Il club delle lettrici compulsive

Intervista ad Antonio Scotto di Carlo, autore de Il dio sordo

Buongiorno compulsivi. Il nostro ospite di oggi è Antonio Scotto di Carlo, autore de Il dio sordo del quale ci ha raccontato la nostra amica Mirella. La nostra compulsiva per un giorno ha anche intervistato l’autore per noi.

Scopriamo insieme cosa ci ha raccontato.

Chi è Antonio Scotto di Carlo come scrittore e come persona?
Sono un tizio come tanti. E come tanti, a un certo punto della mia vita, ho sentito l’impulso di coltivare una passione e inseguire un sogno. Convinto che per ottenere un buon risultato si debba dare tutto, ho lasciato il mio regolare lavoro e mi sono dedicato completamente al libro che sentivo di avere dentro.

Leggendo Il dio sordo traspare un grande amore per la musica, da Baglioni a Mozart. Come mai ha scelto proprio Beethoven come protagonista del suo libro?
Le risponderò con sincerità, a costo di sembrare retorico. In realtà è stato Beethoven a scegliere me. Io non avevo alcuna intenzione di diventare scrittore; avevo la mia vita normale e così andavo avanti; poi, una mattina, mentre ascoltavo la Nona in cuffia, una storia iniziò a prendere forma nella mia mente, e l’entusiasmo che mi donò l’idea di immortalarla in un libro fu dirompente, tanto da indurmi a intraprendere la via di scrittore.

Era già in possesso di informazioni tanto particolareggiate sulla vita e le opere del maestro o quelle che troviamo nel libro sono frutto di una documentazione attenta e accurata?
Sapevo qualcosa di Beethoven, ma poco. Troppo poco per poter scrivere di un personaggio noto in tutto il mondo. Mi è stato subito chiaro che avrei dovuto affrontare un enorme lavoro di ricerca: non per niente ho impiegato dodici anni per portare l’opera a compimento.

Il dio sordo, il primo libro di Antonio Scotto di Carlo
Il dio sordo, il primo libro di Antonio Scotto di Carlo

Come mai, in un libro già di per sé scritto in modo eccellente e raffinato, ha sentito il bisogno di usare spesso un linguaggio desueto? Non pensa che un linguaggio più “modesto” possa rendere la lettura più fluida ma soprattutto non faccia cadere nella trappola dell’autoreferenzialità?
Fermo restando che a conferire l’atmosfera ottocentesca a una narrazione è proprio il linguaggio d’epoca, consideri che questo è stato il mio primo lavoro. Ciò vuol dire che mancavo dell’esperienza per pormi interrogativi tipo “cosa ne penserà il lettore?”. Ho scritto quest’opera seguendo l’istinto, e se da un lato ci sono aspetti migliorabili a causa dell’inesperienza, dall’altro c’è una genuinità/ingenuità che il lettore percepisce e che conferisce un plusvalore determinante al libro – almeno così dicono alcuni lettori.

Perché ha deciso di portar a termine la storia in un altro volume?
Quando cominciai a scrivere, non immaginavo che avrei reperito così tante informazioni su Beethoven, e la sfida di tralasciarne il meno possibile mi prese parecchio. Alla fine il testo era lunghissimo. In quel gennaio del 2012 non sapevo ancora degli e-book e l’obiettivo era il cartaceo. Ho diviso la storia in due poiché le dimensioni di un volume unico sarebbero state quelle di un dizionario. Quando in seguito ho pubblicato anche la versione digitale, ho ritenuto giusto che rispecchiasse quella cartacea.

Lascia basiti che il suo libro, che ha il 99% di recensioni favorevoli (anobii, IBS, Amazon, blog specializzati nel settore), non abbia mai trovato un editore disposto a pubblicarlo e invece si trovano sponsorizzati da grandi editori prodotti sicuramente meno pregevoli o addirittura giudicati illeggibili. Si è mai spiegato il motivo?
“Se il libro vale, un editore lo trovo”. Questo era il mio motto. Perciò mi sono concentrato esclusivamente sulla qualità del testo. Addirittura, sostenevo che non avrei mai sborsato un euro per pubblicarlo e che se non avessi trovato un editore avrebbe significato solo che il lavoro non meritava. Il confronto con la realtà mi ha poi mostrato le “inimmaginabili regole del mercato”: prima di creare un prodotto, devi già sapere come venderlo; altrimenti… che lo fai a fare?Per perdere tempo? Non avendo io né fama né soldi da offrire a corredo del manoscritto, gli editori (ne avrò contattati un centinaio) hanno ritenuto più saggio scartare un progetto che non dava loro alcuna garanzia di ritorno economico per gli sforzi (tempo e denaro) che avrebbero dovuto sostenere. Purtroppo il mercato pare che funzioni così. L’idea di un editore che scopre uno scrittore, lavora sul suo manoscritto, pubblica il libro e si occupa della promozione fino al successo è molto romantica, romantica quanto quella che a mettere i doni sotto l’albero sia un generoso vecchio barbuto venuto giù dal camino…

Leggendo altre sue opere sembra quasi che in lei vivano due scrittori, uno colto e raffinato che scrive di Beethoven e Napoleone e un altro più “terra terra”. Come mai questo cambiamento di stile?
Perché ho preferito adeguarmi al mercato. Una scelta che non mi varrà applausi, ne sono consapevole. Finora ho tentato di essere breve perché immagino che le risposte prolisse non entusiasmino chi legge. In questo caso, faccio un’eccezione per la quale mi scuso in anticipo. Il fatto è che il genere di lettori a cui propongo Il dio sordo è legittimamente snob, nel senso che una buona parte di esso non prende in considerazione uno sconosciuto che si autopubblica (“legittimamente” perché oggi, volendo, perfino un analfabeta può autopubblicarsi e il lettore deve pur difendersi). C’è però un altro genere di lettori, quello che legge per svago, e una buona parte di esso si interessa al libro che gli capita sott’occhio indipendentemente dalla “provenienza” dello scrittore. Certo, le recensioni raccolte da questi lavori più commerciali non sono paragonabili a quelle per Il dio sordo; però almeno qualcosa si muove. Mi permetta di farle un esempio, perché a volte mettersi nei panni altrui aiuta a comprendere più che a capire soltanto. Lei apre un blog con due sezioni: una che si occupa dei diritti sociali, un’altra in cui dà consigli per lo shopping, e mette un articolo per parte (ovviamente elaborare quello sui diritti sociali le prende molto più tempo). Alla fine del mese si ritrova con 8 mipiace e 1 commento nella prima sezione, mentre ha 400 mipiace e 25 commenti nella seconda. Come ripartirà il suo tempo per i successivi articoli? Magari, infastidita da come funziona il mercato, deciderà di sfidarlo abolendo la sezione dello shopping; ma quando a fine mese si ritroverà con 2 mipiace e zero commenti, si renderà conto che gli 8 mipiace del mese precedente erano quasi tutti spunti di curiosità da parte di utenti attirati dai suoi consigli per lo shopping. Il terzo mese si dedicherà totalmente alla sezione dello shopping e il suo articolo ottiene 800 mipiace e 40 commenti. Come sceglierà di impostare il quarto mese? Ovviamente, ciascuno ha la propria sensibilità e le proprie idee. Dal canto mio, le dico che era diventato troppo frustrante continuare a promuovere Il dio sordo nell’indifferenza quasi totale dei lettori, soprattutto nella consapevolezza – donatomi dai lettori che lo hanno apprezzato – che si tratta di un lavoro valido. In conclusione, quando semini, semini, semini e semini, a un certo punto il raccolto diventa una necessità anche psicologica. È umano. In tal senso ho preferito cambiare coltura…

Il dio sordo IX, seguito de Il dio sordo, di Antonio Scotto di Carlo
Il dio sordo IX, seguito de Il dio sordo, di Antonio Scotto di Carlo

A cosa sta lavorando attualmente?
Adesso mi sto dedicando alla promozione delle versioni in inglese di due dei miei libri: Hearts Under Fire (Cuori Sotto Tiro, un romantic suspense) e Bullets from the Past (Proiettili dal Passato, un thriller). Poi ho intenzione di scrivere il sequel di Cuori Sotto Tiro perché credo che questa storia, ricca di sentimenti e colpi di scena, abbia il potenziale per farmi guadagnare quei numeri che, spero, mi consentiranno di essere notato da un grande editore, in modo che Il dio sordo possa avere la sua chance col grande pubblico.

Ringraziamo Antonio Scotto di Carlo per la disponibilità e gli auguriamo buona fortuna per il suo lavoro.
Grazie anche a Mirella per le interessanti domande dell’intervista.

Se volete approfondire la conoscenza del nostro autore di oggi, qui trovate il suo sito internet.

Avete letto Il dio sordo? Vi aspettiamo per commentarlo insieme.

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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