Il club delle lettrici compulsive

Le lettere di Esther – Cécile Pivot

Le lettere di Esther Book Cover Le lettere di Esther
Cécile Pivot
Romanzo epistolare, Narrativa
Rizzoli
2022
Digitale - Cartaceo
288
Fornito dalla Casa Editrice
Angelo Molica Franco

“Le lettere mi mancavano. Ormai non ne scriviamo più, le consideriamo una perdita di tempo che ci priva di immagini e suoni.” È per colmare la nostalgia che Esther, libraia di Lille, decide di organizzare un laboratorio di scrittura epistolare. Per lei, che con il padre ha intrattenuto una corrispondenza durata vent’anni, è come riportare in vita un rituale antico: accantonare per un po’ l’immediatezza delle mail e l’infinita catena di messaggi WhatsApp che ogni giorno ci scambiamo, per sedersi a un tavolo, prendere carta e penna, darsi tempo, nel silenzio di una stanza tutta per noi, e raccontarsi. Trovare le parole giuste per qualcuno che ci leggerà, non ora e nemmeno domani. E riassaporare il gusto perduto di una comunicazione più ricca, più sensata. “Da che cosa ti difendi?” è la prima, spiazzante domanda di Esther per i cinque sconosciuti che, rispondendo al suo annuncio, hanno scelto di mettersi in gioco. Attraverso piccoli quadri della loro vita quotidiana e l’intenso scambio epistolare si delineerà poco per volta il ritratto di una classe eterogenea e sorprendente: Samuel, il più giovane, che non riesce a piangere per la morte del fratello; Jeanne, ex insegnante di pianoforte, vedova, che si difende dalla solitudine accudendo animali maltrattati; Jean, un uomo d’affari disilluso che vive per il lavoro e ha perso contatto con le gioie più autentiche; Nicolas e Juliette, una coppia in crisi sulla quale il passato getta ombre soffocanti. Esponendo dubbi e debolezze all’ascolto e alle domande, la scrittura sarà, per loro, lo strumento per rivelarsi l’uno all’altro con sincerità, alleggerendo il cuore. Intriso di tenerezza e umanità, Le lettere di Esther è un elogio alla lentezza, una celebrazione della forza delle parole, un resoconto travolgente delle fragilità umane.

Oggi parliamo di Le lettere di Esther, un romanzo epistolare nato dalla penna di Cécile Pivot e pubblicato in Italia da Rizzoli. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

Le lettere di Esther

Nel mondo moderno è ormai quasi del tutto caduta in disuso l’abitudine di scriversi delle lettere. Siamo sommersi da e-mail, messaggi di ogni tipo e genere tra social e cellulari, ma nella cassetta delle lettere ormai non arrivano più nemmeno le bollette. E se da un lato tutto questo è sinonimo di progresso, di meno “spreco” di carta e di velocità nella comunicazione, trovo si sia perso il contatto umano, l’emozione di ricevere una cartolina dalle vacanze degli amici o una lettera di una corrispondente che ci fa avere sue notizie.

Questi sono solo alcuni dei motivi che mi hanno spinta, un paio di anni fa, a iscrivermi al sito www.postcrossing.com dove utenti di tutto il mondo si scambiano cartoline e a riprendere la corrispondenza, cercando nuove pen-pals tramite alcuni gruppi Facebook nati con questo scopo.

È proprio la condivisione che si assapora in primis tra le pagine della Pivot, leggendo storie e aneddoti personali dei protagonisti, entrando in punta di piedi nelle loro vite grazie all’iniziativa di Esther, che dà vita a un laboratorio di scrittura epistolare pubblicando un annuncio sul alcuni giornali locali.

Vuoi imparare a dar forma ai tuoi pensieri, raccontare una storia e parlare delle tue emozioni?

Tutti i personaggi sono persone normali, la panettiera, il ristoratore, l’adolescente ribelle, la signora in pensione e vedova; potremmo essere noi, che scriviamo a un amico o a uno sconosciuto, dando forma a ciò che più di intimo abbiamo da dire, svelandoci a lui e a noi stessi.

Perché mettere nero su bianco i propri pensieri è analisi, è riflessione e recuperare il tempo, fermarlo per sempre su un foglio e poi è attesa, rispetto alla risposta del nostro interlocutore di penna e rispetto alle sue riflessioni su di noi, un punto di vista esterno e obiettivo.

La magia di questo romanzo risiede nelle confessioni che questi sconosciuti si fanno l’un l’altro, aprendo la propria anima e denudandosi, fidandosi.

Da cosa ti difendi?

 Forse tutti loro si difendono dalla vita stessa, dalle difficoltà che hanno incontrato o che stanno vivendo e si salvano reciprocamente attraverso le parole che si scambiano per iscritto.

È così che Jeanne, Samuel, Jean, Juliette e Nicolas entrano in contatto, il 31 gennaio 2019, grazie all’iniziativa della libraia e correttrice di bozze Esther. La rabbia esistenziale del giovane Samuel troverà sfogo nel grande cuore di Jeanne, ex insegnante di pianoforte, vedova, che lotta per i diritti degli animali e l’ambiente. L’uomo d’affari Jean scriverà a Esther e Nicolas, lo chef marito di Juliette, scoprendo i suoi e i loro problemi di coppia.

Per ognuno dei protagonisti, il grido di aiuto trascurato da tutti trova finalmente ascolto in uno spazio inaspettato, dove si fondono comprensione, consigli e affetto senza giudizi, perché tutti partecipano per trovare un’ancora di salvataggio da un mondo che li sta fagocitando. Chi per il troppo lavoro, chi per i giudizi altrui, chi per l’incomprensione da parte dei cari… tutti loro e tutti noi abbiamo diritto a ricevere aiuto quando lo chiediamo, in qualunque modo venga chiesto, ma l’indifferenza della società moderna ci lascia spesso soli.

Scrivere lettere mi mancava. Ormai non lo facciamo più, lo consideriamo una perdita di tempo che ci priva di immagini e suoni.

Le lettere di Esther ci dimostra perché sia importante trovare conforto, non in chi trovarlo. Lo scambio epistolare è lo strumento di sfogo e di salvezza per i nostri protagonisti, quasi fosse una seduta di analisi che li mette a nudo e pian piano inizia la ricostruzione di ciò che si era incrinato nelle loro vite.

Avete letto Le lettere di Esther? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.

 

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