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Star Wars Vs Vita reale – Blog tour La scienza di Guerre Stellari – Luca Perri

Star Wars Vs Vita reale è la tappa che ho scelto per il blog tour dedicato al libro La scienza di Guerre Stellari, scritto da Luca Perri e pubblicato da Rizzoli. Prima di partecipare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate seguire le varie tappe scritte dalle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte.

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Star Wars Vs Vita reale, dicevamo. Cosa vi fa venire in mente questo titolo? Non voglio entrare nei dettagli tecnici come invece fa Luca Perri in La scienza di Guerre Stellari. Non sono in grado e non è il mio campo (mentre è quello di Perri, quindi se siete curiosi, leggete il libro! Non ve ne pentirete). Le prime cose che mi vengono in mente, però, ripensando alla saga che ancora ci tiene incollati al piccolo e grande schermo, sono i robot e le navicelle spaziali. E quindi parliamo di robot e navicelle, vi va? Ribadisco, non sono un’esperta, ma seguo un sacco di gente e imparo dove posso. Spero vi divertirete!

Star Wars Vs Vita reale: le protesi robotiche nella realtà

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Star Wars vs Vita reale. Durante lo scontro con Darth Vader in L’impero colpisce ancora (episodio VI), Luke perde una mano. Lo ritroviamo in Il risveglio della Forza (episodio VII) con una protesi super tecnologica. Ci sono anche un sacco di cose legate alla mano, che a parer mio fanno molto Dr Who, ma ne parleremo nella giusta sede. ©wired per la prima foto e ©nerdplanet per la seconda.

La robotica ha fatto passi da gigante in praticamente tutti i campi. Basta pensare alle protesi per rendersi conto che anche queste si sono evolute in modo da essere anche funzionali, non solo estetiche. Vi lascio tutti i link a fine articolo, in modo che possiate consultarli ed eventualmente approfondire l’argomento. Se avete voglia di far partire la polemica sulle protesi e sui loro costi proibitivi, vi capisco benissimo, siete liberi di farlo e vi appoggio anche!

Per necessità di vario genere, dalle malformazioni alle amputazioni, si è reso necessario l’uso di protesi che andassero a sostituire l’arto mancante. All’inizio la scelta era più estetica che “funzionale”, ad eccezione del mantenimento dell’equilibrio (pensateci: un braccio ha un suo peso. Senza, il peso è sbilanciato dalla parte opposta e questo alla lunga crea problemi di altra natura, come dolori muscolari, contratture, ecc.).

Con l’evoluzione della tecnologia e grazie a nuovi studi sempre più innovativi, ad oggi disponiamo di protesi realistiche, ma soprattutto funzionali e funzionanti, come per esempio mani robotiche che sono sensibili al tatto e sono in grado di afferrare oggetti.

Facendo ricerche per questo articolo mi sono imbattuta nei video di Tilly Lockey, una ragazza inglese alla quale sono state amputate entrambe le mani quando era molto piccola. Nel video che vi metto qui sotto, Lockey mostra la sua “collezione di protesi”, che indossa da quando aveva due anni. Ed è qui che scatta il momento della polemica perché, a quanto pare, il problema delle protesi non è un problema solo italiano, ma è diffuso nel mondo. Saltando il primo minuto in cui in cui la YouTuber ci spiega il motivo per cui sta girando in una postazione diversa dal solito, arriviamo al dunque. E credetemi… vedere la protesi passata dal NHS (la “mutua” inglese) quando Tilly aveva solo due anni mi ha fatto venire una rabbia… Al netto della facile polemica, lo sapete che sono la regina dei pipponi, quindi ve la risparmio, è comunque interessante vedere quanto siano cambiate le protesi a disposizione, purtroppo, di chi se lo può permettere. Sì, beh, immaginatemi mentre sbraito sul fatto che pagare le tasse mi dovrebbe tutelare in caso di malattia e quindi dovrebbe essere un mio diritto avere una protesi non solo estetica ma anche funzionale. Quello che Tilly Lockey dice nel video (in inglese ma con i sottotitoli) è che preferisce avere una mano robotica che sia efficace invece di una mano che sembri vera ma che di fatto è praticamente inutile. E come darle torto!

Se cercate su YouTube potete trovare centinaia di esempi di protesi più o meno avanzate, da quelle di Bebe Vio a quelle di Giusy Versace, giusto per fare esempi famosi che conosciamo tutti almeno per sentito dire. Non ci sono solo gambe e braccia robotiche… Ci sono anche occhi e interi esoscheletri. Se siete curiosi, cliccate qui. Se volete condividere le vostre esperienze, la porta è sempre aperta, lo sapete!

Star Wars vs Vita reale: dal Roomba ai droidi

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Star Wars vs Vita reale: più robot per tutti! ©movieplayer per la prima foto e ©wikipedia per la seconda.

 

Nessuno si preoccupa di non innervosire un droide.
[C-3PO – Star Wars: Episodio IV]

A me il Roomba ha cambiato la vita. Il mio, dopo 8 anni di intensa attività, due gatti, un golden retriever e un trasloco internazionale, è ancora perfettamente funzionante e sto anche meditando di passare a quello che lava. Dico Roomba perché è quello che ho io, ma in commercio ce ne sono di ogni genere, forma, misura e prezzo. La cosa importante è che facciano loro quello che dovremmo fare noi, regalandoci tempo libero da usare come meglio crediamo. Io, per esempio, sto scrivendo questo articolo mentre il robottino mi pulisce casa. Non male, eh?

Ma quanto dovremo aspettare prima di avere un droide tipo C-3PO? Ancora un po’, ma ci stiamo avvicinando. Nel mondo ci sono un sacco di aziende che hanno plotoni di ingegneri, fisici, matematici e altre figure misteriose che lavorano incessantemente per ottenere robot funzionanti che saranno utili per sopperire a varie necessità.

Guardate questo video!

Non pensate subito a “Mi ruba il lavorooooo” e riflettete invece su quanto possano essere utili in caso di disastri. Perché rischiare una vita umana lasciando addentrare un pompiere, per esempio, tra le macerie quando si può usare un robot che liberi la strada? Del resto, esistono anche robot che aiutano gli artificieri a trovare e a disinnescare le bombe o i chirurghi in sala operatoria…

Vi lascio anche questo video di Atlas, robot creato dalla Boston Dynamics. Sentite il richiamo di Fringe?

Star Wars vs Vita reale: se non avete mai guardato Fringe, recuperatelo! ©gifer

 

Star Wars vs Vita reale: astronavi e razzi

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In alto, il Millennium Falcon. ©Starwars.com In basso, la Crew Dragon in vista della partenza. ©dmove.it

Ok, il Millennium Falcon non esiste e non abbiamo nemmeno la tecnologia necessaria per compiere salti nell’iperspazio e compagnia bella (leggete il libro di Perri! C’è un intero capitolo dedicato al Millennium Falcon!), ma dalle capsule dei programmi Gemini e Apollo della corsa alla luna degli anni ‘60 ne abbiamo fatta di strada. È di nemmeno un mese fa l’ultimo lancio della navetta Crew Dragon di SpaceX con a bordo quattro astronauti che hanno raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale. Il ritorno sulla Terra, avvenuto il 3 maggio, è stato un successo (per fortuna, direi!).

Per i dettagli tecnici, vi consiglio di andare a spulciare il canale YouTube Link4Universe di Adrian Fartade. In ogni caso, la Dragon è l’astrotaxi più tecnologicamente avanzato (e più comodo, stando alle parole di Soichi Noguchi che ha viaggiato sullo Space Shuttle, sulla Soyuz e su Crew Dragon) che l’umanità ha a disposizione in questo momento, ma chissà cosa ci aspetta in futuro!

Fartade, tra l’altro, fa spesso il punto della situazione “spaziale” ed è una cosa molto utile, considerando che ci sono un sacco di missioni attive, tra lanci di cose nello spazio, cose che tornano, cose che si schianteranno (eh… pare che ci siamo giocati il razzo cinese Long March 5b e che rientrerà sulla Terra col botto. Al momento della stesura di questo articolo, non è ancora successo, quindi non posso dare notizie certe. Spero non cada in zone abitate) e simili.

Anche i razzi di SpaceX sono tecnologicamente super avanzati e sono progettati per ritornare a terra in determinati punti di atterraggio. Cosa comporta la non dispersione dei resti del razzo nello spazio? Intanto meno detriti. Ok, è tutto calcolato e nulla dovrebbe ricadere sulla Terra, ma perché non avere un razzo che si possa in parte riutilizzare per lanci futuri? È ben questo il punti di forza dei Falcon (Elon Musk è uno di noi!). Non tutti gli esperimenti stanno andando a buon fine perché alcuni razzi sono esplosi, ma si impara anche dagli errori.

Elon Musk non è l’unico che sta puntando sullo spazio. Anche Bezos (il fondatore di Amazon) ci sta lavorando, anche se forse si sente nominare di meno rispetto a Musk. Di fatto, il turismo spaziale sembra sempre più a portata di mano. E sì, cavolo! Mi piacerebbe da morire!


Bellezze, siamo arrivati alla fine di questo articolo solo perché mi sono imposta un limite da non superare. Avrei potuto ammorbarvi anche con Perseverance e Ingenuity, quindi apprezzate lo sforzo, per piacere! Vi lascio con una chicca che mi aveva fatta molto ridere ai tempi, ma che mi fa sghignazzare come un’oca ancora oggi. Nel 2012 è stata lanciata una petizione su We the People (Nda: una sezione del sito della Casa Bianca creata apposta per permettere ai cittadini di comunicare direttamente con il governo) affinché Obama si impegnasse nella costruzione di una Morte Nera da lanciare in orbita. Sono state raccolte molte più delle 25.000 firme necessarie perché la petizione venisse presa in considerazione, cosa che ha costretto la Casa Bianca a rispondere. Per leggere tutta la storia, cliccate qui.

Spero che questa tappa vi sia piaciuta e che vi abbia dato interessanti spunti. Vi saluto davvero lasciandovi al libro. Voi fatemi sapere, commentate, dite la vostra!

La scienza di Guerre Stellari. Dal Millennium Falcon alla spada laser cosa è «fanta» e cosa è «scienza» – Luca Perri
Rizzoli – 2021

La scienza di guerre stellari

Quanto la fantascienza ha attinto dalla scienza reale per ricreare questi mondi e civiltà? E quanto è invece la scienza ad aver tratto ispirazione dalla fantascienza cinematografica? Luca Perri spazia dalla fisica alla biologia, dall’astronomia all’ingegneria, dall’economia alla chimica per illustrare – con l’ironia e l’accuratezza che ben conosce chi lo segue sui social e in televisione – come la relazione tra scienza e fantascienza non sia mai a senso unico.

«Alla base della scienza c’è la curiosità, e il porsi domande che nessuno si è ancora mai posto. Ma per farlo serve la fantasia. La morale è che bisogna sempre seguire la propria fantasia, perché non sappiamo dove potrebbe condurci.»

Era il 1977 quando il mondo scoprì una galassia lontana lontana, ricca di pianeti e tecnologie di ogni tipo. Da allora, miliardi di persone hanno seguito le vicende della saga di Star Wars, immedesimandosi in eroi intenti a lottare contro un Impero malvagio. Iperspazio, pistole laser, droidi, porti spaziali e una misteriosa Forza capace di connettere tutti gli esseri viventi. Quanto la fantascienza ha attinto dalla scienza reale per ricreare questi mondi e civiltà? Sulla Terra sappiamo costruire una spada laser? Quali tecnologie della Morte Nera abbiamo già sviluppato? Quanto costerebbe realizzare il Millennium Falcon? E riusciremmo a pilotarlo in una fascia di asteroidi? C’è però un altro aspetto da considerare: quanto è invece la scienza ad aver tratto ispirazione dalla fantascienza cinematografica? Con una sorta di quiz interattivo (strutturato come un Chi vuol essere milionario?), adatto ai fan più sfegatati ma anche ai semplici curiosi, Luca Perri spazia in questo libro dalla fisica alla biologia, dall’astronomia all’ingegneria, dall’economia alla chimica per illustrare – con l’ironia e l’accuratezza che ben conosce chi lo segue sui social e in televisione – come la relazione tra scienza e fantascienza non sia mai a senso unico.

 

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

Star Wars vs Vita reale: Bibliografia Galattica

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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