Il club delle lettrici compulsive

La schiava ribelle – Eleonora Fasolino

La schiava ribelle Book Cover La schiava ribelle
Eleonora Fasolino
Romanzo storico, erotico
Newton Compton Editori
2022
Digitale - Cartaceo
305
Fornito dalla Casa Editrice

Troia è sotto assedio. Ogni giorno gli attacchi dei greci si abbattono implacabili contro le sue alte mura e nessuno sembra in grado di opporsi alla furia dei più valorosi tra loro, i micidiali guerrieri mirmidoni. Si dice che il loro re, il nobile Achille, sia il combattente più forte mai esistito. Il più veloce, il più impavido. E il più spietato. Quando viene privata della libertà e condotta al suo cospetto, Briseide sa di non essere più una principessa, ma una schiava. E, non aspettandosi clemenza, si aggrappa all’unica cosa che le resta: la sua dignità. Con il trascorrere delle giornate nell’accampamento di Achille, però, si accorge che la fama oscura che circonda il leggendario eroe non tiene conto dell’umanità che ogni tanto lascia trasparire, specialmente nei confronti dell’inseparabile Patroclo, il valoroso principe che lo affianca in ogni battaglia. E che il suo onore è pari alla sua abilità con la spada. Forse, nonostante il fato li abbia resi nemici, Achille e Briseide non sono poi così diversi. Forse uno spietato invasore e una principessa ridotta in schiavitù possono cambiare il corso della storia.

Oggi partecipiamo al review party di La schiava ribelle, un libro di Eleonora Fasolino pubblicato da Newton Compton Editori. Prima di cominciare vi lascio il banner dell’evento organizzato dalla casa editrice. Cercatelo per scoprire chi ha partecipato!

Banner la schiava ribelle

Negli ultimi tempi c’è stato un fiorire di romanzi che prendono ispirazione dalla mitologia greca, quella stessa che mi affascinava tantissimo durante gli anni del liceo, e che tuttora non smette di incuriosirmi. Per questo ho voluto leggere La schiava ribelle. Si tratta della storia di Briseide, la schiava preferita di Achille. La narrazione segue perfettamente il mito, da quando la ragazza viene rapita alla morte dell’eroe, ripercorrendo tutto la vicenda narrata nell’Iliade. E devo dire che è l’autrice l’ha fatto molto bene, ovviamente romanzando e aggiungendo altro, ma con grande intensità e con un linguaggio appropriato alla solennità del racconto.

Ho dunque letto il romanzo aspettandomi moltissimo, volevo vedere come l’autrice avesse interpretato la storia di Briseide, e devo dire che ho riscontrato luci e ombre.

Partiamo dalle luci…

Come già accennato ho apprezzato moltissimo il modo di narrare dell’autrice, solenne quanto basta senza diventare fastidioso e pedante. Ha narrato l’amore tra Patroclo e Achille rendendolo dolcissimo e unico, come unici erano i due giovani, senza scadere nella retorica.

Anche Teti sapeva, sapeva di Achille e Patroclo. E aveva definito quell’unione come qualcosa che nemmeno il tempo avrebbe potuto sfiorare. Potente. Niente avrebbe potuto mettersi tra Achille e Patroclo.

Anche l’amore che i due provano per la dolce Briseide è mostrato senza nessun tipo di pudore né è ritenuto inopportuno che la ragazza provi sentimenti forti per entrambi e i due per lei. 

Quel sanguinario guerriero, quel re incline alla collera, quel semidio sacrilego e blasfemo le era più caro di quanto avrebbe mai ammesso.

Credo sia una questione tutta nostra. Achille, Patroclo, Briseide. Desideri quello esattamente ciò che desidero io, sarei uno stolto a condannarti per questo.

Ma quello che ha dato un valore aggiunto al romanzo è sicuramente la parte che va oltre il mito, quello che di originale l’autrice è riuscita a narrare (ovviamente non lo dirò mai, dovrete leggere il libro per sapere di cosa sto parlando).

Altra cosa perfettamente riuscita sono le figure che contornano i tre protagonisti, non solo quelli che rivestono importanza nel mito, come Odisseo o la nereide Teti, madre di Achille, o Agamennone e tutti gli altri, ma i personaggi minori, uno fra tutti il soldato Kalodote, che rappresenta la dedizione e la fedeltà assoluta di un soldato verso il proprio re, ma anche l’amore indissolubile verso la proprio sposa lontana. 

Kalodote, un mirmidone coraggioso quanto Achille, con molta meno ferocia e molta più nostalgia per la moglie lontana.

Come già detto più volte, l’autrice è stata bravissima a ricreare l’atmosfera epica del racconto, ma mi ha davvero lasciata senza parole l’intensità con cui ha descritto il dolore di un padre, Priamo, per la morte del figlio, Ettore, ucciso e disonorato da Achille. Il re di Itaca si abbassa a pregare l’eroe Acheo di restituirgli le spoglie del figlio per dargli una sepoltura degna, e questo passo è struggente e delicato tanto da avermi strappato una lacrima.

«Mio figlio ti ha causato il più orrendo dei dolori» commentò Priamo. «Posso vederlo chiaramente, adesso. Quel che ti sto chiedendo è soltanto un po’ di pietà. La stessa pietà che mio figlio avrebbe mostrato per Peleo, tuo padre, se fosse venuto a richiedergli il tuo corpo».
«Mio padre è morto».
[…]
«Allora lo invidio sul serio» ammise in seguito. «Perché gli è stata risparmiata la mia agonia».

E fin qui tutto bene. Ora bisogna parlare anche delle ombre a cui accennavo prima. 

Come già detto l’autrice è riuscita a restituire un carattere di modernità al racconto, ed è comunque riuscita a rimanere accurata nel rispettare l’ambientazione della vicenda. Ma proprio per questo mi ha infastidito il fatto che buona parte del racconto, quello dell’amore tra i tre protagonisti, sia stato ridotto quasi a un romanzo erotico. Infatti per buona parte del libro i tre fanno sesso spesso e, meno male, volentieri, e l’autrice non lascia niente all’immaginazione e questo fatto mi ha davvero disturbato, L’ho trovato non consono a un romanzo, tra l’altro ripeto, scritto benissimo, che narra di miti della grandezza di Achille e Patroclo e ripercorre le gesta narrate nell’Iliade, uno dei poemi epici più belli insieme all’Odissea. Se avesse omesso tanti particolari, secondo me anche eccessivi e inutili ai fini del romanzo, ne avrebbe giovato tantissimo il racconto, focalizzando l’attenzione su Briseide e di come una principessa troiana, non particolarmente importante e nemmeno particolarmente bella, fosse riuscita a conquistare un uomo e un semidio della stregua di Patroclo e Achille. Ovviamente è un mio pensiero, c’è da dire che non amo il genere erotico, magari invece altri lettori hanno trovato interessante questo modo di narrare. 

Altra cosa che devo, purtroppo, far notare è come l’autrice abbia presentato Achille come collerico e violento. Certo, non era un cherubino, ovvio, era crudele ed era un guerriero e come tale doveva combattere e affrontare il nemico, a costo della propria vita, vita mea mors tua. Ma la violenza di genere anche no. Più di una volta, in preda alla rabbia, Achille si scaglia contro Briseide, prendendola per il collo e arrivando quasi ad ammazzarla.

Achille si alzò, afferrandola dapprima per un polso e poi stringendola per il collo […] Briseide non riusciva a respirare. […] L’aria cominciò a mancarle e non c’era nulla in grado di scalfire quella presa di ferro.

Beh, questo è inaccettabile e soprattutto non era necessario far vedere questo lato di Achille, che si scaglia contro una donna debole e indifesa, anche se certamente dalla lingua tagliente. E quello che mi ha infastidito è che Briseide, ogni volta che lui la aggredisce, la fa passare come una cosa normale, che pur essendo così nel tempo della Magna Grecia, (ma sinceramente non ho mai letto niente del genere nell’Odissea e nell’Iliade, mancanza mia? ho voluto dimenticare passi del genere? può essere, ma sinceramente non credo) non è accettabile che sia questo il messaggio che passa oggi, tra i lettori del 2022. 

Per questo non posso dare una valutazione alta a un romanzo che, tutto sommato, è gradevole e interessante, ma queste ombre hanno raffreddato tantissimo il mio entusiasmo e non posso quindi consigliarne la lettura.

Avete letto La schiava ribelle? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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