I viaggiatori del binario 5
Narrativa contemporanea
Mondadori
2023
Digitale - Cartaceo
324
Fornito dalla casa editrice
Stefania Bertola
Ogni giorno alle 8.05 Iona Iverson prende il treno per andare al lavoro e percorre dieci fermate, da Hampton Court alla stazione di Waterloo, accompagnata dal suo cane, Lulu. Ogni giorno vede le stesse persone, su cui fa ipotesi e che conosce solo per i soprannomi che lei stessa gli ha affibbiato. Naturalmente, non parlano tra loro. Da pendolare esperta, infatti, Iona sa che sul treno ci sono regole precise che tutti dovrebbero seguire: - Avere un lavoro a cui recarsi. - Non consumare cibo caldo. - Essere pronti a ogni evenienza. - Non parlare mai con gli sconosciuti. Ma una mattina uno dei passeggeri, che Iona ha soprannominato "Chic ma Sessista", rischia di strozzarsi con un acino d'uva proprio davanti a lei. Sarebbe morto se non fosse stato per il tempestivo intervento di "Sospettosamente Simpatico", ossia Sanjay, un infermiere che gli pratica la manovra di Heimlich. Questo singolo evento dà il via a una reazione a catena, e un gruppo di persone che non hanno quasi nulla in comune se non i loro spostamenti quotidiani scopre che un incontro casuale può trasformarsi in molto di più e che parlare con gli sconosciuti può insegnarci qualcosa sul mondo che ci circonda e su noi stessi. Ma quando la vita di Iona inizierà a crollare, i suoi nuovi amici saranno presenti nel momento del bisogno?
Oggi partecipiamo al blog tour di I viaggiatori del binario 5, un libro di Clare Pooley pubblicato da Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.
“Tutti conoscevano la Seconda Regola dei Pendolari: si può fare cenno di saluto a qualcuno se lo si è visto un numero significativo di volte o addirittura, in extremis, scambiarsi un sorrisetto amaro o alzare gli occhi al cielo in caso di annuncio all’altoparlante, ma mai, mai rivolgersi la parola. A meno di non essere uno squilibrato.”
Iona, l’anima del romanzo, urla a perdifiato cercando un medico quando Piers rischia di soffocarsi con un acino d’uva, ma è l’infermiere Sanjay a risolvere tutto con la manovra di Heimlich. Li osserva ammirata e persa nelle scena la Ragazza del Treno (come non notare il richiamo al libro omonimo!), Emmie.
Se la regola chiave del treno è non parlarsi, questo avvenimento fa tabula rasa e rimette in gioco i personaggi sul piano personale, non solo attraverso l’osservarsi a vicenda dandosi nomignoli più o meno lusinghieri quali Signora Arcobaleno (Iona) o Chic ma sessista (Piers). L’incidente dell’uva apre ai dialoghi, alle chiacchierate e abbatte i muri tra questi pendolari che fino a quel giorno erano sconosciuti, ma sarà in grado di sciogliere davvero ogni riserva?
Le confidenze di viaggio corrisponderanno alla realtà?
Quando i veri problemi della vita busseranno alla porta, chi si aiuterà a vicenda?
Devo dire che nel complesso il romanzo della Pooley è molto scorrevole, piacevole da leggere immaginandosi come noi avremmo soprannominato i vari personaggi se li avessimo trovati seduti accanto a noi in treno (perché, diciamocelo, tutti lo facciamo durante i nostri viaggi!). Lo stile è semplice, informale e senza troppi fronzoli, come se stessimo raccontando qualcosa a un amico.
Ciò che mi sento di sottolineare come nota dolente è aver inserito quasi “per forza” il tema del bullismo, che diciamocelo non è un tema nuovo ma solo uscito allo scoperto! I bulli sono sempre esistiti. Detto questo, la piccola Martha mi è piaciuta molto quando ho “tirato le somme” del percorso evolutivo che la vede passare da mascotte del gruppo a giovane donna più sicura di sé.
Credo che il messaggio globale di questo romanzo voglia essere un richiamo al fare gruppo per affrontare sia le cose belle che quelle brutte della vita. Se ci si unisce, ci si confida e confronta con altre persone a volte i problemi enormi della nostra esistenza trovano risposte inaspettate, magari anche soluzioni facili o che da soli non avremmo potuto trovare.
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