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La moda anni ’50 – BT L’ultimo abito da Parigi – Jane Beer

Oggi parliamo di moda anni ’50 perché partecipiamo al blog tour di L’ultimo abito da Parigi, un libro di Jade Beer pubblicato da Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

La moda anni '50

Il libro

L’ultimo abito da Parigi – Jade Beer

la moda anni '50

Londra, 2017. Quando la sua amata nonna Sylvie le chiede di andare a Parigi per recuperare un abito che ha indossato decenni prima, Lucille vede in questo viaggio l’occasione di sfuggire temporaneamente alle pressioni della sua vita (compresi un fidanzato molto distratto e una madre troppo impegnata). Arrivata a Parigi, si ritrova in un appartamento a fissare confusa sei abiti meravigliosi: sono Dior, l’emblema del lusso, dell’eleganza e dell’alta moda. Ma Lucille non riesce a conciliare questo mondo glamour con l’immagine di sua nonna, seduta nella minuscola casa nel Sudovest di Londra. Passando le dita sugli abiti, scopre due iniziali ricamate su ogni etichetta, nascoste tra le strisce di tessuto: A&A. Che cosa significano? Quali segreti nasconde quella collezione di abiti di inestimabile valore?

Parigi, 1952. La Francia del dopoguerra è piena di fascino e privilegi, e Alice Ainsley, moglie dell’ambasciatore britannico, conduce una vita esclusiva, tra gioielli, banchetti e abiti d’alta moda. Ma dietro la facciata scintillante la giovane donna sta in realtà soffocando in un matrimonio privo d’amore. Il marito è drasticamente cambiato, e le speranze di Alice di vivere una storia romantica e di costruire una famiglia sono svanite. Così, quando un nuovo volto appare nel suo salotto, lei si trova a desiderare di seguire il suo cuore… senza curarsi delle conseguenze.

Sullo sfondo della Parigi sfolgorante degli anni Cinquanta e di quella contemporanea, L’ultimo abito da Parigi esplora i legami che ci uniscono, le verità che ci rendono ciò che siamo e racconta la storia di due donne, a sessantacinque anni di distanza l’una dall’altra, che scoprono i propri desideri.

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Abbiamo già parlato di moda, qui sul blog, in diverse occasioni: abbiamo parlato di moda regency e della moda anni ’20, ’30 e ’40. Così, quando ho avuto la possibilità di scegliere la mia tappa per questo blog tour, il mio istinto compulsivo mi ha portata a optare per la moda anni ’50. Del resto, se dico Parigi, oltre alle cose da visitare in città e al cibo, è la moda che salta subito in mente, grazie agli stilisti che hanno fatto la storia della moda francese, come Dior e Chanel.

E quindi, bando alle ciance e cominciamo! Come sempre, vi ricordo la bibliografia a fine articolo.

Avevamo lasciato le donne degli anni ’40 alle prese con abiti austeri, dalle linee dritte e severe. Del resto, erano gli anni della Seconda guerra mondiale, le materie prime, tra cui anche i tessuti ovviamente, sono razionate. La stoffa serve per le divise dei soldati, per le tende, per le bende…

In quegli anni, vengono sdoganati una volta per tutte i pantaloni (alleluia!), anche perché le donne si sono ritrovate, ancora una volta, davanti all’esigenza di sostituire gli uomini impegnati al fronte, ma negli anni ’50 assistiamo a un vero e proprio boom dei pantaloni.

Gli anni ’50 sono gli anni del boom economico, della ripresa, della ricostruzione e della rinascita. Naturalmente, questa gioia per la fine del sanguinoso conflitto e per la fine dei razionamenti si riflette anche sulla moda. Ormai abbiamo imparato che il modo di vestire è condizionato da ciò che la società sta attraversando, no? Ecco. Accade ovviamente anche negli anni ’50 (c’è anche un perché e si chiama Piano Marshall, ma non voglio ammorbarvi. Ho bisogno di frivolezza anche io, in questo momento!)

Gli abiti perdono le linee severe e c’è un’abbondanza di colore e di fantasie. Le gonne, a matita o a ruota, diventano il punto cardine attorno al quale ruotano i look da giorno. Anche i pantaloni, soprattutto per il tempo libero, entrano negli armadi delle donne a pieno diritto. La costante per ogni pezzo, però, è che il punto vita deve essere evidenziato.

Il cosiddetto New Look, in voga nella prima metà del decennio, prevede l’uso del busto per assottigliare il punto vita e vengono così introdotte le guepierre. Avete mai provato a indossarne una? Io sì, una pazza me ne ha fatta mettere una quando cercavo l’abito da sposa. MAI PIÙ. Mai più! (Pazza con cognizione di causa. Le ho chiesto di provare un abito, non aveva la taglia e quindi SE LO È MESSO LEI, davanti agli occhi sbigottiti miei, di mia madre e di una mia amica… Amore, ma se non abbiamo la stessa taglia, come posso farmi un’idea? Alla fine l’ho comprato da un’altra parte e l’abito che ho scelto aveva il busto cucito all’interno. Mai più pure quello. Fine della nota folkloristica, ma prima o poi avrò l’occasione di parlare di abiti da sposa…)

Nella seconda metà del decennio, la moda anni ’50 dà un po’ di tregua alle donne e il busto viene in parte accantonato.

Il reggiseno diventa a punta. Avrete visto tutti prima o poi una foto di Sofia Loren dell’epoca, no? Ecco, non ha il seno a punta. È il reggiseno che viene imbottito in questa maniera (assurda e poco naturale, secondo me) perché spicchi e risalti, perché sia simbolo di ritrovato benessere.

È l’epoca dei pantaloni Capri, di varie fantasie, che lasciano scoperta la caviglia e che assottigliano il punto vita naturale.

Tornano gli abiti da sera sfarzosi e vedono la luce gli abiti da cocktail, abiti con lunghezze da giorno (al polpaccio) ma fatti in tessuti pregiati e costosi.

Nasce anche l’abbigliamento da teenager. Gli adolescenti non sono più visti come forza lavoro o come piccoli adulti e quindi, finalmente, jeans e giubbotti di pelle trovano il loro spazio nella moda di tutti i giorni.

Gli accessori si colorano. I cappelli a tesa larga per il giorno fanno a gara con i fascinator, i graziosi cappellini con la veletta, i gioielli sono vistosi e abbinati all’abito che si indossa quindi fiorisce la bigiotteria, anche importante e di un certo livello.

Anche il trucco si adegua al ritrovato benessere e nella trousse di una signorina alla moda non può mancare un rossetto rosso con smalto abbinato.

Le scarpe? Ballerine o pump con il tacco alto.

Se proprio dovessi scegliere un decennio a cui ispirarmi per vestirmi, credo sarebbe proprio questo perché la moda anni ’50 è allegra, colorata e si può adattare a ogni tipo di fisico, ma aspetto di studiarmi meglio anche gli anni ’60 e ’70… prima o poi capiterà, no?

Bellezze, come sempre questa è un’infarinatura, un modo per fare quattro chiacchiere e per avere un po’ di frivolezza che non guasta mai. Fatemi sapere cosa pensate di questi articoli, ma soprattutto fatemi sapere se leggerete L’ultimo abito da Parigi.

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Bibliografia:

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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