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La Regina di Cuori, la Malvagia Strega dell’Ovest e Capitan Uncino – Blog tour Alice, Dorothy & Wendy

Parliamo sempre degli eroi, ma in questo Blog Tour conosceremo gli antagonisti: la Regina di Cuori, la Malvagia Strega dell’Ovest e Capitan Uncino non avranno più segreti per noi! Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate seguirne tutte le tappe.

Abbiamo letto con estremo piacere il meraviglioso volume di Oscar Mondadori che raccoglie in un’unica edizione i tre romanzi, Alice nel paese delle meraviglie, Il mago di Oz e Peter Pan, abbiamo sognato, viaggiato, combattuto, con le giovani protagoniste di questi splendidi racconti e ci siamo appassionati alle loro storie ma, per quanto io le adori, ammetto di aver sempre avuto una spiccata preferenza per gli antagonisti di tutte le storie.

Pensateci bene, preferireste prendere un tè con Dorothy e il suo piccolo Toto o con la Malvagia strega dell’Ovest, servito dalle sue scimmie volanti? Andare a cena con Peter Pan o con l’affascinante Capitano Uncino? Essere amiche della piccola Alice o stillare TAGLIAAAATEGLI LA TESTA con la Regna di Cuori? Hem… magari l’ultima ignoriamola, che dite?

Comunque, non c’è paragone.

I cattivi hanno sempre un fascino particolare.

Sarà per questo che spesso sono soggetti di riscritture postume e canzoni di successo! Nella nostra musica italiana abbiamo Edoardo Bennato che canta di Capitan Uncino e i Litfiba con Regina di cuori, mentre negli Stati Uniti è famosissimo un meraviglioso musical dedicato interamente alla Malvagia Strega dell’Ovest, lo splendido Wicked!

Ma veniamo a noi, mettiamoci comodi in poltrona, versiamoci una tazza di tè e rilassiamoci con un po’ di marmellata sul naso mentre cominciamo a fare la conoscenza della Regina di Cuori!

La Regina di cuori la Malvagia strega dell'Ovest e Capitan Uncino

L’irosa Regina regna col pugno di ferro sul Paese delle Meraviglie, insieme al pacato marito, il Re di Cuori. La conosciamo ben prima della sua comparsa nel romanzo attraverso gli altri personaggi che ne parlano con grande timore reverenziale.

Alice conosce la Regina personalmente in occasione di una partita di croquet molto bizzarra, che si gioca usando fenicotteri al posto delle mazze e in cui i giocatori vengono continuamente espulsi tramite condanne a morte proclamate a gran voce dalla sovrana e mai eseguite.

Più che per rispetto alla sua autorità, sembra che il popolo le obbedisca per timore dei suoi scoppi di ira, ma nessuno la rispetta veramente, né il suo consorte, né tantomeno Alice, che la tratta con disprezzo malcelato.

La sua figura potrebbe essere ispirata a quella della Regina Vittoria e quindi rappresentare una velata satira da parte dell’autore alla politica del suo tempo e anche coloro che dovranno illustrarla in seguito si ispireranno spesso alla figura della sovrana. L’intero romanzo potrebbe essere letto come un ribaltamento della società vittoriana: tanto razionale e ordinata quanto confusionario e scardinato il Paese delle Meraviglie.

Altre letture vedono la Regina di Cuori come metafora degli adulti che pensano che fare la voce grossa voglia dire essere autorevoli e non autoritari, che risolvono i problemi con reazioni esagerate e drastiche.

Senza dubbio si tratta di un personaggio dalla connotazione negativa, uno dei tanti che Alice incontra durante il suo bizzarro viaggio nel Paese delle Meraviglie, ma allora perché colpisce così tanto la nostra immaginazione?

Lewis Carroll stesso, nel suo articolo “Alice on the stage”, ne parla così:

Mi sono immaginato la Regina di Cuori, come la personificazione di una passione ingovernabile – una furia cieca e senza ragione.

Forse è questo che ci attira, la passione, la mancanza di ragione, in contrasto con una protagonista che ne esercita fin troppa in un contesto che non ne richiede affatto.

Troviamo la figura della Regina di Cuori anche nella tradizione esoterica dei tarocchi, dove simboleggia una donna forte, intuitiva, creativa, guidata dai suoi sentimenti, una donna senza sovrastrutture.

Noi stesse a volte sentiamo di provare furia cieca, ma le costruzioni sociali non permettono alle donne di agire in maniera incontrollata, ed è per questo che lei appare libera, nella sua rabbia.

Il suo fascino è quello dell’imprevedibilità e del pericolo, di una bomba innescata che potrebbe esplodere (ed esploderà sicuramente) da un momento all’altro.

Di tutt’altra pasta sembra, invece, la Malvagia Strega dell’Ovest.

La Malvagia strega dell’ovest in un’ illustrazione originale, fonte Wikipedia.

Più cattiva (come denota il nome stesso) che arrabbiata, la Strega dell’Ovest vive in un castello sorvegliato da creature mostruose e cattive, tra cui citiamo le famose e terrificanti scimmie volanti, che comanda attraverso un bizzarro cappello a punta.

Dotata di un occhio solo, teme l’acqua e per questo si ripara spesso con un ombrello.

La Strega dell’Ovest regna incontrastata, appunto, sull’ovest, cosa che la rende invisa al Mago di Oz che chiede a Dorothy di ucciderla.

Magari lasciarla stare, una che ha già una così pessima reputazione, sarebbe meglio, ma no, andiamo a romperle le scatole!

Poi lamentiamoci eh, quando si difende con branchi di lupi, sciami di api e scimmie volanti!

Dopo molti tentativi, la Strega riesce a rapire Dorothy, alla quale vorrebbe sottrarre le potenti scarpette d’argento (sì, erano d’argento, diventarono rosse nel film del 1939 per valorizzare l’uso del Technicolor), ma dopo essere riuscita a impadronirsi di una delle due, viene colpita per sbaglio da Dorothy con l’acqua che stava usando per lavare il pavimento e si scioglie miseramente.

Naturalmente è difficile amare il personaggio del libro, è profondamente cattiva e crudele, ma nel nostro immaginario le si sovrappone la figura di Elphaba, protagonista del musical vincitore di tre Tony Awards Wicked, liberamente tratto dal romanzo Il mago di Oz.

Nel musical, Elphaba è una strega di grande talento e sensibilità che viene discriminata per il colore verde della sua pelle e che viene designata come “malvagia” perché rifiuta di lavorare per il mago di Oz.

Certamente ci suscita molta più simpatia e anche una bella dose di empatia!

Chi di noi non si è commosso cantando Defying Gravity?

Something has changed within me
Something is not the same
I’m through with playing by the rules
Of someone else’s game
Too late for second guessing
Too late to go back to sleep
It’s time to trust my instincts
Close my eyes and leap
It’s time to try
Defying gravity
I think I’ll try
Defying gravity
And you can’t pull me down

Che ve lo dico a fare, io piango ogni volta!

E riesco a commuovermi anche pensando al mio cattivo preferito di questo gruppo!

Il Capitano Giacomo Uncino!

L’ho tenuto per ultimo perché Dulcis in fundo.

Ahimè, non posso fare a meno di subire il fascino del pirata gentiluomo, crudele e spietato quanto raffinato ed educato quando si trova al cospetto di una signora, per quanto giovane.

Lo stesso J.M. Barrie aveva un occhio di riguardo per questo suo personaggio meschino, tanto da pubblicare un dialogo intitolato “Captain Hook at Eton” da donare agli studenti dell’Eton College nel 1927, in cui descriveva i successi di Uncino da studente presso il prestigioso college.

Barrie descrive Uncino come un uomo solo, pieno di rimpianti, amante però dei fiori, della musica, della poesia! Lo definisce anche un uomo elegante e dall’amabile dizione (e ci mancherebbe, con un’educazione come la sua!), bello come solo i cattivi sanno essere.

Il nome del celebre Capitano deriva dall’uncino che ha al posto della mano destra, a sostituire l’arto che gli è stato mangiato da un enorme coccodrillo che, da allora, gli dà la caccia per poter assaporare anche tutto il resto.

Suppongo che quest’angoscia costante di essere divorato da un fossile vivente non sia utile allo sviluppo di un carattere amabile.

Diciamo tutta la verità, il Peter Pan del romanzo non è che sia proprio un santo, anzi, è un personaggio ambiguo e inquietante, non è strano che Uncino non lo sopporti!

Al contrario della Regina di Cuori e della Malvagia Strega dell’Ovest, Capitan Uncino non nasce cattivo, lo diventa con il tempo, consumato da un desiderio di vendetta frustrato dall’inafferrabilità del suo rivale.

Il lato umano dell’antagonista è evidenziato anche nel film “Hook” del 1991, mentre nella serie TV “Once Upon a Time” lo troviamo protagonista di un rocambolesco percorso di redenzione, interpretato da Colin O’Donogue, che finalmente rende appieno giustizia della descrizione di un uomo di bell’aspetto che ne fece a suo tempo l’autore.

Voi cosa ne pensate? Ci sono degli antagonisti che amate particolarmente? Ditemelo nei commenti!

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NdA: tutte le immagini sono prese da Wikipedia e sono le illustrazioni delle prime edizioni dei tre romanzi. Il libro mi è stato fornito perché potessi partecipare al Blog Tour.

 

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