Narrativa, biografie
Mondadori
2022
Digitale - Cartaceo
107
Fornito dalla Casa Editrice
La memoria è un dono prezioso. È grazie a lei se – come sosteneva James Matthew Barrie, il creatore di Peter Pan – "possiamo avere le rose anche a dicembre". La memoria infatti ci consente di arricchire la nostra esperienza attingendo a tutto ciò che abbiamo vissuto e siamo in grado di rievocare. Il tutto diventa ancor più interessante se riferito alla memoria collettiva, un vero e proprio bene comune, strumento imprescindibile di conoscenza della nostra storia nazionale e dei personaggi spesso misconosciuti che l'hanno animata. Nulla come gli archivi storici ci dà l'occasione di esplorarla. Ed è ciò che hanno fatto gli otto scrittori i cui racconti sono raccolti in questo libro: a partire dagli archivi di istituzioni pubbliche e aziende private sono andati a caccia di storie, riportando tesori. Affrescando una Milano vividissima, tra anni Sessanta e oggi, Marco Balzano tratteggia la vita di un uomo dall'incanto dei sogni giovanili al confronto con la realtà, descrivendo con grande delicatezza il rapporto tra un padre e una figlia. Giuseppe Culicchia, conciliando una oculata documentazione con uno sguardo visionario, ricostruisce la trasformazione dell'azienda elettrica municipale torinese nell'attuale IREN, attraverso i documenti e le notizie contenute nel suo archivio vivente, fatto "d'acqua e di luce e di gas e perfino di rifiuti". Protagonista del racconto di Alessandro D'Avenia è Luigi Pirandello, che vorrebbe stipulare una polizza per assicurare il fuoco del desiderio e dell'ispirazione, il suo bene più prezioso, ciò che gli consente di scrivere, ovvero: "scorgere una mappa dove gli altri vedono solo un labirinto senza senso... e di gioirne e soffrirne nello stesso istante". L'avventura incredibile di Luigi Lavazza viene ripercorsa con partecipazione e ironia da Fabio Genovesi: nato da una famiglia contadina costruisce un impero tenendo insieme una estrema fedeltà alle proprie origini e lo slancio verso il futuro. Andrea Marcolongo ci porta con sé in un'esplorazione che inizia nel Teatro di Dioniso, ad Atene, nel 388 a.C., durante la festa delle Lenee, e da lì si snoda, tra le commedie di Plauto e le "parole" del risparmio. Un altro personaggio straordinario è Teresa Noce, raccontata da Lidia Ravera: deputata, esule, antifascista, partigiana, una tra le più importanti figure femminili nella lotta per la conquista dei diritti e delle libertà sociali delle donne. Nadia Terranova mette in scena Amalia, che da grande vuole diventare scrittrice e grazie a una visita all'Archivio di Stato di Torino scopre come la sua passione per la narrativa e le storie sia profondamente affine alla Storia con la S maiuscola, che ha sempre trovato ostica. Infine, a partire dalla definizione di "gas", parola che in questo frangente storico evoca ombre sinistre, Chiara Valerio ci conduce in un bellissimo viaggio attraverso la storia politica ed economica italiana, puntando l'attenzione sui passaggi cruciali in cui le donne hanno iniziato a sentirsi a proprio agio nel mondo della scienza, storicamente dominato dagli uomini.
Oggi partecipiamo al blog tour di Le rose a dicembre. Racconti dalla Notte degli Archivi, una raccolta di racconti, appunto, scritti da alcuni autori pazzeschi. Il libro è pubblicato da Mondadori. Prima di cominciare vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.
Cosa troverete e chi troverete in Le rose a dicembre? Ve lo dico subito: Marco Balzano, Giuseppe Culicchia, Alessandro D’Avenia, Fabio Genovesi, Andrea Marcolongo, Lidia Ravera, Nadia Terranova, Chiara Valerio. Ognuno di loro ha scritto un racconto e un accenno a un archivio storico. Viaggeremo tra Milano e Torino, quindi allacciate le cinture: si parte!
Quando il salvadanaio parla di noi – Andrea Marcolongo
Questo racconto, che inizia nell’antica Grecia, è una sorta di excursus etimologico/filosofico che tocca vari argomenti, tra cui il concetto stesso di tempo, come viene percepito e vissuto, e di scelta.
Spesso, troppo spesso, ci dimentichiamo però che essere liberi di scegliere significa sì avere un diritto da esercitare, ma allo stesso tempo anche un dovere da assolvere: quello di rinunciare. Viceversa, a cosa serve essere liberi? Tutti vogliamo essere “liberi da”, ma nel momento esatto in cui lo diventiamo siamo tenuti a “scegliere di”. E scegliere qualcuno o qualcosa significa, sempre per logica necessità, rinunciare a qualcun altro o qualcos’altro.
La mia considerazione: premetto che, come sempre, questa è la mia personalissima opinione sul racconto, non è una legge scolpita nella roccia, quindi fatevi la vostra idea leggendolo!
Il racconto di Marcolongo non mi è piaciuto. È scritto benissimo eh, con una proprietà di linguaggio pazzesca (finalmente!), con collegamenti notevoli, ma manca di emozione. Una volta finito non mi è rimasto nulla. Non mi ha fatto venire voglia di approfondire, di fare ricerca per conto mio. Pur essendo un ottimo esercizio di scrittura, resta confinato sulla carta.
Bene, ma non benissimo.
Teresa Noce – Lidia Ravera
Inizio questa micro recensione con una citazione:
L’aspetto che mi commuove di più nella storia di questa donna gigantesca non è il coraggio con cui ha sempre combattuto prima con le armi, poi con le leggi, perché tutti avessero le stesse opportunità, ma il suo rapporto con la parola. Forse perché io vivo di questo e so quanto è difficile, anche se sei nata nella seconda metà del secolo passato e nella classe sociale che ti garantiva l’istruzione, trovare le parole per raccontare il mondo. Forse perché l’immagine di una servetta di otto anni che lava un pavimento inginocchiata in terra nel silenzio di un salotto borghese non riesco a dissolverla pensando al seguito della biografia di quella bambina. Insomma, mi commuove e mi esalta e mi riempie di ammirazione che questa piccola analfabeta autodidatta abbia scritto libri, abbia fondato giornali, a Torino nel 1923 “La Voce della Gioventù”, in Spagna “Il Volontario della Libertà”, foglio dedicato agli italiani che sono corsi ad arruolarsi nelle brigate internazionali in difesa della Repubblica Spagnola.
Come avrete intuito, si parla di Teresa Noce, una donna straordinaria sotto ogni punto di vista.
Ho sottolineato un sacco di cose perché la storia di Teresa Noce mi ha toccata profondamente. La conoscevo di nome e, dopo aver letto le parole di Lidia Ravera, sono andata a leggere altro.
La storia del suo divorzio, del tradimento estremo da parte del marito perché il divorzio era illegale in Italia e quindi lui ha chiesto l’annullamento alla Sacra Rota, falsificando per giunta la sua firma, del suo allontanamento dal Partito per cui ha sofferto, lottato e combattuto perché hanno addossato a lei la responsabilità della fine del matrimonio e della modalità con cui è avvenuta.
È stata vittima dell’ipocrisia e del perbenismo… e mi fermo per non farvi un pippone di sedici pagine su un racconto di quattro.
Mi rispecchio nelle parole che ho citato all’inizio perché provo proprio le stesse sensazioni che descrive l’autrice.
Ecco perché, tra i due racconti, ho preferito decisamente quest’ultimo e sono felicissima di averlo letto e di aver imparato qualcosa anche oggi.
Degli altri racconti vi parleranno le altre, quindi non perdetevi le loro tappe!
Vado a leggere il resto!
Avete letto Le rose a dicembre? Vi aspetto per commentarlo!
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