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Contro il Razzismo. – Marco Aime

Contro il Razzismo. Quattro Ragionamenti. Book Cover Contro il Razzismo. Quattro Ragionamenti.
Marco Aime
Antropologia
Einaudi
2016
cartaceo, ebook
157

In Europa avanzano movimenti xenofobi e in Italia si denunciano sempre più spesso episodi di razzismo. Quattro studiosi con competenze diverse provano qui a vagliare i concetti di identità e differenza, a comprendere i diritti dello straniero in Italia, a misurare quanto profonde siano le nostre convinzioni sulle differenze biologiche e culturali e come se ne debba parlare. Guido Barbujani sceglie la prospettiva della genetica per decostruire le presunte basi scientifiche del razzismo; Marco Aime usa un approccio antropologico per comprendere alcune nuove declinazioni, di carattere culturale, assunte da certi razzismi. Federico Faloppa compie un'analisi linguistica, utile a capire gli elementi discriminatori che mettiamo in atto, spesso inconsciamente, usando le parole in un certo modo; infine Clelia Bartoli usa lo sguardo socio-giuridico per comprendere come le insidie del razzismo si celino anche nelle istituzioni "democratiche".

“Contro il Razzismo. Quattro Ragionamenti” è il titolo, eloquentissimo, del saggio a cura di Marco Aime che tratta la discriminazione razziale e la sua evoluzione ai giorni nostri.

Marco Aime è Professore di Antropologia culturale presso l’Università di Genova, antropologo e scrittore prolifico sia di testi antropologici, sia di numerosi testi di narrativi. Il suo lavoro è vasto e incredibilmente godibile, sempre caratterizzato da un taglio divulgativo, piacevole, scorrevole e incisivo.

Questo testo raccoglie quattro articoli, di altrettanti esperti, che spiegano il razzismo, la sua infondatezza e i suoi cambiamenti.

Il primo articolo, a cura di Guido Barbujani, riguarda il concetto stesso di “razza” da punto di vista biologico. Spiega in maniera puntuale ed ironica come studi recenti abbiano evidenziato che, per quanto riguarda il genere umano, le differenze a livello di dna mitocondriale che caratterizzano l’esistenza delle razze, non sussistono. Il discorso è articolato sotto forma di intervista, ogni paragrafo ha come titolo una domanda, il tono è scanzonato e leggero, si legge davvero col sorriso.

Il secondo articolo è a cura di Aime stesso e spiega come, al giorno d’oggi, la parola “razza”, non trovando più sostegno nell’apparato scientifico, si sia camuffato con il concetto di “cultura”.  La cultura, in questo contesto, è diventata una parola che indica qualcosa di immutabile, innato, facente parte di un certo territorio ed esclusiva di coloro che vi sono nati, che sono “autoctoni”. Che lì hanno le loro “radici” e “tradizioni”, che fanno parte di quel determinato “popolo”. Costoro vedono sé stessi come contrapposti a tutti gli altri, che sono “altri” per definizione, a prescindere da chi siano effettivamente. Che si tratti solo di diversa provenienza o di diverse religioni, il risultato resta l’esclusione e l’allontanamento del “diverso”

Altrettanto interessante il terzo articolo, scritto da Federico Faloppa, che si pone come un’attenta analisi linguistica che mette sotto esame il linguaggio del razzismo e quelle costruzioni linguistiche che usiamo senza renderci conto della loro valenza discriminatoria. Molto interessante la dissertazione sul termine “buonista”.

In ultimo troviamo l’esaustivo articolo di Clelia Bartoli, che con sguardo preciso descrive la macchina dell’accoglienza in Italia, i suoi punti deboli e il razzismo insito anche in strutture mascherate da democratiche.

Non scendo nei dettagli degli articoli perché spero di invogliare tantissime di voi a leggere questo testo, personalmente l’ho trovato molto bello. Non è stata una lettura spontanea, faceva parte dei testi consigliati per l’esame di Antropologia della Contemporaneità che ho sostenuto da poco, ma mi ha illuminato così tanto che, una volta restituito alla biblioteca, ho aperto Amazon e me lo sono comprato. Il motivo per cui l’ho così tanto apprezzato è che, in un mondo dove vengo assalita ogni giorno dalla violenza di “opinioni” (oh sì, c’è una parte anche su questo!!) contrarie a quella che è la mia sensibilità, in un mondo in cui tutto deve essere urlato in faccia a chi non la pensa allo stesso modo, in cui il dibattito si sposta sempre più su un piano di infantilismo isterico volto più a mettere a tacere l’altro che a conoscerne il pensiero, questo libro sussurra.

razzismo

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