Il club delle lettrici compulsive

La definizione della felicità – Catherine Cusset

La definizione della felicità Book Cover La definizione della felicità
Catherine Cusset
Narrativa
Astoria
2022
Digitale - Cartaceo
336
Fornito dalla Casa Editrice
Margherita Belardetti

Clarisse ed Ève, due donne, diversissime tra loro, ma nelle quali ciascuna può ritrovarsi, in parte o per intero, nel loro differente rapporto con il corpo e il desiderio, l'amore e la maternità, l'invecchiamento e la felicità.

Due donne nate negli anni sessanta che di volta in volta incarnano una generazione, un'epoca e due modi particolari e molto diversi tra loro di attraversare la vita, dall'adolescenza alla maturità. Una, Clarisse - segnata da un evento traumatico a sedici anni, che ha cercato di dimenticare più che superare e che l'ha vaccinata contro la paura - condurrà una vita bohémienne e caotica, fatta di amori contrastati e passionali, e di una professionalità erratica, segnata dalla fatalità della ripetizione. L'altra, Ève, diventata cuoca a domicilio dopo studi classici, ha adottato l'equilibrio di una vita borghese da espatriata, compiendo scelte ragionevoli e durature. A loro insaputa sono unite da un legame invisibile e, grazie a una scoperta casuale, le loro strade s'intrecceranno intensamente. Clarisse ed Ève, due donne, diversissime tra loro, ma nelle quali ciascuna può ritrovarsi, in parte o per intero, nel loro differente rapporto con il corpo e il desiderio, l'amore e la maternità, l'invecchiamento e la felicità. Felicità intesa come durata e continuità, oppure come una serie di frammenti, i momenti dell'incendio.

Oggi partecipiamo al review party di La definizione della felicità, un libro scritto da Catherine Cusset pubblicato in Italia da Astoria. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

La definizione della felicità

Vi avviso subito: La definizione della felicità non è un libro facile. Per nulla. In fondo vi lascio i trigger warning perché è tosto, sia come argomenti che come taglio dato dall’autrice.
Detto questo, mi è piaciuto tanto perché amo la narrativa, anche se a volte è un po’ pesantina.
La storia inizia con un flashforward nel prologo, ma poi ci riporta all’estate del 1979 e ci mostra Clarisse ed Ève, le due protagoniste adolescenti, alle prese con la loro vita, i primi amori, i primi guai, i primi traumi che segneranno per sempre la loro vita.
Di anno in anno, Cusset salta da una all’altra, mostrando similitudini e differenze tra le due, tra le scelte che compiono nei momenti chiave della loro vita. Sembrano non avere nulla in comune, sembrano destinate a non incontrarsi mai… ma la vita riserva tantissime sorprese…
La scrittura di Catherine Cusset è potente, a tratti poetica, quasi lirica, anche quando descrive le bassezze dell’animo umano. È asciutta nelle descrizioni dei sentimenti e delle sensazioni, arrivando a essere, a volte, fin crudele, ma rende benissimo l’idea. Ci sono momenti in cui è estremamente facile immedesimarsi in Ève o in Clarisse perché c’è sempre quella mezza frase che suscita empatia o perché l’episodio narrato è familiare in qualche modo.
Pensando alle due protagoniste, il primissimo esempio che mi viene in mente è la fiaba della cicala e della formica, avete presente? La cicala si gode il suo tempo cantando, senza pensare al futuro, mentre la formica lavora, lavora, lavora, per avere sicurezza quando sarà il momento. Ma, andando più a fondo, la storia si arricchisce di sfumature ed è ciò che mi fa promuovere a pieni voti questo libro. Perché le vite delle persone non sono solo bianche o nere. Perché ci sono eventi, ai quali magari non diamo la giusta importanza o che tentiamo di rimuovere, che si rivelano essere fondamentali, che danno una sorta di imprinting a tutto quello che verrà dopo.
Ne fa un esempio molto bello Clarisse, quando si rende conto del percorso circolare che lega lei e la madre. Uscire dal loop non è semplice, non lo è mai, ma il fatto di riconoscerlo è già un enorme passo avanti. Sì, lo so, è la recensione più criptica (e più corta) della storia, ma non voglio rischiare di dire troppo, non voglio anticiparvi nulla perché per me questo libro è stato una scoperta.
La definizione della felicità è narrativa nel senso puro del termine. Descrive la vita, con le sue gioie e i suoi dolori, con gli attimi di felicità rubati ai drammi esistenziali che accompagnano ciascunə di noi.
Cos’è per voi la felicità?
Per me è tante cose: mio marito, la mia famiglia, avere almeno un gatto o un cane accanto, una tazza di cappuccino quando fuori fa freddo, l’alba in un posto nuovo, le risate con mia madre e mia sorella, una serata di pettegolezzi con Sally (e con tutte le altre… ragazzə, certe sere il telefono è incandescente! E io adoro questi momenti!). E queste cose ci sono sempre, anche quando tutto intorno cade a pezzi, quando le certezze si sgretolano sotto i colpi della vita (e adesso anche basta, eh! Grazie).
Comunque, vi lascio i trigger nella casellina spoiler. Valutate se non vi turbano troppo e poi date una possibilità a La definizione della felicità. Se amate la narrativa, non fatevelo scappare.
Grazie di cuore ad Astoria per questi titoli così importanti, così diversi.
TRIGGER WARNING

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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