Il club delle lettrici compulsive

Gli effetti secondari dei sogni – Delphine de Vigan

Gli effetti secondari dei sogni Book Cover Gli effetti secondari dei sogni
Delphine De Vigan
Narrativa
Oscar Vault Mondadori
2008
Digitale - Cartaceo
239
Acquisto personale
Marco Bellini

Lou Bertignac ha tredici anni e un quoziente intellettivo di 160. Per questo frequenta una classe in cui gli studenti sono ragazzi più grandi, che non hanno nulla da spartire con lei. A casa la situazione è anche peggiore: la sua famiglia, chiusa nel ricordo inconfessabile di una tragedia del passato, vive in un silenzio opprimente. Del tutto incapace di creare relazioni, Lou passa il tempo libero a vivere le emozioni degli altri e, nelle stazioni parigine, ama osservare quanto si dipinge sui volti di chi si lascia o si ritrova. È così che alla stazione di Austerlitz conosce Nolwenn, una ragazza di poco più grande che si è lasciata alle spalle un passato difficile e ora vive da randagia. Con lei si crea al primo sguardo un'intesa speciale. Due ragazze totalmente sole finiranno così per stringere un'amicizia che cambierà la loro vita e il loro mondo. E che, se anche non riuscirà a salvarle, darà loro nuove speranze.

Oggi parliamo di Gli effetti secondari dei sogni, un libro scritto da Delphine de Vigane, pubblicato in Italia da Oscar Vault Mondadori.

gli effetti secondari dei sogni 

Mi sono imbattuta del tutto in modo casuale in questo libro perché è uno di quelli indicati nel progetto lettura della scuola frequentata da mia figlia… e quando si parla di libri non posso non curiosare! La trama mi ha catturata e ho iniziato a leggere insieme a mia figlia, anche per poterne poi parlare… un piccolo Gruppo Di Lettura casalingo, insomma (io sono malata per i GDL!).

Il romanzo ha due protagoniste principali, Lou Bertignac, una tredicenne con un QI altissimo e che, proprio per questo, frequenta il liceo, in una classe composta da studenti più grandi di lei e con cui non riesce a instaurare nessun tipo di rapporto. A parte Lucas, di cui però parleremo in seguito. 

L’altra protagonista è Nolwen, una diciannovenne senzatetto, con un passato fatto di abbandoni, case famiglia, abusi. Vive dove capita, nei centri d’accoglienza, nella sala d’aspetto della metropolitana. 

Ed è proprio lì che le due ragazze si conoscono. Con la scusa di una relazione orale, Lou, incuriosita da No, l’avvicina, e da qui nasce una profonda amicizia. Le due diventano inseparabili, e Lou, che ha comunque una complicata situazione familiare, tenta di salvare No dalla strada. 

Dicevo che Lou ha una situazione familiare molto complicata, la madre infatti soffre di una profonda depressione, da cui non riesce a uscire nonostante le cure del padre e l’affetto della figlia. Tanto che, a un certo punto, è inevitabile che Lou si senta abbandonata

“Non voglio parlarle perché non ascolta, perché ha sempre l’aria di pensare ad altro, di essere persa nel suo mondo o di aver ingoiato storto un Lexomil. Non voglio parlarle perché non sa più chi sono, perché sembra sempre domandarsi che cosa la leghi a me, quale sia il nostro rapporto”.

Nell’amicizia tra Lou e No c’è anche Lucas, l’unico compagno di classe di Lou con cui la ragazzina abbia fatto amicizia. Lucas vive praticamente da solo, il padre è in Brasile, la madre vive in un’altra città, e lui sopravvive a se stesso, non studiando e comportandosi sempre in maniera strafottente. Questo fino all’arrivo di No. Da quel momento il ragazzo cambia e aiuta Lou a prendersi cura di No. 

Come potete intuire, dalle poche parole sulla storia, è un romanzo molto intenso, secondo me indicatissimo per degli adolescenti. 

Le tematiche affrontate sono tantissime; si tratta di non inclusione di chi, come Lou, è particolarmente intelligente e nonostante ciò, ma forse proprio per questo, vive ai margini, non si integra, viene considerata strana e non coinvolta nelle attività del gruppo. 

Si parla di abbandono minorile, come nel caso di Lucas, che vive nell’appartamento della madre, accudito da una signora che una volta a settimana va a pulire, e dalla madre che una volta ogni tanto torna a casa. 

Si parla soprattutto di una piaga che affligge la Francia, in cui è ambientato il libro, ma non solo, di donne giovanissime che diventano clochard, e si perdono tra le strade delle città. 

Le due ragazze, Lou e Nolwen, diventano amiche perché avvicinate dalle loro reciproche solitudini. E questo è un altro tema importante, quello della diversità, che porta gli altri alla ghettizzazione del diverso, che si trova escluso dalla società. 

La violenza è anche nel silenzio, e qualche volta è invisibile a occhio nudo. La violenza è il tempo che risana le ferite, la sequenza irriducibile dei giorni, l’impossibile ritorno indietro. La violenza è quello che ci sfugge, che tace, che non si manifesta, la violenza è ciò che non ha spiegazione, che resterà opaco per sempre.

Ma l’amicizia delle due porta una luce di speranza, speranza che No possa tornare nel mondo lavorativo e tornare a vivere “normalmente”, e che Lou, grazie anche all’amicizia con Lucas, possa finalmente essere accettata dagli altri per quella che è. 

Il romanzo è, dunque, il racconto di un’amicizia, di due ragazze che non seguono le mode del momento, che non seguono la massa, e questo viene descritto dall’autrice in maniera delicata ma profondissima, fa toccar con mano i sentimenti delle due protagoniste, senza mai scadere nel pietismo, ma mettendo in evidenza grandi problematiche che sono purtroppo all’ordine del giorno.

Siamo capaci di erigere grattacieli alti seicento metri, costruire alberghi sottomarini e isole artificiali a forma di palma, siamo capaci d’inventare materiali da costruzioni “intelligenti” che assorbono gli inquinanti atmosferici organici e inorganici, siamo capaci di creare aspiratori autonomi e lampade che si accendono da sole quando si torna a casa. Siamo capaci di lasciare che della gente viva ai margini della circonvallazione.

Avrei ancora millemila cosa da dire, ma rischio di dilungarmi troppo, per cui non mi resta che consigliarvi di leggere questo delicatissimo romanzo, di farlo leggere ai vostri figli, ai vostri alunni (se insegnate), ai vostri amici, è un romanzo che vi assicuro vi farà davvero riflettere. 

Avete letto Gli effetti secondari dei sogni? Vi aspetto per commentarlo!

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