romance
self publishing
9 gennaio 2021
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Mai sottovalutare il potere di un romanzo rosa.
La vita di Violet sembrerebbe perfetta: abita nella Grande Mela, i suoi romance balzano in cima alle classifiche e le lettrici l’adorano, ma le manca ancora qualcosa. Ha rinunciato all’amore, relegandolo tra le pagine dei suoi libri.
Almeno fino al giorno in cui si risveglia in ospedale, convinta di chiamarsi Vanilla e di essere innamorata di Fred, il suo affascinante vicino di casa. Peccato che Vanilla e Fred siano i nomi dei protagonisti del suo nuovo manoscritto e che somiglino fin troppo a lei e a Frank, il brillante architetto con cui ha avuto una storia indimenticabile… e naufragata anni prima.
Fantasia e ricordi si mescolano a causa di un raro disturbo di memoria che spingerà Violet a rileggere il proprio passato. Tra le vie scintillanti di New York, cibo da strada e romanzi d’amore, riuscirà la Regina del Romance a raggiungere il sospirato lieto fine?
Il libro di cui parliamo oggi è Volevo solo il lieto fine di Maria Sveva Morelli!
Dopo l’agghiacciante anno passato mi rifiuto categoricamente di leggere qualsiasi cosa non sia spudoratamente positiva: bando ai thriller, alla narrativa strappalacrime, alle storie tristi, a tutto ciò che potrebbe anche solo vagamente provocarmi un moto di inquietudine.
E qui entra in gioco Sara, che, disperata dall’impossibilità di farmi leggere alcunché, ha cominciato a propormi i romance più sdolcinati che è riuscita a racimolare!
Considerate che sono anche noiosa sulle trame, quindi in teoria sarebbe potuta andare sul sicuro sciorinando regency (eh sì, ora che è uscita la serie Bridgertone sapete tutte cos’è, eh? Vi divertivate a prendermi in giro, vero??) come se piovesse, ma no. Siccome sarebbe stata una banalità, lei mi ha proposto una novità!
Un’autrice italiana!
Mi direte che sicuramente almeno la vicenda sarà ambientata da qualche parte intorno alle isole britanniche, ma no!! A New York! E ai giorni nostri per giunta!!
Se ho storto il naso? Certo che sì.
Se mi sono sentita sciocca subito dopo? Altrettanto sì!
Mi sono avvolta in un plaid morbidissimo e, con una bella tazza di tè, mi sono lasciata coinvolgere.
Volevo solo il lieto fine racconta la storia di Violet, la regina del romance di New York. Negli anni precedenti ha inanellato un successo dietro l’altro, facendo sognare migliaia di donne con le sue meravigliose storie d’amore, ma ha perso la sua spensieratezza, i suoi colori.
Le scadenze incombenti e le pressioni della sua agente non la aiutano, come non l’aiuta il rapporto burrascoso con Frank, il suo ex fidanzato nonché padrone di casa, che rifiuta ostinatamente le sue proposte di ristrutturazione per il solo gusto di irritarla. Sono questi i pensieri che accompagnano Violet mentre va a incontrare Sugar Reader, una blogger che le ha chiesto un’intervista.
Quella che sarebbe dovuta essere una chiacchierata rilassata e gradevole si trasforma in un’irritante conversazione in cui Violet non si sente a suo agio, tanto da decidere di andare via, per rifugiarsi in una delle sue pasticcerie preferite.
Attraversare la strada però si rivela più pericoloso del previsto, e la nostra protagonista quasi si scontra con una moto di passaggio.
Nell’evitarla batte la testa e, al suo risveglio in ospedale, crede di essere Vanilla, la protagonista del romanzo che sta scrivendo e che tanto la preoccupa.
Il suo blocco dello scrittore infatti è così grave perché la storia che sta cercando di raccontare, seppur con le dovute modifiche, è la sua.
Nel suo romanzo Frank diventa Fred, e tutto quello che è andato male tra loro è funzionale per raggiungere finalmente l’agognato lieto fine.
Violet è confusa, non capisce bene quali siano i suoi veri ricordi e quali siano quelli legati a Vanilla, non sa cosa provare, come vestirsi, non si riconosce nello specchio, non sa come comportarsi con Fred, cioè Frank, ma, soprattutto, non riesce a scrivere.
Frank vorrebbe raccontarle come sono andate davvero le cose tra loro, ma il dottore glielo sconsiglia. Che fare allora?
Non ci si ferma mai prima del lieto fine.
Volevo solo il lieto fine è un romanzo davvero ben costruito e ben sviluppato, coinvolgente e positivo , a modo suo capace di far riflettere in profondità, leggero ma non banale né sciocco.
L’ho trovato bello ed equilibrato, mi ha fatta sognare per qualche ora proprio come i romanzi di Violet fanno sognare le sue lettrici!
Credo di aver apprezzato in particolar modo il lavoro che la protagonista riesce a fare su sé stessa nonostante la paramnesia, nonostante la sofferenza e il dolore.
Di solito non lo faccio ma questa volta ho letto persino i ringraziamenti (sono una brutta persona, se non li leggo? Voi li leggete??) e ho fatto bene.
Se hai avvertito un po’ di gioia e di spensieratezza, tienila stretta, perché era per te.
No no, non ho pianto per niente.
Voi cosa ne pensate? Avete letto Volevo solo il lieto fine? Fatemi sapere se vi è piaciuto!
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NB: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.