Il club delle lettrici compulsive

Intervista a Massimo Polidoro

Massimo Polidoro: L’intervista.

Bentrovati compulsivi e compulsive. Per l’intervista del sabato, questa settimana, abbiamo una vera chicca per voi: Massimo Polidoro! In occasione dell’uscita del suo nuovo thriller Non guardare nell’abisso ( qui la nostra recensione), ci ha dedicato un po’ del suo tempo. Siete impazienti? Benissimo, andiamo a scoprire qualcosa di più su di lui.

Parlaci un po’ di te: chi è Massimo Polidoro, sia come persona che come autore.

È sempre difficile parlare di se stessi. Diversi mi conoscono come “esploratore dell’insolito”, come mi diverto a definirmi: vale a dire che sono stato tra i fondatori del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) con Piero Angela, Margherita Hack e Umberto Eco, tra gli altri, l’associazione che indaga sui presunti misteri e racconta la scienza. Ho tenuto per alcuni anni il primo e unico corso di Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca, mi capita spesso di andare in TV a raccontare le mie indagini e ho avuto la fortuna di avere come mentore il grande illusionista e indagatore di misteri americano James Randi. Detto questo, la mia grande passione resta la scrittura: ho infatti pubblicato oltre 40 libri (quasi tutti per Piemme-Mondadori) e, come giornalista, collaboro da sempre con le testate del gruppo Focus.

Come prendono vita le tue idee, su carta o su pc?

 Nella mia testa! Poi, dipende da dove mi trovo. Mi capita di scrivere su qualunque cosa mi capiti a tiro, anche se ormai spesso mi ritrovo a registrare sul telefonino messaggi vocali a me stesso, per ricordarmi di un’idea che mi sembra interessante. Poi, però, il lavoro di scrittura lo faccio tutto al computer.

Massimo, cosa vuol dire per te scrivere?

 Semplicemente: vivere. Non potrei smettere di scrivere. Lo faccio sin da quando ero bambino, quando ho iniziato a scrivere a macchina i miei primi raccontini, o quando riempivo i quaderni di storie che poi trasformavo in fumetti. Lo faccio tutti i giorni perché non posso farne a meno e perché è l’unico modo per imparare davvero a farlo. Nonostante abbia pubblicato tanti libri, ogni volta mi rendo conto di fare qualche passettino in avanti rispetto alla volta prima. Anche per questo non amo molto rileggermi…

 Veniamo al dunque, raccontaci del tuo ultimo romanzo, Non guardare nell’abisso: Com’è nata l’idea di questo intreccio? Ci sono riferimenti anche a periodi storici molto particolari, per l’Italia.

 È vero. L’idea era quella di raccontare una storia con un mistero le cui radici affondavano negli anni più bui della nostra Repubblica. Sono anni che non solo ho vissuto, da bambino, ma che poi ho approfondito e studiato a lungo. Avrei potuto scriverci l’ennesimo saggio, ma in tanti lo hanno fatto benissimo prima di me. Così, quando l’idea giusta si è presentata, ho capito che poteva diventare una nuova avventura per il mio ironico cronista impiccione Bruno Jordan.

Sei rimasto sempre fedele all’idea iniziale, oppure durante la scrittura (o anche a romanzo ultimato), hai deciso di cambiare qualche dettaglio nella trama o qualche scena, qualche personaggio? Sappiamo che alcuni personaggi tendono, diciamo così, a fare di testa loro e ad andare dove vogliono.

 L’idea iniziale si è evoluta nel corso dei mesi. Succede sempre così, in effetti. Prima di passare alla scrittura vera e propria cerco sempre di costruire la storia nel modo più articolato possibile. Poi, però, succede che mentre inizio a scrivere spunta fuori qualcosa che non avevo previsto. Gli eventi possono prendere una piega inattesa e mi diverto a seguire quel filone che non mi aspettavo: a volte viene fuori qualcosa di sorprendente. che arricchisce la storia e così la tengo. Altre volte, capita che quella svolta si riveli solo un ramo morto e allora lo taglio.

Qual è il personaggio al quale ti senti più legato? Scommettiamo… Bruno Jordan?

 Be’, naturalmente Bruno occupa un posto speciale nel mio cuore. È grazie a lui che è nato Il passato è una bestia feroce, il primo romanzo che lo ha visto protagonista lo scorso anno, e ora Non guardare nell’abisso. Però, sono molto legato anche agli altri personaggi. Gip, l’amico taciturno e affidabile di Bruno, ha qualcosa di speciale. Chi non vorrebbe avere un amico così, sempre pronto ad aiutarti quando sei nei guai? Ma mi piace anche Linda, la capa affascinante e tosta di Bruno. E poi i personaggi di “contorno”, come si dice: Peter, il papà di Bruno, malato di Alzheimer e convinto di essere ancora nel 1966, “Elvis”, Phasma e ovviamente i cattivi, che qui non nominerò…

La frase del libro che senti più tua, o un passo che ti piace particolarmente?

 Forse questa che pronuncia Bruno all’inizio dell’avventura: « Cercare soluzioni a problemi che sembravano irrisolvibili, mettere ordine nel caos, mi aiutava a dare un senso alla mia vita». Nel mio caso c’è molto altro che, per fortuna, riesce a dare un senso alla mia vita, ma posso capire bene come si sente Bruno davanti a un mistero che aspetta solo di essere risolto. 

Cosa ti aspetti dal prossimo futuro, Massimo?

 A dire la verità, non mi “aspetto” niente. Lavoro sodo per raggiungere ciò a cui aspiro: a volte ci si riesce, a volte no. Ma non penso che niente sia mai dovuto. Detto questo, se Bruno questa volta se la cava, e se Non guardare nell’abisso piacerà ai lettori, posso senz’altro dire che mi piacerebbe vederlo ancora in azione con una nuova, imprevedibile indagine.

Stai già lavorando ad altri progetti? Qualche indiscrezione?

Sono sempre al lavoro su qualcosa di nuovo. C’è un nuovo saggio che vedrà la luce entro la fine dell’anno e poi sto ragionando su un nuovo romanzo per i miei lettori più giovani. Nell’immediato, una bella iniziativa che posso segnalare è che per tutta l’estate ci sarà un mio libro allegato a Sorrisi & Canzoni TV, Focus e Focus Storia. Usciranno uno al mese: Cronaca nera a giugno, Straordinari misteri della storia a luglio e Grandi gialli della storia ad agosto. Per chi se li è persi quando sono usciti la prima volta, è una bella occasione per trovarli.

Beh, che dire, quando si ha la fortuna di riuscire ad intervistare un grande autore come Massimo Polidoro, si potrebbe restare ad ascoltare la sua storia… e le sue storie per ore, ma per oggi la nostra intervista finisce qui. Ringraziamo Massimo per la gentilezza, è stato davvero un piacere e speriamo di poterlo incontrare nuovamente per i prossimi progetti.

Buon Week end!

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