Il club delle lettrici compulsive

Exit – Alicia Giménez-Bartlett

Exit Book Cover Exit
Alicia Giménez-Bartlett
Narrativa
Sellerio
2012
Digitale - Cartaceo
305
Maria Nicola

Exit è una villa di campagna immersa nella natura. Un giardino lussureggiante, stanze e saloni arredati con gusto, quadri antichi, candelabri sul caminetto, lucenti cassettoni sui soffitti. Qui, nell'annuncio abbagliante della calura estiva, uno alla volta arrivano gli ospiti. Due giovani donne: Clarissa, fragile e intensa; l'elegante Pamela, bella quanto caustica. Il finanziere Finn, uomo raffinato e colto, eccellente conversatore. La vedova Tevener, una signora con i capelli rossi allegra e sensuale. Il signor Ottosillabo, macchinista ferroviere, il poeta Léonard, capelli a spazzola e sguardo penetrante, sempre capace di provocare gli altri. In poco tempo diventeranno intimi e amici, pronti a vivere e a dissolversi nel gioco del destino e della passione. Gli ospiti sono stati accolti da due medici in camice bianco e dall'infermiera Matea, specializzata in psicologia, che prepara cene e pranzi squisiti. Sottili fette di roast beef, uova e salsicce, scintillanti frittate, teglie con pasticci di carne e formaggio, aringhe affumicate e cestini traboccanti d'uva. La musica accompagna il passare del tempo, tra canzoni tzigane e boleri, sonate al chiaro di luna e contagiose melodie jazz. Tutti insieme, gli ospiti, i medici e l'infermiera, condividono colazioni e banchetti, passeggiate, escursioni, chiacchiere e battibecchi.

Exit è un romanzo di narrativa nato dalla penna della spagnola Alicia Giménez-Bartlett nel 1983 e tradotto e pubblicato in Italia da Sellerio nel 2012.

exit

Se vi dicessero che esiste un luogo, una splendida villa corredata da un immenso parco del tutto immersa nella pace e nella tranquillità, dove rilassarvi e poter organizzare il suicidio perfetto, indolore e pieno di “stile… cosa rispondereste?

 Sono venuta qui per suicidarmi in modo originale, personalizzato, confortevole e poco traumatico – esattamente come promette la vostra pubblicità -, in modo civilizzato, e questo è proprio quello che intendo fare.

Nella “clinica” del dottor Berset, che si avvale del prezioso aiuto del collega Eugenius e dell’infermiera Matea, gli ospiti, organizzati in gruppi di sei/sette persone, possono concludere elegantemente la propria vita. Il percorso che li accompagnerà verso la fine dura tre mesi ed è arricchito da feste, escursioni, grandi mangiate e risate in compagnia; con il cambio stagione, però, si conclude il viaggio del gruppo verso l’oblio.

 Il dottor Berset rimase solo nel giardino, davanti alla grande casa dove gli ospiti, nelle loro camere, cominciavano a spegnere le luci. Tutta quella gente che presto sarebbe morta, riposava sotto la sua protezione. Si sentì un po’ come un dio.

 Berset è molto efficiente, si occupa di ogni dettaglio medico, mentre il suo assistente Eugenius è “l’anima della festa”, l’architetto della grande dipartita degli ospiti, e Matea passa dalla cucina ai liquori alle incombenze da infermiera.

L’estate nella villa vede gli ospiti spirare uno a uno, ma forse non tutti vogliono davvero metter fine alla loro esistenza… Niente paura, c’è un diritto di recesso nel contratto! Appena in tempo affinché il caldo sole lasci spazio all’arrivo del nuovo ciclo di ospiti autunnali.

 La paura è la sola cosa che separa l’uomo dal suicidio: la paura di non essere capaci, la paura di perdere la dignità, la paura di scoprire che la fine, quando arriva, non è bella e facile come si immaginava.

 L’idea della Bartlett di mettere nero su bianco un tema caldo come l’eutanasia non dovuta a motivi strettamente di carattere medico, nel 1983, ha un che di coraggioso.
All’epoca la scrittrice era poco più che trentenne, nel fiore degli anni, eppure in Exit riesce a trasmettere, con le vicende intrecciate dei nostri protagonisti in villa, un senso di “vissuto” che scrittori più anziani di lei non hanno mai lasciato tra le righe dei loro romanzi.

Alcuni episodi, come voler morire in stile “Giulio Cesare”, sono sia caricaturali rispetto all’ospite che lo richiede sia spassosi, quasi a mitigare la serietà della situazione finale.

Lo stile della Bartlett è raffinato, non troppo ricco di dettagli e molto scorrevole; è piacevole imbattersi nelle vicende degli ospiti della clinica e anche cercare di indovinare quali scelte e richieste avranno fatto per i loro ultimi momenti in vita, questa ricerca rende meno cruda la realtà delle loro azioni.

Sono felice di aver letto Exit, perché si parla moltissimo di eutanasia legata a un contesto di cure e sofferenza, ma poco nell’ambito di un disagio di vivere in assenza di malattia. Se una persona ha quello che veniva definito “le mal de vivre” viene subito additata come pazza, ma la verità è che a volte, anche se aiutati a comprendere le ragioni di questo male di vivere, la psiche umana non è in grado di conviverci ed è più “facile” decidere di non farlo. Questo romanzo sottolinea con grande tatto che di facile, in una scelta del genere, non c’è proprio niente!

Ci va moltissimo coraggio nello scegliere di smettere di vivere, sicuramente accompagnato da una certa dose di cinismo ed egoismo, ma pur sempre coraggio…

Avete letto Exit? Vi aspetto per parlarne!

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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