Il club delle lettrici compulsive

Per dieci minuti – Chiara Gamberale

Per dieci minuti Book Cover Per dieci minuti
Chiara Gamberale
Feltrinelli
20 novembre 2013
cartaceo e ebook
187

Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, capita. Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Lei che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake, cammina di spalle per la città, balla l’hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare a uno sconosciuto. Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte sorprendenti. Da cui ricominciare. Con la profonda originalità che la contraddistingue, Chiara Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario. E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.

Per dieci minuti di Chiara Gamberale

Per dieci minuti è un libro in cui Chiara Gamberale fa un viaggio introspettivo dentro se stessa, quasi un’autoanalisi, attraverso un gioco consigliatole dalla sua terapeuta ed ideato da Rudolf Steiner, per la propria crescita interiore.

“In ogni essere umano esistono facoltà latenti attraverso le quali egli può giungere alla conoscenza del mondo”.
RUDOLF STEINER

Chiara per un mese intero, una volta al giorno, per dieci minuti, deve fare una cosa mai fatta prima o che non ha mai immaginato di fare e così comincia a scrivere, ogni giorno, il suo diario.

Chiara è un’eterna ragazzina dalle trecce lunghe, mai cresciuta veramente, attaccata al paesino ed alla casa dove ha vissuto da bambina e che ha dovuto lasciare per esigenze lavorative, legatissima ai genitori e reduce da un matrimonio durato diciotto anni.

Si trasferisce a Roma, città che non ama particolarmente, in una casa di affitto, in un quartiere, che attraverso il gioco dei dieci minuti “vive” realmente, perché prima non si era resa neanche conto delle persone e dei negozi che la circondavano, come l’estetista sotto casa sua, dove proverà l’esperienza dello smalto fucsia o il negozio di “ricamo”, con la vecchina che le ricorda tanto sua nonna e dove proverà l’esperienza del punto a croce.

Chiara ha alle spalle un matrimonio durato diciotto anni, conclusosi con il “lui” in questione che si prende una pausa di riflessione e si trasferisce a Dublino, dove la tradirà e lei, aiutata dalla sua famiglia e dai suoi amici, cercherà di superare il tutto, compreso un brutto periodo di anoressia.

“Siamo cresciuti insieme: così pensavano tutti, così pensavamo noi.
Ma la verità è che non si cresce insieme perché capita o per magia. Bisogna stare, anzi, molto attenti. E se uno dei due cresce anche solo di mezza consapevolezza più in fretta dell’altro, ma l’altro anziché rincorrerlo ci rimane male e corre da un’altra parte, corre a New York, poi è un disastro ritrovarsi”.

Ha perso anche il lavoro che aveva presso un settimanale, in cui teneva una rubrica, soffiatole dalla protagonista di turno dell’ultima edizione del Grande Fratello, a cui il direttore del suo giornale le ha affidato la “posta del cuore”.

L’intenzione di Chiara in Per dieci minuti è quella di smettere di avere paura e di ritornare a vivere, riprendendosi in mano tutto ciò che si è perso e di superare la fase dello smarrimento, in cui ci chiediamo chi siamo nel momento in cui gli elementi con cui identifichiamo noi stessi, vengono a mancare.

Attraverso tutta una serie di esperienze e di cose mai fatte, che Chiara proverà per la prima volta, finalmente riuscirà a riprendere in mano la sua vita.

Leggendo questo libro e trovandomi anche io in una fase di smarrimento della mia vita, ho trovato questa idea del giochino, che a molti può sembrare futile ed infantile, di aiuto.

Per dieci minuti è rivolto a tutte quelle persone che come me, non riescono ad uscire da una situazione di disagio o di impasse e a quelle che sanno di avere delle risorse interiori ma che al momento non riescono a tirarle fuori. Ci siamo mai soffermati ad andare al di là del nostro egoismo ed egocentrismo e a chiederci davvero qual è lo stato d’animo di chi ci sta intorno? Dei nostri genitori, dei nostri figli, dei nostri amici più cari? Ci siamo chiesti realmente loro come stanno, quali sono i loro desideri, le loro ambizioni o semplicemente come vivono la loro vita?

“Mia madre faceva la maestra all’asilo di Vicarello. Poi, dodici anni fa, è andata in pensione e ha cominciato a lavorare come volontaria al San Giovanni, un ospedale di Roma.
Mi accorgo in questo preciso istante, e mentre me ne accorgo me ne vergogno, che oltre a non chiederle mai come stia, tanto la sua vita è dedicata a come stiamo mio fratello, mio padre e io, non le ho mai nemmeno chiesto, precisamente, che cosa faccia, in quell’ospedale. E sono dodici anni che ci lavora. Dodici”.

Quindi, in conclusione, partendo dalle riflessioni di cui sopra, mettetevi all’opera e dedicate dieci minuti al giorno della vostra vita semplicemente cimentandovi in una cosa che non avete mai fatto, che può essere anche una banalissima passeggiata in un campo di grano o di papaveri o una semplice chiacchierata con un vicino di casa mai preso in considerazione prima o perché no, una corsa in motorino vestita da catwoman.

Per chi volesse approfondire, vi lascio il link dell’intervista a Chiara Gamberale che racconta il succo del libro Per dieci minuti.

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