Il club delle lettrici compulsive

La volpe che amava le piccole cose – Nicola Pesce

La volpe che amava le piccole cose Book Cover La volpe che amava le piccole cose
Nicola Pesce
narrativa
Mondadori
1 Novembre 2022
cartaceo, e book
256
fornito dalla casa editrice

«Era la stessa cosa che le accadeva quando leggeva i libri nella sua tana. Una parola scritta trecento anni prima era stata scritta proprio per lei, era uno spillo che trapassava il tempo e le entrava nel cuore.» Come trovare la felicità? Che cosa vuol dire essere se stessi? Le risposte prova a trovarle la volpe Aliosha con il misterioso personaggio Ka e gli altri animali del bosco siberiano. Una metafora tenera e ironica sulla condizione umana e la nostra continua ricerca del senso delle cose e della vita.

Bentrovatə compulsivə! Oggi partecipiamo al review party di La Volpe che amava le piccole cose il nuovo romanzo di Nicola Pesce, pubblicato da Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

la volpe che amava le piccole cose

Per me dicembre porta sempre con sé un carico emotivo notevole: la dimensione intima e raccolta delle giornate più corte dell’anno, la ricerca del calore fisico ed emotivo, la voglia di accoccolarmi, l’importanza smodata che rivestono le luci, piccole isole di salvezza in una stagione buia e fredda.

Ritengo che le persone, così come molti animali, dovrebbero risolversi ad accettare di andare in letargo. La società ci costringe a fare finta di niente, ma la il nostro cervello ancestrale lo sa: l’inverno è fatto per rallentare. E invece no.

Ecco perché ho letto La volpe che amava le piccole cose.

Potreste obiettare che le volpi non vanno in letargo. Vero. Verissimo.

Ma Aliosha non è una volpe come le altre.

Per chi già la conosce, basterà dire che Aliosha è una volpe che ama i libri.

Per chi non la conosce, un po’ di contesto: siamo nella foresta siberiana, gli animaletti che vivono qui sono un po’ speciali e, una volta all’anno, si incontrano tutti in una sorta di neutralità che permette loro di abbeverarsi, preda accanto a predatore, e di formare un’assemblea in cui discutere le vicende della foresta, prendere decisioni e confrontarsi.

L’estate è arrivata e Aliosha, anche se non è andato in letargo, è uscito dalla sua calda tana con il solo pensiero di ritrovare la sua amata Nastja, con la quale ha discusso tempo prima e che non vede da un anno.

Incontra, invece, Ka.

Ka non sa che cos’è.

Non lo sa proprio!

Ha provato proprio tutto per scoprirlo, si è unito ai lupi, agli uccelli, alle capre, tutti hanno cercato di insegnargli a essere uno di loro, ma lui semplicemente non è nulla che loro conoscano.

Solo Aliosha non cerca di farne una volpe e, per aiutarlo, lo porta con sé all’assemblea degli animaletti: qualcuno lo riconoscerà.

Invece ne deriva un pandemonio, che porterà i nostri a ritrovare un vecchio, saggio amico, che li accompagnerà nel loro viaggio alla ricerca di sé e della bella Nastja.

Non vi posso nascondere la quantità invereconda di lacrime che ho versato leggendo La volpe che amava le piccole cose. 

La storia è semplice, una classica fabula in stile Esopo, con i suoi bei animaletti antropomorfizzati e la sua bella dose di morale, ma di una delicatezza disarmante che abbatte qualsiasi difesa della mente e che lascia che il messaggio colpisca proprio lì dove deve, con la precisione di un cecchino.

Lui, lo scrittore, nemmeno lo sapeva chi eravamo quando aveva iniziato a scrivere il libro, lui credeva -fesso com’era- di stare scrivendo un libro su tre animaletti in inverno in Russia, e invece stava scrivendo della propria anima, che alla fine è quello che fanno sempre tutti gli scrittori.

Nel corso delle loro chiacchierate, Aliosha, Ka e il topo Musoritz, toccano temi importanti e profondi, come lo scorrere del tempo, la felicità, tristezza, la voglia di conformarsi alla società e la spinta a non farlo, come in un piccolo compendio di aforismi che possono essere raccolti e riletti al bisogno, come in un piccolo manuale per rendere semplici i concetti difficili.

C’è tanta poesia in La volpe che amava le piccole cose, tanta da far perdere la cognizione della realtà.

Era tanto che non mi imbattevo in qualcosa di così profondamente emozionante come questo romanzo, che ha voluto tutte le mie lacrime, ma che mi ha lasciato quella sensazione di pace che si prova solo dopo essersi sfogati per bene.

«[…] Alla poesia penseremo dopo. Il mare è tanta acqua».
«Acqua!» disse la volpe assetata.
«Acqua che non si può bere,» specificò Ka.
«Ah, e a cosa serve allora!?»
«A sognare,» disse Ka.
[…]
«Vorrei vedere gli occhi di chi vede il mare per la prima volta!».

La volpe che amava le piccole cose ricorda vagamente l’atmosfera e la narrazione de Il piccolo principe, quindi, se siete della fazione che ama questo piccolo classico, lo amerete senza dubbio.

Se invece siete delle streghe senza cuore come le mie colleghe compulsive e non vi piace, allora lasciate perdere, questo libro non fa per voi!!

Avete letto La volpe che amava le piccole cose? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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