Il club delle lettrici compulsive

Del nostro meglio – Carmela Scotti

Del nostro meglio Book Cover Del nostro meglio
Carmela Scotti
Narrativa
Garzanti
2023
Digitale - Cartaceo
216
Fornito dalla Casa Editrice

Claudia conosce un solo modo per difendersi. Cammina armata dei suoi tatuaggi, dei piercing e della musica che rimbomba negli auricolari. Solo così si sente protetta dalla rabbia che l'accompagna fin da piccola. Cresciuta in fretta, senza nessuno che le insegnasse a essere “bambina”, Claudia convive ogni giorno con il peso ingombrante dei ricordi. Quando era solo una ragazzina, un incidente ha messo fine alle grida dentro casa ma anche alla sua infanzia, scavando una distanza incolmabile tra lei e la madre Caterina. Una distanza che l'ha resa solitaria, animale di periferia, e che solo la paziente zia Dora e la migliore amica Vio riescono a colmare, una tendendo l'orecchio, l'altra unendosi al baccano di una “vita spericolata” per le strade della Brianza. Eppure, diventata madre, Claudia sente che qualcosa non torna, nei suoi ricordi. La visione dell'incidente la perseguita, anche se sono passati tanti anni, e tra madre e figlia resta un muro di omertà che soltanto un atto di coraggio può demolire. Con la tenacia di chi non ha nulla da perdere, Claudia tornerà a quel passato morto e mai sepolto, scoprendo che fatti e verità quasi mai coincidono, e che nel solco tra i due può sbocciare una possibilità di futuro. Dopo "L'imperfetta", finalista al Premio Calvino, Carmela Scotti gode ormai della fiducia della stampa e dei lettori. Il pubblico ha imparato a riconoscere la sua voce tagliente che scava a fondo nelle relazioni familiari. Nel suo nuovo romanzo, descrive con rara veridicità un complicato rapporto tra madre e figlia, e una perdita dolorosa che si rivelerà l'occasione per una rinascita.

Oggi partecipiamo al review party di Del nostro meglio, un libro scritto da Carmela Scotti, pubblicato da Garzanti. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

Del nostro meglio

Come ben sapete, mi piace leggere più opere di uno stesso autore, sopratutto se i romanzi mi hanno conquistata… sono molto abitudinaria, quindi è come ritrovare un vecchio amico… mi dà sicurezza, sono certa che quel romanzo nuovo non possa non piacermi. 

Per questo quando ho scoperto che Carmela Scotti, di cui avevo già letto La pazienza del sasso e di cui mi sono ripromessa di leggere anche i precedenti romanzi (anche se la mia lista dei libri da leggere è ormai talmente lunga che mi serviranno due/tre vite minimo per finirla, senza aggiungerne di nuovi, eh) aveva scritto una nuova storia, mi sono buttata a capofitto tra le sue pagine.

La storia, per usare una parola che descrive nella sua interezza, è drammatica… ma non drammatica poco, proprio una drammaticità elevata all’ennesima potenza! Potrebbe sembrare una critica e forse un po’ lo è, perché davvero a Claudia, la protagonista, succede di tutto. Nonostante ciò, però, non è una lettura strappalacrime, ma fa riflettere e anche molto.

Claudia si trova da un giorno all’altro, a causa di un incidente, a non avere più una famiglia e viene sballottata tra istituti e famiglie affidatarie, finché non viene accolta dalla zia Dora, persona dolcissima e single, che, però, agli occhi di psicologi e giudici non è abbastanza per la ragazzina. 

Claudia si difende dagli attacchi della vita con piercing, tatuaggi e droga, e con l’amica Vio ne combina di tutti i colori. La sua vita si trascina in questo vortice di rabbia da cui solo la musica riesce a liberarla per pochi attimi, fino alla conclusione del romanzo dove, come in un puzzle complicatissimo, viene posta l’ultima tesserina che permette a noi e a Claudia di mettere la parola fine.

Come dicevo è un romanzo devastante, i temi trattati sono tantissimi, e non è possibile non fermarsi a riflettere quasi a ogni riga. 

C’è la violenza domestica, la depressione, i disordini alimentari, il bullismo, la droga, l’emarginazione e la malattia (sì, lo so è tanta roba, ma vi assicuro che la lettura non è disturbante), e io, che sono particolarmente sensibile e apro le fontane a ogni frase particolarmente delicata, stavolta non ho versato una sola lacrima, ma ogni volta mi fermavo a pensare che, nonostante il racconto possa sembrare troppo, in realtà sono cose vere, che possono accadere e che succedono davvero. 

La protagonista, Claudia, è, come avrete capito, una bambina, adolescente, ragazza e donna, ferita nel profondo della sua anima, ma abbastanza forte da riuscire a costruire una propria integrità, da non lasciarsi sopraffare dagli eventi. Questo anche grazie a Vio, la sua migliore amica, rumena trapiantata in Italia, due reiette che si sono ritrovate e che si sostengono a vicenda. Ma, contrariamente a Claudia, Vio ha una famiglia che la protegge e che le dà amore. 

L’amore, a Claudia, viene dato ad ampie manciate dalla stravagante Zia Dora, che non vi nascondo essere stata il mio personaggio preferito. Lunghi capelli, completi insoliti, casa disordinata ma piena di gioia, è lei che tra tutti ha conquistato il mio cuore, insieme all’amica Vera. E l’amore viene donato da Claudia alla figlia Nina, che finalmente le dà una ragione per vivere e per non commettere gli stessi errori commessi da Caterina, la madre di Claudia. 

Come ho già detto molte volte, è un romanzo duro, una vera bastonata, un continuo colpo allo stomaco. Ho praticamente sottolineato mezzo libro perché in tante affermazioni mi sono ritrovata, anche se la mia vita, ringraziando il cielo, è lontanissima non solo da quella di Claudia, ma anche da quella di Caterina. 

Per capirci, gli adulti – categoria di cui anch’io, a malincuore, faccio ormai parte – incappano sempre in frasi insulse del tipo: «Oh sei tornata, oh ti sei svegliata, oh sei pronta per la scuola!» […]. Cose che già avvenivano senza bisogno di tradurle in parole che erano palle al piede delle cose, che arrugginivano i meccanismi, appesantivano i passi, rendevano tutto grottesco.

Non mi dite che anche voi non incappate in questo genere di frasi… io sì, millemila volte senza nemmeno rendermene conto. 

Le persone sono complicate. Tu puoi sapere benissimo qual è la cosa giusta, ma fare ugualmente la mossa sbagliata, e questo per un milione di ragioni.

Ora ditemi se non è vero? Quante volte vi capita di sbagliare pur sapendo di stare sbagliando e lo fate lo stesso?

Ultima citazione lo prometto, ma è quella che più di tutte mi ha colpita (e affondata!):

[…] ho capito che invece la vita non fa che cincischiare nel «dipende», che le piace crogiolarsi nell’incertezza, avvilupparsi intorno al filo metallico dell’eccezione, come la vite nel vigneto. Ho scoperto quante direzioni, tutte giuste e tutte sbagliate, possa imboccare una volontà, quanto sia necessario scavare nel movente, prima di chiudere un caso nell’archivio dei colpevoli. Per non parlare di quante concause ruotino intorno al motore principale di un evento, quante correnti secondarie confluiscano nella direzione che prendono le nostre azioni, sballottandole di qua e di là. Insomma, un grandissimo casino.

Non posso che concludere dicendo che è assolutamente un libro da leggere! Anche se potrà sembrarvi “troppo”, vedrete che, alla fine, troverete un pezzo di voi stessi nelle sue pagine. 

Ah,  una piccola chicca… alla fine del libro c’è l’elenco delle canzoni ascoltate da Claudia nel corso della storia. Sono andata a cercarle, alcune le conoscevo già, altre sono state una bellissima scoperta. E voi? Le ascolterete?

Avete letto Del nostro meglio? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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