Il club delle lettrici compulsive

Poster Girl – Veronica Roth

Poster Girl Book Cover Poster Girl
Veronica Roth
Distopico
Mondadori
2023
Digitale - Cartaceo
252
Fornito dalla Casa Editrice
Roberta Verde

Sonya Kantor conosce molto bene questo motto, visto che ha ispirato, meglio condizionato, gran parte della sua vita. In realtà queste parole hanno condizionato la vita di tutti gli abitanti della megalopoli di Seattle-Portland-Vancouver. Per anni, infatti, hanno dovuto adattarsi a un codice morale molto rigido e a una costante sorveglianza da parte della Delegazione, resa possibile da una sofisticata tecnologia. Poi la rivolta ha cambiato tutto. La Delegazione è stata rovesciata e sostituita da un nuovo governo. Tutti coloro che avevano avuto un ruolo nel regime precedente sono stati rinchiusi insieme alle proprie famiglie nell’Apertura, una vera e propria prigione alla periferia della città. Gli altri, finalmente liberi, hanno potuto proseguire con le loro esistenze. Sonya, figlia di uno dei membri di spicco della Delegazione e diventata famosa per essere stata, da adolescente, il volto dei manifesti propagandistici affissi per tutta la città, è imprigionata da anni nell’Apertura. Un giorno, un vecchio nemico si presenta da lei con una proposta: se troverà Grace Ward, sottratta alla famiglia dalla Delegazione quando era ancora una bambina, sarà libera. Per portare a termine la missione Sonya sarà obbligata a muoversi in un mondo che non riconosce, di cui ignora i meccanismi, estraneo (ed estremamente corrotto). E, soprattutto, a scavare a fondo nel passato, compreso quello della propria famiglia, anche più di quanto vorrebbe, portando alla luce verità dolorose e difficili da accettare. A più di dieci anni dal suo esordio con Divergent, Veronica Roth torna alla distopia con un mystery che esplora il ruolo sempre più pervasivo della tecnologia nella nostra società.

Oggi partecipiamo al blog tour di Poster Girl, il nuovo libro di Veronica Roth pubblicato in Italia da Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

Poster girl

Questa volta ho deciso di impostare la recensione in maniera diversa, aggiornandovi ogni tot durante la lettura perché ho sempre il dubbio di non riuscire a rendere bene l’idea di quello che ho provato leggendo. Quindi cosa ne dite di tentare in questo modo?

La cosa più interessante di Poster Girl è che siamo in un mondo distopico, ma questa volta la protagonista non sta cercando di rovesciare un governo tirannico, anzi! Lei è stata letteralmente il volto del classico governo assolutista tipico delle distopie.

Sonya Kantor era infatti il volto utilizzato per la propaganda della Delegazione, un governo che mirava al controllo della popolazione attraverso impianti ottici che permettevano di spiarne i cittadini e che sfruttava soprattutto il meccanismo della delazione, che portava il delatore ad accumulare DesCoin, la moneta in uso.

«È sembrato così ben fatto, così pulito, mettere voi Figli della Delegazione nell’Apertura, fare a voi ciò che la Delegazione aveva fatto a noi: considerarvi responsabili delle vostre famiglie. Accollare a voi i loro crimini. Solo…» Knox inclina la testa. «Non è ancora vera giustizia, eh? Perché tutti voi stronzi che vivete nell’Apertura avete potuto ricrearvi il vostro piccolo regno lì dentro. Il che mi porta a fare un’interessante analisi dei costi e dei benefici tutta mia; in quanto io non vorrei aiutarti a riguadagnare la libertà, Sonya Kantor. Ma penso anche che per te sarebbe una punizione maggiore tornare nel mondo reale piuttosto che passare il resto della tua vita in quella piccola gabbia.»

Sonya, nonostante tutto ciò che ha perso con la caduta del regime, sembra provare nostalgia per la Delegazione e per i perversi meccanismi che servivano a tenere in piedi la struttura di governo. Credo che questa sia la prima volta che mi capita di leggere una protagonista che ha nostalgia del regime, che non abbia tentato di distruggerlo dal suo interno, e già questo è un punto di svolta tra i vari distopici che ho letto (e che non sono pochi!).

30% della lettura: la Roth finalmente è tornata e lo fa con un libro semplicemente stupendo che mi ha catturata davvero in un attimo. Era da Divergent che non mi capitava di appassionarmi così tanto a un libro di questa autrice. Nonostante io abbia letto volentieri i due libri della serie Carve the Mark (I predestinati e Il destino divide) e The Ones, non avevano L’atmosfera avvolgente che ha caratterizzato la trilogia che ha reso famosa Veronica Roth in tutto il mondo. 

Poster Girl, a questo punto della lettura, mi sembra che abbia invece tutte le carte in regola per essere un distopico con la D maiuscola. 

Sonya è una protagonista sui generis proprio per tutto il discorso che ho fatto in apertura: non mi è mai capitato di leggere in un personaggio centrale, e che dovrebbe suscitare empatia nel lettore, una sorta di rimpianto nei confronti di un regime che invece avrebbe dovuto combattere, ma che ha talmente tanto interiorizzato da essere non solo la normalità, ma qualcosa di auspicabile.

Sonya è giovane, tanto giovane, il suo viso è il più riconoscibile e il più odiato da questo nuovo mondo in cui lei, suo malgrado visto la sorta di ricatto cui viene sottoposta, si trova muoversi. E non è facile muoversi in luoghi che non si riconoscono più, in mezzo a persone che hanno una concezione del tutto diversa della vita rispetto alla tua e che, soprattutto, sanno chi sei, che cosa ha fatto la tua famiglia, di quali orrori  si è macchiato tuo padre… 

Nonostante ciò, non è sempre facile empatizzare con lei, il sistema repressivo della Delegazione è ancora troppo impresso nella giovane.

45% della letteratura: Se traduci libri, dovresti saperlo già: LOCKET vuol dire MEDAGLIONE, non lucchetto. Lucchetto è PADLOCK.

Spiegami come puoi mettere una fotografia dentro un lucchetto! Ma suuuuu! Quando cadono su queste cose, impazzisco!

Va beh, per il resto fin qui è una bella storia. Vado avanti!

Fine del libro: Sì, lo so, il sistema è miseramente crollato, ma ho una spiegazione! Giuro che ce l’ho! È che, cavolo, questo libro è una bomba. A un certo punto decolla e non si molla fino alla fine. E, secondo me, trattiene anche un po’ dopo averlo chiuso. È la magia di un distopico ben scritto ed è anche il motivo per cui amo questo genere. Sono situazioni plausibili; estremizzate, certo, ma plausibili.

Roth punta il dito contro gli Impianti, dispositivi che dovrebbero essere un aiuto per le persone perché forniscono informazioni in tempo reale, permettono di condividere i propri interessi, di guadagnare denaro facendo determinate cose… Facciamo un esperimento? Provate a sostituire la parola impianto con social media.

Potente, vero? Eh. Perché i social influenzano la nostra vita, nel bene e nel male. Dalle pubblicità che ti appaiono in base alle tue ricerche online, alla soddisfazione per un certo numero di like o quando aumentano i follower, alla frustrazione quando il numero crolla improvvisamente, quando non arrivano più proposte di collaborazione… anche lo stesso atteggiamento che hanno le persone online, i cosiddetti “leoni da tastiera”…

Abbiamo già fatto in passato questo discorso e leggendo Poster Girl il paragone è davvero spontaneo. È una critica che arriva con la violenza di un pugno (o di un commento feroce sotto a un post), ma è proprio il motivo per cui amo i distopici: c’è sempre altro, dietro.

Sono contenta che la Roth sia tornata con un libro in grado di reggere il confronto con Divergent. Era ora! Leggetelo! Ci sono un sacco di sorprese. Tante tante!

Avete letto Poster Girl? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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