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La bellezza allo specchio – Carne da macello – Juno Dawson

La bellezza allo specchio è la tappa che ho scelto per partecipare al blog tour di Carne da macello, un libro di Juno Dawson pubblicato in Italia da Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

Il libro:

Carne da macello – Juno Dawson

Jana Novak è una sedicenne alta e allampanata, da sempre a disagio con il suo aspetto androgino. Un giorno, però, mentre è in un parco divertimenti insieme ai suoi amici, viene notata da un talent scout che le propone di iniziare a lavorare come modella per una prestigiosa agenzia di Londra. Da quel momento, la vita di Jana subisce un brusco cambiamento: dalla periferia londinese dove vive con la famiglia entra a far parte di un mondo sfavillante e attrattivo che sembra prometterle un futuro straordinario fatto di ricchezza, viaggi, feste, incontri con creativi e celebrità. Ben presto, però, Jana comprende che dietro alla spessa e frastornante patina glam della fashion industry si nascondono un lato sudicio e orde di insospettabili predatori pronti ad azzannare a ogni passo le loro giovani prede. E che la fiaba di cui pensava di essere protagonista si sta rapidamente trasformando in un vero e proprio incubo. Con Carne da macello, Juno Dawson ci accompagna nel ventre oscuro dell’industria della moda nell’era del #MeToo, e lo fa con una scrittura potente che non teme di essere cruda e spietatamente onesta. Un romanzo, questo, che non potrà lasciare indifferenti.

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“bellézza: Qualità di ciò che appare o è ritenuto bello ai sensi e all’anima. La connessione tra l’idea di bello e quella di bene, suggerita dalla radice etimologica (il latino bellus “bello” è diminutivo di una forma antica di bonus “buono”), rinvia alla concezione della b. come ordine, armonia e proporzione delle parti, che trovò piena espressione nella filosofia greca. In seguito, la nozione di b. è diventata categoria autonoma, caratterizzata dalla capacità del bello di essere percepito dai sensi. Dalla dottrina del bello come ‘perfezione sensibile’ nasce e si afferma, nel 18° sec., l’estetica come disciplina autonoma riguardante il bello.”

[voce Bellezza, Enciclopedia Treccani]

In un mondo come la moda, la parola bellezza racchiude tutta l’espressione di ciò che si ricerca e che si vuole “vendere”. L’ideale del bello e impossibile e del bello ad ogni costo è un must che negli anni ha subito non poche modifiche agli occhi del pubblico e dei registi dietro le quinte del mondo dello spettacolo. Quel che ci si domanda, almeno da profani come me, è: quanta pressione c’è dall’altra parte? Quanto vicino alla perfezione devo essere per sfondare e avere successo nella moda?

Forse tanto o forse poco, mi verrebbe da dire. Il bello è soggettivo, lo è da sempre e sempre lo sarà, ma siamo abituati a farci influenzare dalla massa e da ciò che ogni giorno, incessantemente, ci viene proposto in televisione, sulle riviste, sui social media.

Cosa succede, però, se da addetti ai lavori, quando ci guardiamo allo specchio, non ci sentiamo abbastanza per quel mondo patinato, pieno di apparenza e poca sostanza? Se quando la mattina ci guardiamo negli occhi e li vediamo spenti, tristi e infossati in un viso che fatichiamo a riconoscere come nostro?

Il rischio del mondo sotto i riflettori è proprio questo, non essere più abbastanza belli, interessanti, al passo con le nuove tendenze, trasgressivi, magri, alti e altre mille caratteristiche che possono venirvi in mente. Quando un prodotto diventa vecchio, che sia una cosa o una persona, si viene facilmente sostituiti con qualcosa di tendenza, di fresco e nuovo.

L’idea, a mio avviso, l’ha resa benissimo la fotografa Sarah Moon con le sue opere che indagano l’idea dell’evanescenza nella moda. Lo scorrere del tempo come spaccato del mondo in cui ha esordito negli anni Settanta e che è in continuo mutamento. Una bellezza ritratta in modo aggressivo, pungente e quasi surreale che si spinge al limite del significato di questa parola mostrando anche un lato oscuro, quasi “brutto” e sicuramente inquietante. Le ombre delle sue fotografie, i volti sfocati o distorti, la dinamicità delle immagini sono solo alcuni dei numerosi aspetti in cui l’artista mette a nudo l’industria della moda, mostrandone alcuni lati nascosti.

Con il passare gli anni e lo sfiorire della bellezza (io dissento, perché penso ci siano tantissime persone favolose anche oltre i trent’anni!) una modella o un modello possono ancora trovare spazio nello sfavillante jet set? Saranno ancora invitati alle feste meravigliose e da sogno che ruotano attorno all’industria miliardaria del lusso?

Sicuramente non ho la risposta a questa domanda, ma sono sicura che tantissimi giovani che si approcciano al mondo dei social provando a diventare influencer se lo chiedono non appena qualcuno dei “burattinai” dei piani alti mette loro addosso un’etichetta con la scadenza del prodotto. Sono i pochi, francamente al momento citerei solo Chiara Ferragni, i cosiddetti influencer che hanno saputo inventarsi un percorso parallelo che faccia da cuscinetto “anti rovinosa caduta” per assicurarsi un lavoro e un introito futuro nel caso in cui la fortuna mediatica vada in esaurimento.

La pericolosità della bellezza esasperata ai massimi livelli è subdola. Può minare l’autostima di una persona arrivando a farla dubitare di ogni suo dettaglio, quella fossetta che fin da bambina era il marchio di fabbrica del suo splendido sorriso può diventare un incubo perché non piace al fotografo o quella voglia a forma di nuvola sulla schiena essere “di troppo”. Ci sono casi e casi di modelle e modelli che sono diventati bulimici e poi anoressici perché mai abbastanza magri. Ci sono ancor più casi di giovani che per emulare i loro idoli, finiscono nello stesso loop di odio verso il proprio corpo.

La bellezza non deve essere sinonimo di magrezza o altezza o di mettersi nudi davanti a un obiettivo perché a vent’anni non hai un filo di imperfezione.

La bellezza deve essere dentro di noi, deve essere la nostra unicità, la nostra infinita voglia di scoprire cose nuove e di sperimentare, la voglia di vivere a pieno ogni giorno e non il rimorso di quegli occhi che incontrano un piccolo brufolo al mattino (tanto poi se ne andrà!).

La bellezza è potersi guardare allo specchio e pensare di essere meravigliosamente se stessi, pregi e difetti compresi, e poter essere orgogliosi di uscire a testa alta nel mondo, quello vero e non quello ritoccato dietro a un computer o un cellulare!

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Bibliografia:

 

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