Il club delle lettrici compulsive

Hunger Games – Suzanne Collins

Hunger Games Book Cover Hunger Games
Hunger Games #1
Suzanne Collins
Distopico, Young Adult
Mondadori
2009
Digitale - Cartaceo
370

Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.

Sono passati dieci anni da quando Hunger Games è stato pubblicato in Italia e, in occasione di questo importante anniversario, Oscar Vault, la linea dei classici firmata da Mondadori, ha preparato una nuova, scintillante edizione, con copertine bellissime che metteranno alla prova i collezionisti (e le lettrici compulsive!).

hunger games
Non è meravigliosa?

Capite quindi perché non ho potuto dire di no quando mi è stato proposto di partecipare a questo bellissimo Review Party? Colgo l’occasione per ringraziare Raffaella di The Reading’s Love per aver organizzato l’evento: è sempre un piacere poter parlare di un libro che si ama con altre blogger favolose!

Hunger Games è il primo libro della fortunatissima trilogia distopica scritta da Suzanne Collins. Come mi è già successo con altri libri, questa è una rilettura perché avevo letto Hunger Games nell’epoca pre-blog e mi pareva davvero un delitto non commentarlo con voi, sopratutto perché è una trilogia meravigliosa dalla quale, come di certo saprete, sono stati tratti quattro film con la bravissima Jennifer Lawrence ad interpretarne la protagonista.

La trilogia è così composta:

  • Hunger Games
  • La ragazza di fuoco
  • Il canto della rivolta

Siamo a Panem, una nazione nata in un imprecisato futuro post apocalittico in Nord America. Panem è diviso in dodici Distretti controllati dalla capitale, Capitol City. A causa di una rivolta avvenuta in passato, per stringere la morsa del controllo sugli abitanti dei Distretti, la capitale ha istituito gli Hunger Games, un reality show che vede protagonisti due tributi, un maschio e una femmina, estratti a sorte tra i ragazzi dei vari Distretti.

Il reality, in realtà, è un gioco al massacro. Letteralmente. I tributi devono sopravvivere in un’arena molto vasta e uccidersi a vicenda, fino a quando non rimane in piedi un solo vincitore.

È durante il giorno della mietitura, il giorno dell’estrazione dei tributi, che ha inizio la storia, quando Katniss si offre volontaria al posto della sorellina Prim, appena dodicenne. Insieme a lei, verrà mandato agli Hunger Games  il placido Peeta, il figlio del fornaio.

Forse è perché mi hanno conosciuta al Forno o hanno conosciuto mio padre o hanno incontrato Prim, a cui nessuno può fare a meno di voler bene. Così, invece di rispondere all’applauso, me ne resto lì immobile, mentre loro mettono in atto la più audace forma di disapprovazione di cui possono disporre. Il silenzio. Che dice che non siamo d’accordo. Che non perdoniamo. Che tutto questo è sbagliato.

La storia è raccontata dal punto di vista di Katniss, quindi viviamo le sue emozioni dalla prima all’ultima pagina. Katniss non si fida di nessuno e non riesce ad appoggiarsi come dovrebbe al suo mentore, nonostante lui sia stato abbastanza chiaro con lei fin dall’inizio. Dubita di tutti, perfino di Peeta, perché sa che può esserci un solo vincitore agli Hunger Games.

hunger games

Il sentimento dominante è ovviamente la paura. E Katniss non riesce a fare altro se non pensare a come gestire questo terrore folle perché, oltre a sopravvivere agli altri 23 tributi, sa bene che tutto sarà ripreso dalle telecamere e trasmesso in TV. E quindi sua madre, Prim e tutti gli altri del Distretto 12 la vedranno soffrire e combattere per la sua vita. Tuttavia, è Peeta l’unico che riesce veramente a capire quale sia lo scopo di Capitol City:

«Non so bene come dirlo. Solo non voglio… perdere me stesso. Ha un senso? » chiede. Scuoto la testa. Come potrebbe perdere se stesso? «Non voglio che mi cambino, là dentro. Che mi trasformino in una specie di mostro che non sono.»
Mi mordo il labbro inferiore. Mentre io stavo elucubrando sull’arena e sulla disponibilità di alberi, Peeta era alle prese con il problema di conservare la sua identità. La purezza del suo io.
«Vuoi dire che non ucciderai nessuno?» chiedo.
«No. Quando arriverà il momento sono sicuro che ucciderò come chiunque altro. Non posso darmi per vinto senza combattere. Solo continuo ad augurarmi di trovare un modo per… per dimostrare a quelli di Capitol City che non sono una loro proprietà. Che sono più di una semplice pedina» dice Peeta.

Peeta parte in sordina, ma è un personaggio favoloso che offre tantissimi spunti di riflessione.

Ci sono un sacco di personaggi magnifici, ben caratterizzati dalla Collins. Uno dei miei preferiti in assoluto è Cinna. Nonostante si veda poco rispetto all’intero volume della storia, Cinna è uno dei porti sicuri per Katniss. È un amico che cerca di aiutarla nei modi che gli sono concessi e sicuramente sono fuorviata dal film, ma per me avrà sempre il viso di Lenny Kravitz!
Anche Haymitch mi piace tanto, nonostante sembra sia solo un ubriacone senza speranza.

Non mi dilungo più di tanto sulla trama perché sicuramente sapete già come si svolge la storia, ma vorrei fare varie riflessioni sparse con voi.

Anni fa, ho letto un’intervista alla Collins. Nonostante non riesca a ricordami per quale testata fosse  l’intervista, quando le hanno chiesto come le sia venuta l’idea degli Hunger Games, lei ha risposto una cosa che è rimasta impressa indelebilmente nella mia memoria perché estremamente vera: quante volte nello stesso telegiornale o facendo semplicemente zapping si passa da notizie serissime (guerre con centinaia di vittime innocenti) a sciocchi reality?

Ed ecco che nella sua testa hanno preso forma i vanesi abitanti di Capitol City, con i loro abiti sgargianti, la loro pelle tinta di colori improbabili e la loro superficialità, pronti a fare di un gioco mortale prima uno show e poi una festa.

Nei Distretti, la storia cambia: il superfluo non è contemplato. La gente è poco meno che schiava, si muore di fame, di malattia e per il troppo lavoro. Non si può comunicare o viaggiare tra distretti. L’unico momento in cui i vari rappresentanti dei Distretti si incontrano è per farsi a pezzi nell’arena.

È questo il bello di questo libro: la continua antitesi tra il lusso sfrenato di Capitol City e la povertà estrema del Distretto 12, dove tutto è coperto da una sottile patina di carbone. A Capitol City, durante una festa, i partecipanti vomitano apposta per potersi ingozzare di più. Nei Distretti, la gente muore di fame. È anche un notevole spunto di riflessione perché quanta gente muore ancora di fame al giorno d’oggi, mentre, nel cosiddetto lato giusto del mondo, la vera piaga è l’obesità?

Curiosità: leggendo un libro che non c’entra assolutamente nulla con Hunger Games (Suspicious Minds di Gwenda Bond), ho scoperto che, durante la guerra del Vietnam, gli scaglioni di soldati (poco più che reclute, alla fine), venivano estratti con un sistema molto, molto simile a quello della mietitura. In diretta televisiva, veniva estratta una data di nascita e chi era nato in quel giorno, sarebbe dovuto partire, prima per il centro addestramento e poi per il fronte. Mentre leggevo ero agghiacciata e il mio primo pensiero è stato “Ecco da dove la Collins ha preso l’idea per la mietitura…”

Avete letto Hunger Games? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito da Mondadori perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia valutazione finale.

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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