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Il Dio della guerra – Andrea Frediani

Il Dio della guerra Book Cover Il Dio della guerra
Andrea Frediani
narrativa mitologica
Newton Compton Editori
2023
Digitale - Cartaceo
416
Fornito dalla casa editrice

Achille, Aiace, Odisseo, Diomede, Menelao… Chi conquisterà la gloria eterna sotto le mura di Troia? Durante l'assedio di Troia, gli uomini più valorosi tra le schiere degli Achei saccheggiano la Frigia: un avvenimento che cambierà per sempre il corso della vita della giovane Tecmessa, figlia del re Teleutao. Fatta prigioniera, viene assegnata come schiava e concubina ad Aiace, il più forte tra i guerrieri della coalizione ellenica che ha posto sotto assedio la città di Troia. Al centro del più grande conflitto dell'antichità, anno dopo anno, Tecmessa assiste agli scontri feroci tra Troiani e Achei, ma soprattutto tra gli stessi Achei, impegnati in una serrata competizione per conquistarsi la fama di miglior guerriero del conflitto. Lo scontro è feroce e senza esclusione di colpi: il superbo Agamennone, l'ingegnoso Odisseo, il maestoso Aiace, suo cugino Achille, indomito e sempre scortato da Patroclo e i fedeli Mirmidoni, Diomede, valoroso oltre ogni limite, Menelao, sospinto dallo spirito di vendetta per il rapimento della sua Elena. Grandi eroi disposti a tutto pur di entrare nella leggenda e rendersi immortali al pari degli dei. Per difendersi e vendicarsi, Tecmessa dovrà imparare a sfruttare la sua posizione per seminare discordia accentuando le rivalità tra i capi Achei, fino a sgretolare il loro esercito.

Oggi partecipiamo al review party di Il Dio della guerra, un libro di Andrea Frediani pubblicato da Newton Compton Editori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

Il Dio della guerra

Quando frequentavo il liceo, millemila anni or sono, uno degli argomenti che più mi interessava era l’Epica in generale, ma in particolare quella greca. Ho studiato l’Odissea, l’Iliade, l’Eneide, con grande interesse e ancora oggi adoro leggere libri che trattano l’argomento. 

Quando, dunque, ho avuto la possibilità di leggere il romanzo di Andrea Frediani l’ho fatto con grande entusiasmo e mi sono trovata di fronte una versione dell’Iliade molto diversa da quella che conoscevo ma, nonostante ciò, veramente interessante. 

In questa versione la protagonista è Tecmessa, una principessa figlia del re della Frigia Teleutao, che viene catturata dagli Achei durante la guerra contro i Troiani e resa schiava alle dipendenze del re di Salamina, Aiace Telamonio. 

La narrazione ripercorre i fatti salienti raccontati nell’Iliade. Gli eroi sono loro, Achille e Patroclo, Agamennone e il fratello Menelao la cui moglie, Elena è stata rapita e sposata da Paride. Ovviamente tra questi eroi greci uno dei più rilevanti è Odisseo, noto per la sua astuzia, e, come tutti sanno, sarà colui che farà vincere agli achei una guerra infinita. 

Ma tutti questi eroi che conosciamo dalle parole di Omero e che abbiamo studiato durante gli anni scolastici come guerrieri valorosi, senza macchia e senza paura, in questo romanzo appaiono molto diversi. 

Il racconto è basato su un manoscritto che Tecmessa scrive a fine guerra e che viene tramandato ai suoi posteri. Tucidide, discendente di Tecmessa, porta il manoscritto a Pericle, politico e leader ateniese, lasciando a lui la decisione di pubblicarlo o meno. 

La guerra di Troia è vista attraverso gli occhi di Tecmessa, e i grandi eroi greci ne escono malconci. Lo scopo principale di tutti è quello di essere il miglior guerriero, e per diventarlo sono disposti a qualsiasi inganno anche a combattimenti sleali e tradimenti. 

Un uomo può essere dio, se si rende immortale tramite il ricordo degli altri.
[…]
Quindi non importa come raggiungi un fine, l’importante è raggiungerlo, perché verrai ricordato per l’obiettivo raggiunto, non per il percorso.

Achille stesso, che tutti ricordiamo essere un semidio, senza paura e che agisce sempre con onore e rispetto, in realtà viene dipinto come un uomo incline all’ira, all’uso di sostanze stupefacenti e che decide di non combattere più non per il rapimento della sua schiava preferita Briseide da parte di Agamennone, come narrato da Omero, ma per altri motivi. 

Patroclo appare come un debole che è succube di Tecmessa, così come viene dipinto come un vile Paride, che si tira indietro a ogni scontro tra Troiani e Achei. 

Lo stesso Odisseo, astuto e intelligente, non esita di fronte a intrighi e tradimenti, non apparendo affatto l’eroe giusto e corretto che abbiamo letto nell’Odissea. 

Tutto ciò grazie a Tecmessa, che ordisce intrighi, spinge Aiace contro i suoi stessi parenti e amici pur di raggiungere i suoi scopi. 

Il romanzo è davvero interessante e coinvolgente, una versione veramente diversa dalle tragedie greche che conosco dai miei studi scolastici. L’autore riesce a rendere la vicenda davvero appassionante e i personaggi davvero crudeli e disposti a tutto per la gloria che sono andati a cercare con questa guerra. 

Tecmessa è sicuramente il personaggio più particolare, una donna priva di scrupoli, che conosciamo ragazzina indifesa e ingenua, che si trasforma in donna astuta e anche cattiva, che non esita a usare tutte le armi in suo possesso per mettere zizzania tra i capi Achei e per ottenere il potere. 

A dimostrazione che le donne potevano usare altre arti e altre armi per vincere i loro avversari, senza bisogno di far sterminare centinaia di uomini e far soffrire le popolazioni.

Non ho amato questa donna, troppo opportunista, troppo infida e  spregiudicata, così come non ho amato Aiace Telamonio che appare sciocco e succube della sua schiava da cui si fa guidare e comandare. 

Achille stesso mi è sembrato molto più umano in questo romanzo, con niente del semidio che siamo abituati a conoscere, e forse, nella sua cattiveria e nella sua crudeltà, mi è sembrato sicuramente più vero. 

Agamennone e Menelao sono calcolatori, vogliono il potere di tutta la Grecia racchiuso nelle loro mani e anche loro non si tirano indietro in nessun contesto per ottenerlo. Insomma, tutti sono uomini ambiziosi e calcolatori. 

Poco spazio è stato dato agli eroi Troiani, Enea, Priamo, Ercole, che compare solo nell’episodio della morte di Patroclo e della propria, ma quasi come una comparsa. Priamo ed Enea vengono solo nominati, ma tutto ciò probabilmente è dovuto al fatto che il focus del romanzo sono gli Achei e non i Troiani.

Lo stesso autore, nella postfazione, che vi consiglio di leggere, dice:

Per non appesantire la narrazione o confondere il lettore meno avvezzo, un autore opera sempre una selezione tra i personaggi possibili, limitandosi a quelli funzionali alla sua trama.

Comunque si è trattato di un romanzo veramente ben scritto e veramente originale, non mi sarei mai aspettata una versione tale dell’Iliade. Leggerò sicuramente altro di Frediani, che mi ha letteralmente conquistata. 

Vi consiglio di leggere Il Dio della guerra. Certo, non è un romanzo fedele alla mitologia e all’epica greca, ma ne vale davvero la pena!

Come dice l’autore:

Gli stessi miti avevano un’infinità di varianti già a i tempi dei greci classici, perché erano favole. Talune con un fondo di verità, certo, ma rielaborate sempre da qualcuno in funzione eroica o addirittura trascendente; altrimenti Omero non avrebbe inserito gli dei nella sua Iliade.

E in tal senso va letto il libro, senza lasciarsi scandalizzare dal fatto che i nostri eroi greci sono diversi rispetto a quello che abbiamo imparato a conoscere con i nostri studi.

Leggerete Il Dio della guerra? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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