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Il regno di rame – S.A. Chakraborty

Il regno di rame Book Cover Il regno di rame
La trilogia di Daevabad #2
S.A. Chakraborty
Fantasy
Oscar Vault Mondadori
2021
Digitale - Cartaceo
648

La vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è ritrovata nell’abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere.

Anche se accetta il suo ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù.

Nel frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo.

Intanto, nel desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che richiede l’intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere a cui non potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai.

Oggi partecipiamo al review tour di Il regno di rame, il secondo libro della Trilogia di Daevabad scritto da S.A. Chakraborty e pubblicato in Italia da Oscar Vault Mondadori. Prima di cominciare vi lascio il calendario dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

Il regno di rame

Attenzione! Se non avete letto La città di ottone (cliccate qui per leggere la recensione) allora procedere con cautela perché inevitabilmente ci saranno riferimenti al libro. Niente spoiler invece per quanto riguarda Il regno di rame.

Il regno di rame

Ritornare tra le mura di ottone di Daevabad è stato straniante all’inizio. Ho letto talmente tanto da quando ho chiuso La città di ottone da essermi dimenticata i dettagli. Beh, sappiate che è stato come tornare a casa e, nel giro di qualche pagina, ho ricordato tutto.

Il libro si apre con un prologo che illustra ciò che è successo immediatamente dopo gli eventi drammatici che abbiamo letto alla fine del primo libro. Una specie di recap delle varie situazioni che coinvolgono Nahri, Dara e Ali.
Subito dopo c’è un salto di cinque anni in cui ritroviamo i personaggi alle prese con le loro vite, così diverse da come le avevano immaginate.

Tra le parole che mi sono venute in mente per inquadrare le diverse situazioni è SOLITUDINE. Nonostante tutti siano impegnati in varie attività, tutti sono molto soli.

Ali, in esilio, si è ricostruito una vita grazie agli strani poteri che ha avuto in dono dai marid quando è caduto nel lago. Dono o maledizione? Non sarò certo io a dirvelo!

Dara è tornato, evocato e liberato, e sta addestrando una sorta di esercito per poter tornare a Daevabad. Non è il suo esercito personale perché, nonostante sia formalmente libero, in realtà non lo è davvero. E non vi dirò nemmeno da chi prende ordini.

Nahri è in una gabbia dorata. L’avevamo lasciata alle prese con i negoziati per il suo matrimonio con Muntadhir e con lui la ritroviamo sposata. Ovviamente, nonostante siano passati cinque anni, il loro non è un matrimonio d’amore. Noi sappiamo benissimo a chi appartiene davvero il cuore della Banu Nahida…

Nahri non può muoversi liberamente per Daevabad. È sempre scortata, è circondata da spie che riferiscono tutto a Ghassan, che continua imperterrito a governare Daevabad con il pugno di ferro.

Le tre linee narrative, per quanto possano sembrare distanti all’inizio, sono inevitabilmente destinate a intrecciarsi in una nuova storia che vi lascerà senza fiato.

Come per La città di ottone, anche qui ci sono due modi per leggere e interpretare il libro. La lettura “facile”: un fantasy fighissimo che trasporta in mondi lontani e misteriosi, che si rifà a miti e leggende arabe. A seconda di quanto ne sapete di politica e geopolitica internazionale invece, potrebbe essere interpretato come una denuncia all’ingarbugliata situazione nel Middle East, con le varie lotte tra etnie per territori e religione (ovvero per le risorse dei suddetti territori. La religione è la scusa con la quale vengono mossi gli “ignoranti”, pedine nella scacchiera dei potenti che cercano di accaparrarsi petrolio, gas, ecc). Non ne so abbastanza per poter fare una disamina come si deve e lo sapete che non mi piace improvvisare, per cui vi lascio la parola in merito alla questione, se e solo se non sfociate in commenti razzisti inutili che non arricchiscono nessuno.

Anche questa è una chiave di lettura: la diversità arricchisce. Non esistono saperi di serie A e di serie B, cosa che in pratica riconosce solo Nahri, che lotta e lavora per un’equa fusione delle varie culture e delle varie conoscenze.

Un altro argomento di cui si parla nel libro è la Storia. Già in La città di ottone si era abbondantemente capito che tra shafit, geziri e daeva non scorre buon sangue, per dirla con un eufemismo, perché in realtà i tre popoli convivono controvoglia e si ridurrebbero in polvere l’uno con l’altro molto volentieri. L’unica che riesce a passare sopra a tutto è proprio Nahri, l’elemento esterno che non conosce la Storia (o che comunque non l’ha vissuta sulla sua pelle) e che non si fa problemi a lasciarla da parte.

Calando la faccenda nel mondo reale, mi chiedo: pur di ottenere la pace, è giusto lasciar andare la Storia? Non è questione di revisionismo, nessuno può negare ciò che è successo in passato e non è giusto dimenticare perché non ricordare significa ricadere negli stessi errori (e orrori). Mi riferisco proprio al sentimento di vendetta che si respira in certi posti del Mondo (praticamente ovunque, alla fine…). Ha senso volersi vendicare di cose accadute 100/200 anni fa animati da “le colpe dei padri che ricadono sui figli” di biblica memoria? Secondo me no. Voi cosa ne pensate?

Compaiono nuovi personaggi ai quali è impossibile non affezionarsi. I personaggi noti invece avranno tutti una loro evoluzione della quale purtroppo non vi posso parlare perché il rischio di spoiler è enorme, quindi mi tocca tacere, ma che fatica! Ho adorato questo libro! Vi confesso che l’ho iniziato con un po’ di timore perché solitamente, nelle trilogie, noto sempre dei cali… beh, Il regno di rame è una giostra di emozioni e devo dire che ci voleva un libro del genere!

In Il regno di rame troverete di tutto. Tra intrighi politici, tentati omicidi e omicidi riusciti, cuori spezzati, tradimenti di vario genere, festività incombenti, misteri che vengono rincorsi attraverso i secoli e via dicendo, queste quasi 650 pagine voleranno e vi lasceranno a bocca aperta. E in attesa del terzo volume che spero arrivi a breve! S.A. Chakraborty ha una scrittura magica, che incanta il lettore in ogni senso possibile. Nulla è lasciato al caso, nulla è davvero come sembra e tutto prepara a strada al gran finale.

Avete letto  Il regno di rame? Vi aspetto per commentarlo insieme.

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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