Il club delle lettrici compulsive

La sarta di Parigi – Georgia Kaufmann

La sarta di Parigi Book Cover La sarta di Parigi
Georgia Kaufmann
narrativa
Mondadori
26 gennaio 2021
cartaceo, e book
420

Un avvincente romanzo storico che racconta la vita avventurosa di una donna forte e affascinante e che, tra eventi epocali, amori e protagonisti indimenticabili, accompagna il lettore attraverso i continenti e cinquant'anni di storia del Novecento.

«Un romanzo elegante, sensuale ed egregiamente realizzato, proprio come un abito Dior» – Rachel Rhys

New York, 1991. Rosa Kusstatscher ha costruito un impero della moda sul suo gusto squisito e la capacità di indovinare l'abito perfetto per ogni occasione. Ma stasera, mentre si prepara per l'incontro più importante della sua vita, l'usuale sicurezza vacilla. Si sforza di trovare il vestito adatto e scegliere la giusta tonalità di rossetto e, nel farlo, inizia a raccontare la sua vicenda straordinaria. La storia di una povera ragazza di montagna, originaria di un piccolo villaggio del Sud Tirolo. Dell'occupazione nazista e della fuga dall'Italia di notte. Della speranza e del dolore straziante in Svizzera; del glamour e dell'amore a Parigi; dell'ambizione e della perdita a Rio de Janeiro; del successo e della scoperta di sé a New York. Una vita passata a correre, solo adesso Rosa se ne rende conto. È una donna che ha conquistato il mondo. Ma a quale prezzo? In parte ispirato alle vicende della madre e della nonna dell'autrice, La sarta di Parigi è un avvincente romanzo storico che racconta la vita avventurosa di una donna forte e affascinante e che, tra eventi epocali, amori e protagonisti indimenticabili, accompagna il lettore attraverso i continenti e cinquant'anni di storia del Novecento.

Bentrovate Compulsive, oggi partecipiamo al review party de La sarta di Parigi, debutto letterario dell’autrice inglese Georgia Kaufmann! Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più precisa del libro.

La sarta di parigi

Avete presente quando vi innamorate immediatamente  della sinossi di un libro? A me succede abbastanza spesso, non sempre l’innamoramento sopravvive alla lettura, ma quando capita è una sensazione bellissima! Questa volta, non solo l’amore è sopravvissuto, ma è addirittura cresciuto! Ancora non riesco a crederci!

Mi è piaciuto così tanto che non avrei voluto finirlo, fortuna vuole che sia abbastanza corposo e denso di avvenimenti!

La sarta di Parigi racconta l’appassionante storia di Rosa Kusstatscher, personaggio ispirato in parte alla nonna, in parte alla mamma e in parte all’esperienza dell’autrice stessa.

Rosa racconta in prima persona la storia della propria vita, nervosa per un incontro importante che la attende per quella sera, attenta a scegliere meticolosamente l’immagine da mostrare e nel contempo insicura per la prima volta da molto tempo. Non sappiamo a chi si rivolga né quale sia l’impegno che la aspetta, ma, nell’attesa, lei racconta. A lungo.

Racconta dell’infanzia tra le montagne del Trentino, negli anni ’30, in cui la vita sembrava essere fatta solo del piccolo paese e dei suoi abitanti, racconta dell’arrivo improvviso dei Nazisti, del disagio dell’occupazione, di una fuga rocambolesca attraverso le montagne, non più bambina ma ancora nemmeno donna, alla ricerca di un rifugio in Svizzera.

Gli anni della guerra, le difficoltà, la scoperta di un talento come sartina e il desiderio di fare qualcosa di più, di realizzare qualcosa di più grande. Rosa racconta dei suoi rimpianti, delle difficoltà e della paura nel partire all’improvviso per Parigi, della disperazione e dei colpi di fortuna che la portarono a lavorare nell’atelier di Dior, della felicità dolceamara che la portò in Brasile e della disperazione, che le aprì le porte di New York e di un’improbabile nuova occasione di felicità, il tutto senza mai cercare di abbellire la storia, senza indorare la pillola né cercare di uscirne con un’immagine in qualche modo migliore.

Si tratta di un romanzo storico meticoloso, dalla gestazione lunga che gli conferisce uno spessore e una patina di verosimiglianza con la realtà che gli sta incredibilmente bene.

Trovo davvero difficile scrivere questa recensione in parole comprensibili, perché tutto quello che il mio cervello riesce a formulare in relazione a questo romanzo è un suono inarticolato che somiglia grosso modo a “ommioddioèbellissimoleggetelotuttiiiiii”, ma ammetto che non lo troverei affatto adeguato.

Lo stratagemma di non svelare fino all’ultimo l’interlocutore di Rosa né la natura dell’impegno per cui si sta preparando in maniera così meticolosa incolla il lettore alle pagine e la narrazione è così fluida e coinvolgente che è impossibile non perdere la cognizione del tempo durante la lettura.

Mi sono commossa, mi sono arrabbiata, ho riso e ho gioito, ho vissuto una vita intera accanto a una protagonista straordinaria e il mio unico rimpianto è che sia durato solo poco più di 400 pagine.

Il fatto è, che oltre a essere un romanzo bello e ben scritto, la protagonista ha lo stesso nome che ho io all’anagrafe. Quel nome non è mai stato il mio, nessuno l’ha mai usato per chiamarmi, a parte mia nonna, che lo faceva solo perché era anche il suo nome, ma in qualche modo mi ha coinvolta a livello emotivo e credo che porterò questo romanzo nel cuore per un po’ di tempo.

Vi ho incuriositi almeno un pochino? Leggerete o avete letto La sarta di Parigi? Scrivetemelo nei commenti!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.

 

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