Fantasy
Self publishing
2019
Cartaceo - Digitale
305
Finalmente i sette racconti fantasy dell’Antica Cina e il mystery storico di Shanmei in un' unica antologia: Il Fermaglio di Giada, Gli Otto Sigilli della Fenice di Fuoco, Le Diecimila Lame della Vendetta, Mille Fiori Dorati sul Mare Tranquillo, Luna crescente Vento d’Estate, È tempo di partire, Làn Hua e il Brigante e Un gioco di pazienza. Disponibili anche singoli in formato digitale. Shanmei è nata a Milano alla fine degli anni ’60. Dopo la Laurea e una tesi di ricerca in Storia Moderna e Contemporanea dell’Asia presso l’Università degli Studi di Torino, le sue ricerche si focalizzavano sulla Cina dei Boxer e sulla condizione della donna in epoca Qing, ha iniziato a occuparsi di libri ed editoria aprendo un blog letterario e recensendo e intervistando scrittori. Blog che dirige ormai da più di 10 anni.
Quando mi è stato chiesto di partecipare al Review Party de Il meglio di Shanmei, una raccolta di racconti ambientati in Cina, come avrei potuto rifiutare? Proprio io che in Cina ho passato più anni di quanti mi piaccia ricordare, poi… E quindi eccoci qui.
Vi lascio il calendario con i blog che posteranno la recensione oggi, in modo che possiate farvi un’idea di questa raccolta.
La raccolta comprende otto racconti, sette fantasy e un mystery:
- Il Fermaglio di Giada
- Gli Otto Sigilli della Fenice di Fuoco
- Le Diecimila Lame della Vendetta
- Mille Fiori Dorati sul Mare Tranquillo
- Luna Crescente Vento d’Estate
- È tempo di partire
- Làn Hua e il Brigante
- Un gioco di pazienza
I racconti sono ambientati in Cina, in epoche storiche differenti. Ognuno tocca argomenti diversi come onore e vendetta, dinamiche familiari, amore.
Ho scelto di approfondire Il fermaglio di Giada perché parla della mia imperatrice cinese preferita: Cixi (sì, ho un’imperatrice preferita. Cosa ci devo fare?).
Nel racconto, Ming Chen e Pi Yao devono far arrivare nelle mani dell’imperatrice Cixi un messaggio che potrebbe cambiare le sorti della rivolta dei Boxer. Dovranno fare i conti con nemici versati sia nelle arti magiche che nell’uso delle armi, tenendo presente che nulla è come sembra…
Il racconto è breve, ma efficace perché introduce il lettore nella cultura cinese. C’è una frase che mi ha colpita particolarmente perché, pur essendo presente in un fantasy con maghi, spettri e compagnia bella, rappresenta in toto una buona fetta della società cinese.
Man Chengfu, il pretendente al trono imperiale, sta tramando nell’ombra per detronizzare Cixi:
Doveva sconfiggere l’imperatrice sul suo stesso piano politico, farle perdere la faccia, una volta per sempre, e poi forse chissà, quella dannata donna, avrebbe finalmente tolto il disturbo, magari suicidandosi.
Il concetto di faccia è importantissimo ancora oggi nella società cinese. Perdere la faccia, fare una brutta figura, può avere conseguenze devastanti sulla vita di un cinese. Il Miànzi è il corrispondente cinese della reputazione. Perdere la reputazione potrebbe significare perdere connessioni lavorative o addirittura gli amici. Il Miànzi poi, è fondamentale perché, in base a questo, si sviluppa il Guānxi. Siete confusi? Eh, lo so. Immaginatemi nel 2009, disorientata e senza pizza in balia di queste cose… Ecco.
È difficile per noi occidentali capire davvero il significato di Guānxi. Pur avendolo ben presente e ben chiaro nella mia testa, è difficile da spiegare perché potrebbe sembrare che abbia una connotazione negativa, quasi da mentalità mafiosa, ma non è davvero questo il caso. Intanto, la società moderna è ancora fortemente basata sui clan familiari. Attraverso i matrimoni, si annettono persone al clan e, insieme alla persona stessa, si annettono anche gli eventuali contatti lavorativi e amici.
Guānxi rappresenta un sistema di relazioni costruite nel tempo che permettono alla persona di ottenere qualcosa, in modo che ci sia una rete tesa e pronta ad aiutare in caso di bisogno, sia sul lavoro che in casa.
Méi guānxi, non c’è problema, è stata una delle prime frasi in cinese che ho imparato.
Ci sono altri 9500 dettagli volendo che potrei raccontarvi sul sistema delle relazioni sia personali che lavorative in Cina, ma mi limiterò a questo, sottolineando appunto la bravura dell’autrice nell’inserire una cosa così grande e importante che, a chi non ha esperienza di Cina, potrebbe sfuggire, ma che in realtà contribuisce a delineare perfettamente i personaggi e, sopratutto, quello che c’è in ballo davvero.
La protagonista indiretta è l’imperatrice madre Cixi che, come vi ho detto in apertura, è una delle mie preferite. La sua storia è complessa e controversa. Si dice che fosse una despota che diffidava di tutti, capace di eliminare in modo molto opportuno i suoi antagonisti e detrattori. A me piace pensarla come una donna forte e determinata che ha retto per quarantasette anni un impero gigantesco, molto spesso diviso da rivolte interne.
Inoltre ha contribuito ad ampliare il Palazzo d’Estate, uno dei miei posti preferiti di Beijing (ok, me la sto tirando… di Pechino. Meglio?). Vi metto qualche fotografia per farvi capire perché amo questo posto.
Un altro luogo meraviglioso è la Città Proibita, ovvero il palazzo in cui risiedevano gli imperatori cinesi. Durante la mia ultima visita purtroppo pioveva, ma direi che le fotografie rendono comunque l’idea della grandiosità.
Ora che avete visto parte dei luoghi in cui questi racconti sono ambientati, provate a rileggere tenendoli presente… Riuscite ad immaginarvi le scene descritte?
Nonostante questo sia un racconto breve, mi sono affezionata ai protagonisti. Pi Yao prova una sincera ammirazione nei confronti di Ming Chen, sua misteriosa ed enigmatica compagna, e mi sarebbe piaciuto potermi intrattenere in loro compagnia molto più a lungo. Se Shanmei dovesse scrivere ancora delle avventure di questi due personaggi, di sicuro non mi farei sfuggire il libro!
Come sempre, quando si tratta di una raccolta di racconti, è difficile fare la recensione di tutti. Devo ammettere che non tutti mi sono piaciuti allo stesso modo. Il Fermaglio di Giada è stato in assoluto il mio preferito, ma ho apprezzato moltissimo anche Mille Fiori Dorati sul Mare Tranquillo e Làn Hua e il Brigante. Lo stile dell’autrice è fluido e nonostante siano racconti brevi, riesce a rendere perfettamente l’idea di ciò che vuole raccontare.
Le sue protagoniste sono donne che si salvano da sole. Donne forti, indipendenti, intraprendenti, e coraggiose che vanno avanti nonostante la paura. Essere donna, a volte, è difficile anche al giorno d’oggi. Provate a immaginare: essere una donna e un medico nella Cina antica, disapprovate dalla famiglia e dalla società (tenendo presente anche quello che vi ho raccontato prima della struttura dei rapporti interpersonali). Ecco come sono le donne di Shanmei e sono esattamente le protagoniste che piacciono a me, ovvero quelle che non si lasciano abbattere dalle circostanze, anche se tutto il mondo intorno pare crollare.
Purtroppo, sono costretta a togliere una stellina alla mia valutazione a causa dei numerosi refusi che ho trovato nel testo e mi dispiace immensamente perché trovo che ambientare dei fantasy in un posto così lontano e misterioso sia davvero un’idea geniale. Ho anche adorato il fatto che l’autrice abbia definito questi racconti come ibridi perché filtrati comunque dal suo essere una wàiguórén (straniera). E non vedo l’ora di leggerne altri!
I racconti sono disponibili in formato cartaceo per quanto riguarda questa raccolta e singolarmente in formato digitale. Se siete curiosi, vi consiglio di iniziare proprio dal primo, per familiarizzare con lo stile dell’autrice e con l’argomento.
Avete letto Il meglio di Shanmei? Vi aspetto per commentarlo insieme!
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