Il club delle lettrici compulsive

Le assaggiatrici – Rosella Postorino

Le assaggiatrici Book Cover Le assaggiatrici
Rosella Postorino
Romanzo storico
Feltrinelli
2018
Digitale - Cartaceo
285

"Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi circolava nel sangue. Hitler era salvo. Io avevo di nuovo fame"

La prima volta in cui Rosa Sauer entra nella stanza in cui dovrà consumare i suoi prossimi pasti è affamata. «Da anni avevamo fame e paura», dice. Siamo nell'autunno del 1943, a Gross-Partsch, un villaggio molto vicino alla Tana del Lupo, il nascondiglio di Hitler. Ha ventisei anni, Rosa, ed è arrivata da Berlino una settimana prima, ospite dei genitori di suo marito Gregor, che combatte sul fronte russo. Le SS posano sotto ai suoi occhi un piatto squisito: «mangiate» dicono, e la fame ha la meglio sulla paura, la paura stessa diventa fame. Dopo aver terminato il pasto, però, lei e le altre assaggiatrici devono restare per un'ora sotto osservazione in caserma, cavie di cui le SS studiano le reazioni per accertarsi che il cibo da servire a Hitler non sia avvelenato. Nell'ambiente chiuso di quella mensa forzata, sotto lo sguardo vigile dei loro carcerieri, fra le dieci giovani donne si allacciano, con lo scorrere dei mesi, alleanze, patti segreti e amicizie. Nel gruppo Rosa è subito la straniera, la "berlinese": è difficile ottenere benevolenza, tuttavia lei si sorprende a cercarla, ad averne bisogno. Soprattutto con Elfriede, la ragazza più misteriosa e ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del '44, in caserma arriva un nuovo comandante, Albert Ziegler. Severo e ingiusto, instaura sin dal primo giorno un clima di terrore, eppure - mentre su tutti, come una sorta di divinità che non compare mai, incombe il Führer - fra lui e Rosa si crea un legame speciale, inaudito.

Le assaggiatrici è un romanzo dell’italiana Rosella Postorino, pubblicato da Feltrinelli.

RECENSIONE DI ALICE

Ormai tutti avranno capito che, oltre al grande amore per il fantasy, mi butto volentieri a capofitto in libri storici riguardanti la Seconda Guerra Mondiale. È con questo spirito che, qualche tempo fa, ho deciso che avrei allargato i miei orizzonti spostando la mia attenzione anche verso un tipo di letteratura storica romanzata, ossia quella nicchia che parte da fatti storici realmente accaduti e ci racconta qualcosa di plausibile per l’epoca ma che non è necessariamente successo.

Le assaggiatrici ci porta nel 1943 quando Rosa Sauer, per salvarsi dai continui bombardamenti su Berlino, decide di trasferirsi a Gross-Partsch e, poco dopo, viene reclutata come una delle assaggiatrici ufficiali dei pasti di Hitler. Dividerà le sue giornate con altre donne, seduta in un refettorio scarno e in silenzio, ad assaggiare i tre pasti principali della giornata per testare se siano o meno sicuri per il comandante supremo della razza ariana.

Ironia della sorte, non patirà la fame, starà quasi male dal troppo cibo non essendoci più abituata, rischiando la vita ogni boccone.

Basato su parte della vera storia di Margot Wölk, il romanzo prende un binario diverso rispetto al fedele racconto dell’avventura di Rosa come “cavia” contro i veleni indirizzati al Führer, mettendo in gioco le relazioni umane tra colleghe, le invidie, le violenze, la grande e profonda impotenza e solitudine che affliggeva la popolazione dell’epoca, i ricordi e i desideri di queste donne.

Come si fa a dare valore a una cosa che può finire in qualsiasi momento, una cosa così fragile? Si dà valore a ciò che ha forza, e la vita non ne ha; a ciò che è indistruttibile, e la vita non lo è. Tant’è vero che può arrivare qualcuno a chiederti di sacrificarla, la tua vita, per qualcosa che ha più forza.

Il lavoro come assaggiatrice diventa quindi un contorno rispetto alle vicende di Rosa/Margot, ponendo in effetti l’accento anche sulle pochissime informazioni nei confronti di questa specifica figura storica. Purtroppo non è uno degli aspetti dell’epoca ben documentati e si possono solo riempire le numerose lacune presenti nei rari resoconti sul tema.

La Postrorino è molto attenta nel far emergere quanto le donne assoldate, seppur con età e provenienze diverse, siano finite a esser tutte uguali agli occhi di chi le sta sfruttando. In caso di necessità il tuo peggior nemico, la tua nemesi, può diventare il miglior alleato che tu possa desiderare.

Perché, da tempo, mi ritrovavo in posti in cui non volevo stare, e accondiscendevo, e non mi ribellavo, e continuavo a sopravvivere ogni volta che qualcuno mi veniva portato via? La capacità di adattamento è la maggior risorsa degli esseri umani, ma più mi adattavo e meno mi sentivo umana.

 A mio modesto parere quest’ultima frase racchiude quello che il 90% della popolazione, che ha vissuto una guerra di quella portata, deve aver pensato almeno una volta. Rosa si adatta, fa cose che non penso avrebbe nemmeno immaginato per poter sopravvivere e, ogni volta che si ferma a pensare, questo passo in avanti verso il futuro le ha tolto una parte della sua umanità.

È inevitabile che, con tanta sofferenza attorno, chi “se la passa meglio” possa provare questo senso di profonda ingiustizia ed esserne anche sollevato, perché in fondo l’uomo vuole sopravvivere e vuol assicurarsi di vedere una nuova alba dopo il tramonto.

L’unica pecca del libro, che mi ha fatto spesso mal sopportare Rosa, è la liason amorosa… però forse, anche questo, fa parte della sopravvivenza!

Avete letto Le assaggiatrici? Vi aspetto per parlarne!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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