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Elisa Piccinelli – L’intervista – Blog Tour I destinatari

Siamo arrivati all’ultima tappa del Blog Tour de I destinatari di Elisa Piccinelli. Attraverso questo Blog Tour abbiamo imparato a conoscere un po’ l’autrice e il mondo da lei creato, ma adesso è il momento di approfondire ancora di più. Siete pronti?

Elisa piccinelli

Ciao Elisa e grazie per essere qui con noi. Partiamo subito con una domanda a bruciapelo, per conoscerci un po’. Parlaci di te: chi è Elisa Piccinelli?
Quello che vedi è quello che ottieni con me. Sono anche troppo trasparente. Quello che provo mi si legge in faccia, non posso farci nulla… Sono insicura e introversa, ma se mi sento a mio agio sono una gran chiacchierona e chi mi ferma più? Sono testarda, pigra, affettuosa, sensibile, onesta, mi piace ridere e, ancora di più, far ridere.
Amo scrivere, leggere, imparare lingue straniere, cantare (ho fatto parte di due cori per anni), guardare film e serie TV, cucinare e giocare con la mia bambina. Adoro fare la mamma!
Sono nata a Grosseto, ma a 19 anni mi sono trasferita a Londra perché sognavo di imparare bene la lingua inglese. Dovevo rimanere solo 6 mesi e, alla fine, sono rimasta 7 anni! Ora sono da un mese a Ferrara dopo aver vissuto 4 anni in Germania. Vivere all’estero ha influito molto sullo sviluppo dei miei personaggi e sulla mia visione del mondo. Sono state esperienze incredibili anche se è stata dura, a volte.

Quanto tempo dedichi alla scrittura?
Quando scrivevo “I Destinatari” minimo 3 ore al giorno. Avrei voluto scrivere molto di più, ma ho bisogno di stare da sola quando lavoro, altrimenti non riesco a concentrarmi. Infatti, se ci sono mio marito e mia figlia a casa, scrivo solo se dormono.

Cosa vuol dire per te scrivere?
Svuotare la mente di tutte le storie, dialoghi e personaggi che me l’affollano giornalmente… Vederli crescere sulle pagine, seguire gli eventi e scoprire dove mi portano e in quale mondo fantastico.

E ora veniamo al libro: Come nasce l’idea de I destinatari?
È nata tanti anni fa, credo più di dieci. Io penso continuamente e questa storia è apparsa nella mia testa a causa della mia innata curiosità. Mi pongo sempre domande sull’universo e rispondo a modo mio, con fantasia. All’inizio era solo un concetto che girava intorno alla fatidica domanda “cosa ci sarà dopo?”, poi, negli anni, ho sviluppato le regole del Mondo e tutte le sue sfaccettature.

Sei rimasta sempre fedele all’idea iniziale oppure, durante la scrittura (o anche a romanzo ultimato), hai deciso di cambiare qualche dettaglio nella trama, qualche scena o qualche personaggio?
Io cambio ciò che scrivo di continuo. Se qualcosa non mi convince, cancello e riscrivo. Figurati che, quando ho iniziato a scrivere, non sapevo nemmeno cosa sarebbe successo alla fine. Avevo bisogno di trovarmi nel mezzo degli avvenimenti e di conoscere i miei personaggi a fondo prima di decidere una sentenza definitiva. Sentivo la necessità di scovare qualcosa che lasciasse il lettore di stucco. Odio i finali scontati. E, appena ho capito che direzione avrebbe preso la storia, ho sentito un brivido e mi sono commossa. In quel momento ho capito che avevo scelto il finale che avrebbe reso giustizia alla storia e sarebbe stato in linea con ciò che mi piace leggere.

Come mai hai deciso di concentrarti sull’aldilà?
Non lo so… Non c’è una ragione precisa. Forse perché non ho mai letto un libro o visto un film che rappresentasse “la mia visione” personale di questo ipotetico mondo. Forse avevo bisogno anche di trovare una ragione per alcune cose che mi erano capitate personalmente e che non riuscivo a spiegare. Come le famose coincidenze che capitano a tutti nella vita e che ti lasciano con un enorme punto interrogativo in testa…

Perché proprio gli anni ’80?
Posso solo dire che il 1980 non è solamente l’anno della mia nascita. Mi devo fermare qui, allarme spoiler! E rischierei anche di svelare dettagli del prossimo…

Come nasce l’idea della scelta?
Sempre a causa della mia irrefrenabile necessità di rendere sempre tutto romanticamente fantastico. Mi interessava trasformare ciò che ci fa più paura e su cui non abbiamo nessun controllo in qualcosa che invece si può manovrare a nostro piacimento. Ho guardato tanti documentari su esperienze extra corporee, avvistamenti di spiriti, persone che ricordano la loro vita passata, e ho pensato: magari i miei personaggi hanno più di un’opzione e possono scegliere cosa diventare…

Qual è il tuo personaggio preferito?
Bella domanda! Il mio preferito non è la protagonista, Emily, ma uno dei suoi migliori amici, George. Riesce sempre a mantenere il suo senso dell’umorismo nonostante tutto. È un personaggio molto profondo e sensibile, anche se non si direbbe, e il suo proteggersi facendo lo spiritoso mi ricorda un po’ me stessa. Attenzione, non è assolutamente costruito! Lui è così, spontaneo, senza filtri, vero, schietto e il suo essere spesso fuori luogo è una caratteristica che mi fa ridere sempre…

La tua citazione preferita de I destinatari:
Mi sembra strano pensare che qualsiasi cosa io abbia scritto possa diventare una citazione, ma c’è una frase che mi piace e che uso spesso sui social per presentare il libro. Racchiude il mio modo di scrivere e di vedere le cose. Mi rappresenta.

“Non aveva senso rimuginare su un pianeta che l’aveva sputata via come un nocciolo di ciliegia. Le era stata data una seconda occasione di vita e non aveva nessuna intenzione di passare l’eternità a farsi trascinare nella disperazione da un’esistenza che non le apparteneva più.”

Se da I destinatari fosse tratto un film, chi sceglieresti per interpretare i protagonisti?
Non saprei… Non conosco attori adolescenti famosi. Posso però dirti quali attori immaginavo per alcuni dei personaggi. Tilda somiglia a Rachel Hurd Wood nel film Peter Pan; George somiglia a Jesse Williams di Grey’s Anatomy (che immaginavo da adolescente) e Haru somiglia a Masi Oka in Heroes.

Raccontaci qualcosa che avresti voluto dire in un’intervista ma che non ti hanno mai chiesto prima:
Non mi hanno mai chiesto cosa rappresenta il mio libro per me. Mi sono sempre sentita inferiore agli altri a causa della mia insicurezza e per me scrivere il libro ha rappresentato una grande sfida. Sapevo che sarei dovuta uscire dal mio guscio e affrontare il mondo se volevo che la mia storia uscisse dalle pareti di casa mia. E piano piano mi sto sciogliendo e sto imparando ad amarmi un po’ di più e a credere in me stessa come non ho mai fatto prima. Sono sincera, mi sono stati di grande aiuto i complimenti ricevuti da lettori che non mi conoscono personalmente. Sono quelli che valgono di più perché sono disinteressati e, ovviamente, chi non ti conosce non ha paura di ferirti in qualche modo e così dice quello che pensa davvero. Se anche solo una persona, che non sa nulla di me, ama quello che faccio, vale la pena continuare e metterci tutta me stessa.

Stai lavorando a qualche altro progetto?
In questo momento sto lavorando molto alla promozione de “I Destinatari” e poi ho iniziato a scrivere le idee per il continuo. Sto riempiendo un quaderno di varie scene, dialoghi, possibili eventi, intrecci ecc… Tra poco sarò pronta a iniziare a scriverlo.

Cosa ne pensate di questa intervista ad Elisa Piccinelli?
Con oggi chiudiamo questo Blog Tour, ma non perdetevi il Review Party del 5 dicembre!

Se vi foste persi le tappe precedenti, ecco il calendario riassuntivo. Andate a vedere! Vi assicuro che non ve ne pentirete!

elisa piccinelli

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

3 Risposte a “Elisa Piccinelli – L’intervista – Blog Tour I destinatari”

    1. Ne ho una io! (Un’altra… ebbene sì 😉 ).
      Se potessi scegliere tra anima semplice, reincarnazione e destinatario, cosa sceglieresti?

       
      1. Sceglierei di diventare Destinatario perché l’idea di vedere i miei cari sulla Terra, ma non poterli contattare, mi farebbe stare male. E poi mi affascina il lavoro di Destinatario: avere tra le mani la vita di un’altra persona è una grande responsabilità, ma può anche dare delle grandi soddisfazioni.

         

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