Il club delle lettrici compulsive

Dodici rose a Settembre – Maurizio De Giovanni

Dodici rose a settembre Book Cover Dodici rose a settembre
Maurizio De Giovanni
Giallo
Sellerio editore Palermo
2019
Digitale - Cartaceo
288

Il nuovo personaggio di Maurizio de Giovanni è già apparso in due raccolte di racconti a tema di questa casa editrice e si è fatto già notare, per la sua simpatia e credibilità, per come affronta il suo lavoro a Napoli, in un territorio in cui gli assistenti sociali sono visti come il fumo negli occhi e sono sempre troppo pochi.

«Mi chiamo Flor, ho undici anni, e sono qui perché penso che mio padre ammazzerà mia madre»

Gelsomina – detta Mina – Settembre è una borghese napoletana in «trasferta» nei Quartieri Spagnoli; in possesso di una non comune sensibilità sociale, determinata a proteggere i deboli dalle prevaricazioni, anche a dispetto delle regole, Mina è guardata con sospetto dove lavora, perché è pur sempre una «signora». Le sue contraddizioni sembrano riflettersi sul suo corpo; 42 anni ben portati, aggraziata, ma con un fisico prosperoso che non accetta e che cerca di nascondere con maglioni sformati che le attirano pesanti reprimende dall’acida madre, con cui è tornata ad abitare suo malgrado dopo la separazione, e non la preservano dalle volgari attenzioni di Rudy, portinaio anziano ma tutt’altro che rassegnato all’età. Anche la sua vita sentimentale è una contraddizione vivente, sospesa com’è tra Claudio, ex marito magistrato, protettivo e un po’ grigio, ancora innamorato di lei, e Domenico, ginecologo imbranato e inconsapevole che lavora nel suo stesso consultorio. In uno strano mese di settembre in una Napoli luminosa e disperata Mina è alle prese con una penosa situazione di degrado sociale, innocenti da sottrarre alla prevaricazione di un delinquente protetto dalla solita falla legislativa; e una tempesta sentimentale da fronteggiare, con il bel Domenico che non si decide a corteggiarla e la madre, determinata a renderle la vita un vero inferno. Nel frattempo l’ex marito magistrato porta avanti con assoluta riservatezza un’indagine sull’Assassino delle Rose, un pazzo che ammazza gente senza un criterio dopo avergli fatto trovare in casa o sul posto di lavoro una rosa. Quello che Claudio non sa è che anche Mina riceve ogni giorno una rosa. Rossa, come il sangue.

Oggi parliamo di Dodici rose a Settembre di Maurizio De Giovanni, pubblicato per la prima volta da Sellerio.

Premessa di Sara Emme

Questo sarà un articolo un po’ particolare perché è scritto da più persone. Infatti, leggerete due recensioni di Dodici rose a Settembre. Una scritta da Mirella e una scritta da Giulia. Abbiamo pensato di fare un unico articolo perché le due recensioni sono in completa antitesi tra loro e ci piaceva l’idea di accostarle, in modo da far sentire le due diverse campane, aspettando i vostri commenti. Speriamo che l’idea vi piaccia.
Sara Emme

Recensione di Mirella

Visto che i racconti con protagonista la Settembre pubblicati sulle raccolte Sellerio non mi erano sembrati orrendi mi sono accinta con animo benevolo a leggere questo libro, ma una cosa è un racconto, una è un romanzo.

L’unica parte credibile è stata quella dei ringraziamenti dove l’autore si dice onorato di esser entrato a far parte di una squadra che ha nei suoi ranghi Manzini, Camilleri e la Doody…

Il libro è una sceneggiatura per una fiction nazionalpopolare con personaggi grotteschi, ridicoli e verosimilmente accomunabili a macchiette e che come tali, quindi, si comportano.

La struttura del libro è quella tipica dei romanzi con Ricciardi: alternanza tra narrazione dei fatti e pensieri dell’assassino di cui, peraltro, man mano si legge s’indovinano le mosse… metà della trama poi si capisce dal titolo stesso… vabbè, stendiamo un piumone pietoso!

L’autore, pensando di avere tra i suoi lettori gente con grossi problemi di memoria, ripete ad ogni piè sospinto le caratteristiche dei personaggi insistendo in modo fastidioso sulla misura del reggiseno della Settembre (DeGiovà, in molte sappiamo cosa suscita un seno prosperoso e spesso ci scocciamo assai di certe occhiate o doppi sensi, quindi… che palle!!!).

Sguardi azzurri o turistici e altre amenità varie si leggono qua e là… mah!

©Giphy.com

Di Napoli non c’è quasi traccia, poteva essere ambientato ovunque invece che nei Quartieri spagnoli… neppure per questo è valsa la pena leggerlo.

De Giovanni, dopo i primi quattro di Ricciardi, non ha saputo produrre personaggi e storie degne di uno Scrittore (la s maiuscola non è messa a caso), il Lojacono de Il metodo del Coccodrillo era assolutamente credibile e mi ha fatto ben sperare… ma anche la serie dei Bastardi di Pizzofalcone è buona solo per tirarci fuori una fiction; il libro con Sara protagonista? Non ne parliamo, lì si sfiora il ridicolo; I Guardiani mi imbarazza pure parlarne quindi addio, Maurizio De Giovanni, vedrò Ricciardi in TV sperando che sceneggiatore e regista riescano a ripulire tutta la melassa che hai sparso da Vipera in poi.

Valutazione: 1/5

Recensione di Giulia

 

Dodici rose a Settembre è il nuovo romanzo di Maurizio De Giovanni, uno dei miei autori preferiti. Protagonista è una nuova eroina, Gelsomina detta Mina Settembre, personaggio diversissimo dai precedenti nati dalla penna di De Giovanni e sicuramente molto particolare. In realtà abbiamo già conosciuto Mina in una raccolta di racconti edita da Sellerio, ma solo in questo romanzo scopriamo il personaggio a tutto tondo.

Come al solito siamo a Napoli, più precisamente nei Quartieri Spagnoli, dove Mina lavora come assistente sociale. La caratteristica fondamentale di Mina che balza subito agli occhi è il fatto che sia una gran bella donna, particolarmente formosa, con curve che la donna vorrebbe non avere e che tenta in ogni modo di nascondere. Chiama infatti le sua forme problema 2, e ciò fa supporre che esista un problema 1, incarnato dalla mamma Concetta, donna particolarmente petulante e rompiscatole. La vita di Mina scorre piuttosto tranquilla, tra le sue visite al consultorio in compagnia del gran pezzo di ragazzo del ginecologo Domenico (chiamami Mimmo) Gamardella, tale e quale all’attore preferito di Mina, Robert Redford, e le uscite con le sue amiche, tutte particolari e tutte esilaranti.
Parallelamente si svolge il noir. Avvengono una serie di omicidi in cui le vittime sono un avvocato, una casalinga, un musicista e uno scenografo, persone lontanissime tra loro come modo di vivere. Ma tutti gli omicidi hanno un fattore comune, la presenza sulla scena del delitto di un mazzo di dodici rose a gambo lungo.

La lettura di questo romanzo inizialmente mi ha davvero spiazzato. Mi sono trovata di fronte un personaggio diversissimo dal genere “De Giovanni”, comica a suo modo ma che affronta delle situazioni di degrado che tanto comiche non sono. All’inizio mi ha dato anche un po’ sui nervi, con il suo continuo ribadire la presenza fastidiosa di forme abbondanti e il suo continuo far notare la somiglianza tra Gabardella e Robert Redford. D’altro canto, all’opposto, troviamo il magistrato De Carolis che è fin troppo serio, con il suo aiutante che è quasi una caricatura di personaggi che abbiamo conosciuto in altri romanzi, ultimo ma non ultimo, Pardo nella serie dedicata a Sara Morozzi.
Ma dopo l’attimo di incertezza, l’attimo di confusione, mi sono immersa nella lettura di questo romanzo e l’ho apprezzato in tutte le sue sfaccettature. L’ho trovato dunque davvero divertente, un modo diverso dell’autore di affrontare grandi problematiche, come la violenza domestica e le situazioni di degrado che si trovano in tanti quartieri di grandi città, in particolare, nel caso del nostro romanzo, nei quartieri spagnoli.
Si tratta di un romanzo divertente, ricco di comicità intelligente seppur surreale, di una ironia graffiante, che fa ridere, certo, ma fa anche riflettere.
I personaggi, nonostante siano quasi tutte delle macchiette, sono in realtà molto più complessi di quello che potrebbe sembrare a prima vista. La stessa Mina impersona la nostra quotidianità, esagerando con le sue giornate no, con tutte le sfighe che le capitano. Ma quante di noi possono rispecchiarsi in Mina? Certo la sua sfortuna è portata all’eccesso, ma in parte la ritroviamo nella storia di tutte, più o meno esasperate, ma vere. E questo rende Mina simpatica tanto da sembrare quasi un’amica da consigliare e da aiutare nelle sue disavventure.
Non vedo l’ora di leggere ancora di Mina, e ancora una volta, Maurizio De Giovanni non mi ha deluso!

Valutazione: 4,5/5

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