Il club delle lettrici compulsive

La corte di rose e spine – Sarah J. Maas

La corte di rose e spine Book Cover La corte di rose e spine
Sarah J. Maas
Fantasy
Mondadori
2019
Digitale - Cartaceo
408

Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell'istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l'arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me.

Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L'animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge "ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita". Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l'allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende. Qui Feyre sarà libera di muoversi ma non di tornare a casa, e vivrà nel castello del suo rapitore, Tamlin, che, come ben presto scoprirà la ragazza, non è un animale mostruoso ma un essere immortale, costretto a nascondere il proprio volto dietro a una maschera. Una creatura nei confronti della quale, dopo la fredda ostilità iniziale, e nonostante i rischi che questo comporta, Feyre inizierà a provare un interesse via via più forte che si trasformerà ben presto in una passione dirompente. Quando poi un'ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo...

E dopo una settimana di blog tour (meraviglioso, se mi è concesso esprimere un parere del tuuutto disinteressato), eccoci arrivati al momento della recensione de La corte di rose e spine di Sarah J. Maas.

Iniziamo dalle cose che non mi sono piaciute. Devo ammetterlo: La corte di rose e spine non mi ha catturata dall’inizio. Lo stile della Maas nei primi capitoli è poco scorrevole. In più, Feyre è davvero noiosa e ripetitiva… “Siamo poveri, siamo molto poveri. Una volta eravamo ricchi… ma adesso siamo poveri. Patiamo la fame. L’ho già detto che siamo poveri?”. Sì. Giusto quelle 8/900 volte in poche righe. La Maas, secondo me, è caduta un po’ nell’errore che alcuni scrittori fanno, ovvero dire le cose invece di dimostrarle attraverso le azioni dei personaggi e le descrizioni. In più, purtroppo, ho notato diversi errori di traduzione che rendono la storia poco fluida. Questi sono i motivi per cui non me la sono sentita di dare 5 stelle piene al romanzo.

Finalmente, ad un certo punto, il romanzo decolla ed è stato davvero difficile posarlo per fare cose sciocche tipo mangiare o dormire. Devo dire che, passato un primo momento statico, non si ha davvero un attimo di respiro perché succede di tutto.

Ma andiamo con ordine.

La corte di rose e spine
La copertina originale de La corte di rose e spine. Direi che la nostra non ha nulla da invidiare a quella americana perché sono entrambe molto belle. ©Sarah J. Maas

Ve l’ho detto fino alla nausea che La corte di rose e spine è il retelling de La bella e la bestia. Se per caso aveste perso la tappa su cosa sia un retelling, cliccate qui.
Bene o male, tutti conoscete la storia: Belle, per ripagare un torto commesso dal padre, si offre volontaria per andare a vivere a casa della bestia. La convivenza forzata tra Belle e la bestia darà origine ad un amore che va oltre le apparenze e, quando Belle sarà pronta a dichiarare il suo amore alla bestia, l’incantesimo che imprigiona questo principe si romperà e tutto tornerà alla normalità.

Ecco, la Maas ha ricreato un mondo sulla falsa riga della storia originale, solo che Belle è una ragazza umana e la bestia è un Signore Supremo delle fate. Interessante, no? Soprattutto perché la Maas ha dato vita ad una società complessa, fatta di varie corti, infiniti esseri fatati, ognuno definito talmente bene da sembrare quasi reale.

Anche quasi tutti i personaggi sono caratterizzati molto bene… tutti eccetto i protagonisti. Ecco, diciamolo!
Non sono riuscita ad inquadrare bene Tamlin, per ora. O almeno, non dalle sue azioni. Tutto quello che scopriamo su di lui praticamente deriva da racconti di altri e il quadro che ne esce, sinceramente, mi lascia un po’ perplessa. Non posso dirvi di più perché non voglio raccontarvi nulla sulla trama per non rovinarvi nemmeno una sorpresa, ma quando avrete letto il libro, tornate per lasciarmi un commento o scrivetemi in privato così ne parliamo perché, al momento, per me è un grosso punto interrogativo.

Feyre è la classica protagonista stereotipata: nessuna capacità particolare, ma una volontà di ferro che le permette di andare avanti. E tutto sommato, questo non è nemmeno un brutto messaggio da far passare: anche quando tutto va da schifo, tieni duro perché magari poi passa. O peggiora, altrimenti la Maas non avrebbe scritto altri tre libri di questa serie, vi pare? Battute a parte, purtroppo quando non era impegnata a lagnarsi per qualcosa (con tutta ragione eh, per carità), Feyre mi ha ricordato tremendamente Katniss Everdeen, la protagonista di Hunger Games. Non posso entrare nei dettagli perché il rischio spoiler è altissimo, ma vale lo stesso discorso che vi ho fatto per Tamlin: ne parleremo quando avrete letto.

Per tutti gli altri personaggi invece, il discorso cambia. Lucien è il mio preferito in assoluto insieme a Alis,  la Mrs. Bric della Maas. Lucien è favoloso. Ironico, sarcastico ai limiti dell’educazione, è tuttavia un amico fedele per Tamlin e lo dimostra più e più volte in questo primo capitolo della saga. Vedremo come evolverà in seguito, ma per ora si piazza decisamente in alto nella mia personale classifica di gradimento.

Alis è burbera al punto giusto e riesce a dare degli scrolloni alla piagnon… ehm, a Feyre (oh allora! Se li merita quasi tutti!) e spero che abbia ancora molto spazio nei prossimi libri perché le scene in cui lei è presente mi hanno strappato un sorriso in più di un’occasione.

Un altro personaggione esagerato è Rhysand, il Sommo Signore della Corte della Notte. Anche lui non è facilmente inquadrabile, ma mentre Tamlin è un personaggio al momento un po’ piatto, Rhysand è fin troppo articolato. E con lui la Maas è stata bravissima perché anche una volta terminato il libro, non si capisce dove questo Fae Maggiore voglia andare a parare.

Anche la famiglia di Feyre è caratterizzata molto bene e non mancherà di stupirvi.

Come vi ho detto in apertura La corte di rose e spine parte un po’ in sordina, soffermandosi un po’ troppo su determinati aspetti che lasciano un pochino il tempo che trovano, per poi decollare come si deve. E devo dire che non ho trovato buchi narrativi; ovviamente certe cose sono senza spiegazione e moltissime domande non hanno ancora trovato una risposta, ma mancano tre libri per arrivare al finale della saga.
Il ritmo, da un certo punto in poi diventa davvero serrato nonostante sia tutto raccontato in prima persona da Feyre (che migliora col tempo, promesso. Come il vino!) e ci sono alcune scene davvero toccanti che susciteranno qualche emozione anche nel più cinico dei lettori. Va considerato anche che, mentre i Fae sono molto vecchi in linea di massima nonostante l’aspetto giovanile, Feyre ha solo diciannove anni e gli ultimi otto li ha vissuti malissimo, patendo freddo, fame e senza certezza del domani. Direi che le si possono perdonare un po’ di cosine, no?

La corte di rose e spine è il primo libro di una serie, quindi ora non ci resta che attendere il seguito che pare uscirà a giugno in Italia, sempre edito da Mondadori. Il titolo? A court of mist and fury. La corte di nebbia e furia. Ovviamente sarà mio non appena sarà possibile. Non ho assolutamente intenzione di accantonare questa saga perché ho troppe domande e devo sapere come andrà a finire.

La corte di rose e spine
La copertina originale del seguito de La corte di rose e spine. ©Sarah J. Maas

Ah! Vi ricordate del mio vecchio articolo in cui abbiamo parlato della pronuncia dei nomi nei libri? Nel sito della Maas, nel quale ho perso un paio di diottrie perché scritte bianche su sfondo nero… (Sarah J., abbi pietà dei miei poveri occhi!), l’autrice ha postato la pronuncia esatta dei nomi che incontrerete ne La corte di rose e spine. La trovate qui.
Se siete tra quei lettori che pronunciano i nomi così come l’autore li ha pensati, date un occhio prima di leggere il libro perché vi potrebbe servire.

Avete letto La corte di rose e spine? Avete seguito il nostro blog tour che, come vi ho detto in maniera del tutto imparziale, è assolutamente stupendo? Vi aspetto per commentare e vi lascio i link delle tappe degli altri blog insieme al calendario dell’evento.

retelling

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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