Il club delle lettrici compulsive

La libraia che salvò i libri – Kerri Maher

La libraia che salvò i libri Book Cover La libraia che salvò i libri
Kerri Maher
Romanzo storico
Garzanti
2022
Digitale - Cartaceo
320
Fornito dalla Casa Editrice
Stefano Beretta, Federica Merati , Adria Tissoni

Parigi, 1919. Per Sylvia i libri sono sinonimo di indipendenza e libertà. Nessuno meglio di lei, che è una libraia, sa che hanno un potere immenso e che nulla dovrebbe ostacolarlo. Non tutti, però, credono nella magia della letteratura e c'è chi vuole ridurla al silenzio. È quello che accade all'Ulisse di James Joyce: in quelle pagine Sylvia ha ritrovato sé stessa, mentre altri vi vedono qualcosa di indecente e pericoloso. Per questo vogliono proibirlo. Sylvia deve impedirlo, e perciò decide di pubblicarlo, prima in tutto il mondo. Lei che non è un editore, ma solo la proprietaria della Shakespeare & Co., una piccola libreria dagli immensi scaffali in legno aperta tra mille difficoltà, un accogliente rifugio per chiunque ami i libri. Tra quelle mura, Sylvia sta per fare la storia e non è sola. Parigi è la città dove tutto è possibile: nei suoi caffè nascono indissolubili amicizie letterarie tra personalità del calibro di Ernest Hemingway, Ezra Pound, Gertrude Stein e James Joyce. Saranno proprio loro ad aiutarla e a sostenerla. Perché non posso - no permettere che i lettori non beneficino di quelle parole. Non possono permettere che la censura abbia la meglio. Anche se questo, per Sylvia, significa correre il pericolo di perdere quello a cui tiene di più: la Shakespeare & Co. e il suo amore. A guidarla e a darle coraggio sono il potere dei libri e della libertà. Traendo spunto dalla vera storia di Sylvia Beach, fondatrice della nota libreria parigina Shakespeare & Co. e prima editrice dell'Ulisse di James Joyce, Kerri Maher ha costruito un romanzo indimenticabile venduto in oltre quindici paesi. Una protagonista i cui sogni portano lontano. Un inno alla letteratura che va difesa a ogni costo. Un viaggio nella Parigi degli anni Venti insieme agli scrittori più famosi dell'epoca. Un omaggio a una libreria storica ancora oggi meta degli appassionati.

Oggi partecipiamo al blog tour di La libraia che salvò i libri, un libro di Kerri Maher pubblicato da Garzanti. Prima di cominciare vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi un’idea più completa del libro.

La libraia che salvò i libri

Ho trovato il mio nuovo genere preferito, oltre ai noir, ai thriller, ai fantasy… sì, vabbè, insomma, avete capito… ho deciso che il genere storico fa decisamente per me! Non è che non lo sapessi, eh… ma con le ultime letture ho confermato questa mia preferenza.

Ma non la narrativa storica in generale, per quanto l’apprezzi moltissimo, ma quella che riguarda il ventesimo secolo, la storia più recente, insomma.

La libraia che salvò i libri è ambientato infatti tra il 1917 e il 1936. Protagonista è Sylvia Beach, una giovane donna americana che si trasferisce a Parigi. Qui conosce Adrienne, giovane libraia, di cui si innamora perdutamente. Seguiremo le vicende delle due donne durante il corso della loro vita, e con loro conosceremo grandi autori, grandi romanzi, tutti quelli che oggi vengono considerati grandi classici.
Sylvia apre una libreria, la  Shakespeare and Company, che accoglie libri di artisti inglesi e americani in Francia. 

Essere proprietari di una libreria è molto di più che vendere frasi. È mettere le frasi giuste nelle mani giuste.

E non solo, è colei, infatti, grazie alla quale il più famoso romanzo di James Joyce, l’Ulisse, riuscì a essere pubblicato.

La libraia che salvò i libri è, dunque, la storia di questa donna straordinaria, che superando immense difficoltà è riuscita a pubblicare il romanzo di Joyce, e a farlo conoscere al pubblico degli Stati Uniti, dove era stato bandito.

All’inizio ero molto perplessa, il racconto era piuttosto lento e non mi stava proprio entusiasmando. Continuando la lettura, invece, mi sono assolutamente appassionata, e l’ho trovato uno dei romanzi più interessanti che abbia mai letto.

Si tratta di un romanzo su cui avrei millemila cosa da dire, per cui dovrò iniziare per gradi e soprattutto per punti.

Prima di tutto parliamo della vicenda narrata. Sylvia si trova circondata dai più grandi autori del tempo, Ezra Pound, Gertrude Stein, Ernest Hemingway, Scott Fitzgerald, e soprattutto James Joyce, quell’irlandese geniale di cui lei adora gli scritti. 

Ma Joyce non è una bella persona, almeno così è quello che ci fa intendere l’autrice. Ha problemi di salute, avendo un grave glaucoma che gli mina la vista, ma è anche viziato e spendaccione, e approfitta dell’affetto e della bontà di Sylvia per avere soldi con cui pagare i suoi debiti. Non fa una bella figura nemmeno quando decide di lasciare Sylvia per un altro editore, ma scoprirete che in effetti non è così pessimo come sembra. Inoltre era davvero tormentato dal dolore agli occhi, era quasi cieco, e per questo aveva una scrittura orribile, e l’autrice riporta in maniera esemplare la difficoltà di Sylvia nel dattilografare le parole scritte a mano.

Secondo punto è la vita a Parigi negli anni Venti e Trenta. Sono gli anni dei Bohemien, i grandi artisti, scrittori, musicisti, pittori, passavano spesso le loro giornate insieme discutendo di arte, e questo ha reso il periodo ricchissimo di opere di ogni tipo. Vederli rivivere tra le pagine di questo romanzo è stato quasi emozionante.

Proprio perché si era in un periodo particolarmente aperto di mentalità, non era strano che donne come Sylvia e Adrienne vivessero la loro sessualità nel modo più tranquillo possibile, senza nascondersi e senza nessuna paura, nemmeno alle soglie della Seconda guerra mondiale. E la cosa che sorprende è che gli Stati Uniti che oggi sono considerati essere all’avanguardia per la libertà di costumi, allora invece erano particolarmente chiusi in questo senso. Erano infatti gli anni del Proibizionismo, dove persino un romanzo come l’Ulisse era considerato “sconcio” e quindi bandito.

Sembrava che la classe dominante in America volesse bandire qualsiasi cosa offendesse il suo senso del decoro, e quindi un libro, un’opera teatrale, un film, un’organizzazione, un’attività o una persona che puzzasse di vizio o di diversità rispetto alla vita descritta nelle confortanti illustrazioni del “Saturday Evening post” correva il pericolo di essere messo a tacere. Il bello è che la repressione faceva prosperare proprio ciò che temevano – prosperavano il marxismo e l’anarchismo, le proteste e i disordini – ed erano libri come l’Ulisse a cercare di aprire le menti piuttosto che chiuderle.

Voi tutti sapete il mio disagio nel leggere i classici, nel senso che li evito come la peste, complice letture forzate di tali libri durante gli anni scolastici. Che vi devo dire, a leggere la genesi di tanti di questi classici, e soprattutto leggere della vita e della personalità dei loro autori, mi è tornata la voglia di riprenderli in mano. Intano sono super incuriosita dall’Ulisse, che non ho mai letto, e in più devo e voglio rispolverare i vecchi romanzi di Hemingway che ho in cantina, così come Il grande Gatsby, visto mai che ora mi possano piacere?

Ultima cosa, come al solito vi consiglio di leggere le note dell’autrice, che altro non sono in questo caso che il capitolo finale di un romanzo bellissimo e interessantissimo.

Gli anni del dopoguerra sono stati immensamente complicati dal punto di vista della vita sociale […] Da un lato il conservatorismo era la norma – in America il Proibizionismo aveva dichiarato l’alcol fuori legge, l’immigrazione era mal tollerata e dilagava la censura a seguito delle leggi Comstock e di quella sullo spionaggio, come dimostra la messa al bando dell’Ulisse. Tale conservatorismo influenzava sia le relazioni eterosessuali sia quelle queer. […] A Parigi, tuttavia, il liberalismo sociale delle città americane era amplificato dalla tolleranza legale, poiché le relazioni omosessuali erano state decriminalizzate dalla Rivoluzione francese, trasformando la Ville Lumiere nel paradiso degli amanti gay per più di un secolo.

 Leggetele e non ve ne pentirete.

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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