donne. Erano una famiglia, non c'era un altro modo di definirla." Jenny è all'inizio del suo terzo anno di liceo quando si ritrova in una nuova città, in una nuova casa, in una nuova scuola. Suo papà ha accettato un lavoro a Milano, e così dalla cittadina di provincia in cui è cresciuta Jenny si ritrova sbalzata nella metropoli a doversi costruire una nuova vita da zero. Sua mamma è morta quando era piccola e lei si è formata in mezzo ai maschi, non sa cosa significhi diventare una donna: quando le sono venute le prime mestruazioni non sapeva letteralmente cosa fare. Ma è proprio grazie alle mestruazioni improvvise che la colgono di sorpresa nella sua nuova scuola che conosce Diana, che oltre all'assorbente presta a Jenny una felpa da legarsi in vita per nascondere il danno. Quella è solo la prima scintilla di un'amicizia indissolubile e travolgente. È con Diana, infatti, che Jenny decide di fondare il "Club del Ciclo", una chat per le ragazze della scuola, un luogo sicuro in cui tutte possono riunirsi, sollevare domande e trovare risposte su cosa vuol dire diventare donna e cercare di cambiare insieme una società che a volte sembra fare di tutto per rendere la cosa più complicata possibile. Il Club del Ciclo è un romanzo ironico e profondo che racconta con leggerezza e sensibilità una storia di sorellanza tra risate, litigi, incomprensioni, amore e amicizia. Perché le ragazze si confidano i segreti più oscuri e trovano sempre una spalla l'una nell'altra. Perché le ragazze possono essere bellissime e disgustose al tempo stesso. Perché le ragazze possono essere tutto quello che vogliono.

Bentrovatə compulsivə! Oggi partecipiamo al blog tour di Il club del ciclo, romanzo d’esordio di Sally Saccarola, pubblicato da Mondadori. Prima di cominciare vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più precisa del libro.

il club del ciclo

La tappa che ho scelto per questo Blog Tour riguarda la normalizzazione del dolore mestruale.

Prima di addentrarci nel merito della questione, vediamo di cosa tratta Il club del ciclo:

il club del ciclo

“Il fatto che il Club del Ciclo ci avesse messo così poco ad attecchire nella vita di tutte rivelava l’esistenza di un bisogno collettivo che Jenny, fino a poco tempo prima di incontrare Diana, credeva di essere la sola ad avvertire. Ogni donna invece aveva bisogno delle altre donne. Erano una famiglia, non c’era un altro modo di definirla.” Jenny è all’inizio del suo terzo anno di liceo quando si ritrova in una nuova città, in una nuova casa, in una nuova scuola. Suo papà ha accettato un lavoro a Milano, e così dalla cittadina di provincia in cui è cresciuta Jenny si ritrova sbalzata nella metropoli a doversi costruire una nuova vita da zero. Sua mamma è morta quando era piccola e lei si è formata in mezzo ai maschi, non sa cosa significhi diventare una donna: quando le sono venute le prime mestruazioni non sapeva letteralmente cosa fare. Ma è proprio grazie alle mestruazioni improvvise che la colgono di sorpresa nella sua nuova scuola che conosce Diana, che oltre all’assorbente presta a Jenny una felpa da legarsi in vita per nascondere il danno. Quella è solo la prima scintilla di un’amicizia indissolubile e travolgente. È con Diana, infatti, che Jenny decide di fondare il “Club del Ciclo“, una chat per le ragazze della scuola, un luogo sicuro in cui tutte possono riunirsi, sollevare domande e trovare risposte su cosa vuol dire diventare donna e cercare di cambiare insieme una società che a volte sembra fare di tutto per rendere la cosa più complicata possibile. Il Club del Ciclo è un romanzo ironico e profondo che racconta con leggerezza e sensibilità una storia di sorellanza tra risate, litigi, incomprensioni, amore e amicizia. Perché le ragazze si confidano i segreti più oscuri e trovano sempre una spalla l’una nell’altra. Perché le ragazze possono essere bellissime e disgustose al tempo stesso. Perché le ragazze possono essere tutto quello che vogliono.


La normalizzazione del dolore mestruale

Tutte le persone con l’utero, con più o meno regolarità, una volta al mese concludono il proprio ciclo mestruale e, se non si trovano in stato di gravidanza, vanno incontro alla mestruazione, cioè a una perdita di sangue che si protrae per qualche giorno.

Cominciamo dunque dalla terminologia: chiamare “ciclo” il periodo della mestruazione è scorretto, perché il ciclo mestruale inizia il primo giorno di una mestruazione e termina il primo giorno della successiva.

Purtroppo, fin da piccolə, ci è stato insegnato a trovare degli eufemismi per indicare il flusso mestruale perché considerato un tabù, qualcosa di sporco, di cui ci si dovrebbe vergognare, qualcosa da tenere nascosto. Ci siamo viste dunque piovere addosso locuzioni fantasiose, come “è arrivato il Marchese”, “ho la luna”, “ho le mie cose”, “sono indisposta”, “ho le rosse”, “ho le regole”.

Il problema è così radicato che alcunə professionistə sanitariə lamentano di ricevere puntualmente la risposta sbagliata quando chiedono a* pazienti “quanto dura il tuo ciclo mestruale?”.

Nella maggior parte dei casi le persone rispondono con “quattro giorni” o simili, quando la durata media del ciclo è di 28, confondendo il ciclo con la mestruazione.

Perché? Perché nessuno ci ha insegnato a chiamare le cose con il proprio nome.

Perché chi ha sempre comandato, in media, non mestrua.

La demonizzazione delle mestruazioni ha radici così antiche e trasversali che è impossibile rintracciarla, ma la troviamo chiarissima nei testi sacri della maggior parte delle religioni.

Impurità, sporcizia, debolezza, vergogna, sono tutti attributi che nel corso dei millenni sono stati attribuiti a chi ha le mestruazioni, in alcune culture (ancora oggi) è previsto persino l’isolamento, nonché una serie di rituali volti alla purificazione per poter rientrare a far parte della comunità. Una comunità in cui mediamente la metà delle persone deve subire quest’oltraggio.

Ma non nella nostra società, vero? La nostra società occidentale dove i diritti delle persone sono garantiti e uguali per tuttə, dove è noto che mestruare è un procedimento fisiologico assolutamente normale e dove non discriminano le persone in base alla propria biologia. Giusto?

Giusto?

Già.

Se siete persone che mestruano, questa cosa deve esservi accaduta per la prima volta durante la vostra preadolescenza: un giorno siete andate in bagno e avete notato che la vostra biancheria era sporca.

Io ero preparata, mia madre non aveva mai nascosto nulla di quello che le succedeva ogni mese, sapevo che sarebbe successo, sapevo che sarebbe potuto succedere a momenti, sapevo dove mamma teneva gli assorbenti e Piero Angela mi aveva spiegato dallo schermo della tv quello che sarebbe successo al mio corpo.

Ma sapevo anche che sarebbe stato doloroso, che avrei avuto mal di pancia, sbalzi d’umore, se fossi stata particolarmente sfortunata anche mal di testa e male alla schiena. Come lo sapevo? Mia madre e tutte le donne della famiglia (e non) mi avevano spiegato che era normale così.

E la cosa aveva perfettamente senso nella testa della Sally undicenne che si apprestava ad affrontare il menarca (cioè la prima mestruazione), dopotutto, se sanguini provi dolore.

Non avevo riflettuto a fondo sul fatto che la mestruazione non è un sanguinamento come gli altri, ma un processo del tutto fisiologico. Come avrei potuto? Avevo 11 anni!!

In ogni caso, ovunque cercassi di informarmi, le fonti erano concordi (tranne Piero, lui non ha mai detto niente in proposito), le mestruazioni erano potenzialmente dolorose ed era del tutto normale.

Le mie compagne che già le avevano si facevano scrivere giustificazioni per le ore di educazione fisica, alcune millantavano di non potersi lavare i capelli (??), di non poter fare il bagno al mare, di non poter toccare le piante o gli impasti lievitati, a catechismo insegnavano che il peccato originale era una colpa di Eva e che il dolore femminile ne era la diretta conseguenza, le mamme prendevano pastiglie, ma il dolore era una realtà riconosciuta e a cui tuttə erano rassegnatə.

Crescendo e avendo a che fare per la prima volta con medicə ginecologə, mi è stato chiesto se avessi disturbi legati alla mestruazione e, appurato che all’epoca fossero lievi, l’argomento non è stato approfondito. Una volta diventati più fastidiosi, l’unica soluzione che mi è stata prospettata è stato l’uso della pillola anticoncezionale.

Ora, la pillola anticoncezionale è un farmaco sacrosanto, che ha permesso a milioni di donne in tutto il mondo di poter pianificare quando e se intraprendere una gravidanza, accettando di contro una serie di effetti collaterali che possono essere di diversa entità.

Intervenendo a livello ormonale, in molti casi, attenua i disagi del ciclo mestruale, ma qualcuno si è mai chiesto da cosa derivino questi ultimi? Nel mio caso no, mai.

I sintomi sono sempre stati definiti normali, fisiologici, qualcosa a cui rassegnarsi e basta. Se proprio sei così pippa da non sopportarli, allora prenditi un ibuprofene e smettila di lagnarti. Anche se comunque dovresti sopportare eh, che ti danno la medaglia.

Proprio oggi, al telefono con un’amica, ho detto che stavo scrivendo questo articolo e lei mi ha chiesto “Cosa scriverai? Che fa male ed è così che va, di farsene una ragione?”

No.

La divulgazione più recente, che passa attraverso i social, nel campo dei disturbi delle persone munite di utero, oggi ha un volto specifico: Violeta Benini. E in questo caso si chiama, scherzosamente, “divulVazione”. (Se ancora non la seguite, seguitela. Davvero. Ora. Aprite instagram, cercatela e seguitela. io vi aspetto qui. Fatto?)

Seguendo i suoi social e i suoi corsi, nonché le decine di professionistə che collaborano con lei e quelle che con lei si sono formate, sono stata illuminata sulla via di Damasco e ho appreso che no, il dolore non è MAI normale.

Avere mal di testa per giorni prima delle mestruazioni? Non è normale.

Crampi al bassoventre? Non è normale.

Mal di schiena? Non è normale.

Sbalzi di umore in concomitanza dell’ovulazione o del mestruo? Non è normale.

Non lo è, e bisogna indagare quali sono le cause. L’alimentazione? Gli ormoni? Altro? Potrebbe essere tutto e il contrario di tutto.

Soprattutto, non è normale avere dolore lancinante, mestruazioni che durano molti giorni con flusso abbondante, avere ripercussioni sulla regolarità intestinale, non avere la forza di alzarsi dal letto, vertigini, nausea, essere debilitate al punto da dover prendere ferie dal lavoro, da non riuscire a fare sport, da non riuscire a vivere la vita normale di tutti i giorni senza imbottirsi di farmaci per tollerare il dolore.

Negli ultimi anni si sta lavorando per la sensibilizzazione nei confronti dell’endometriosi, che è una condizione in cui l’endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, è presente all’esterno dell’utero stesso. L’endometriosi porta dolori lancinanti e frequenti, che possono diventare cronici e acuirsi durante le mestruazioni.

A volte si associa ad altri disturbi, come per esempio l’ipertono del pavimento pelvico o la vulvodinia, che è caratterizzata da labbra vaginali gonfie, irritazione, dolore durante e dopo i rapporti sessuali.

Queste e altre condizioni sono profondamente invalidanti e, naturalmente, incidono moltissimo anche sulla psiche di chi ne soffre, portando difficoltà nei rapporti sessuali e personali, depressione, sentimenti di inadeguatezza e senso di vergogna.

Com’è possibile tutto questo? Incide molto il fatto che il dolore mestruale sia considerato normale (diciamolo di nuovo, non lo è) e che si verifichi molto spesso un notevole ritardo diagnostico.

A volte il dolore viene minimizzato da medicə, famiglie, conoscenti, le persone che ne soffrono vengono colpevolizzate, tacciate di essere poco tolleranti al dolore, di debolezza di carattere, come se il dolore fosse insito nella natura di chi ha un utero e ci si debba venire a patti e basta.

Perché? Perché nella Bibbia qualcuno ha scritto «Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli»? SERIAMENTE??????

*parolacce sparse che Sara mi ha autorizzato anche a scrivere ma che io sto cercando di risparmiarvi per non essere bannata a vita dall’internet*

Siamo stanchə della retorica della sofferenza e del sacrificio fine a sé stesso, siamo stanchə dell’ignoranza che ci vuole sottomessə, piccolə e a malapena percepibili, siamo stanchə di non essere credutə né compresə quando affermiamo di provare dolore.

Non ne possiamo più di una società in cui ogni cosa che ci riguarda, anche la più piccola, sia un argomento lasciato ai margini del discorso, non vogliamo più che il nostro dolore sia fonte di imbarazzo per il solo fatto di esistere, che il nostro dolore ci renda meno degnə di far parte della società.

Diciamolo alle nostre amichə, figliə, madri e sorelle, diciamolo a tuttə:

IL DOLORE MESTRUALE NON È NORMALE

E VA PRESO SUL SERIO E INDAGATO.

Io mi auguro seriamente di no, ma per amor di dibattito vi chiedo: qual è la vostra esperienza in merito al dolore mestruale? Ne avete mai sofferto? E nel caso, qualcuno vi ha mai detto che non è normale e che è possibile indagarne le cause per venirne a capo e magari smettere di soffrire? Parliamone insieme. Raccontateci la vostra esperienza nei commenti o in privato, se così preferite.

Avete letto Il club del ciclo? Parliamo anche di quello eh!

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Una risposta a “Il club del ciclo – Sally Saccarola”

  1. Ho letto “Il Club del Ciclo” è un romanzo piacevole ed ironico, ti sembra di essere Jenny, quando lo leggi, si fa leggere velocemente….per fortuna è a capitoli, così ho potuto gustare il contenuto nel tempo…..altrimenti lo avrei finito in due giorni.

     

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