Il club delle lettrici compulsive

Le nostre anime di notte – Kent Haruf

Le nostre anime di notte Book Cover Le nostre anime di notte
Kent Haruf
Narrativa
NN Editore
2017
Digitale - Cartaceo
171
Fabio Cremonesi

Le nostre anime di notte: È nella cittadina di Holt, Colorado, che un giorno Addie Moore rende una visita inaspettata al vicino di casa, Louis Waters. I due sono entrambi in là con gli anni, vedovi, e le loro giornate si sono svuotate di incombenze e occasioni. La proposta di Addie è scandalosa e diretta: vuoi passare le notti da me? Inizia così una storia di intimità, amicizia e amore, fatta di racconti sussurrati alla luce delle stelle e piccoli gesti di premura. Ma la comunità di Holt non accetta la relazione di Addie e Louis, che considera inspiegabile, ribelle e spregiudicata. E i due protagonisti si trovano a dover scegliere tra la propria libertà e il rimpianto. Dopo la Trilogia della Pianura, Le nostre anime di notte è il sigillo perfetto all'opera di Kent Haruf, uno dei più grandi interpreti della letteratura americana contemporanea.

Oggi parliamo di Le nostre anime di notte, scritto da Kent Haruf e pubblicato da  NN Editore.

Ho avuto l’occasione di leggere Le nostre anime di notte di Kent Haruf qualche settimana fa e non ho esitato. Si tratta di un autore che mi incuriosisce da tanto ma di cui non avevo mai letto nulla. È stata una sorpresa per un certo verso, ma una conferma delle recensioni positive che avevo letto su di lui. 

Si tratta di un racconto breve, molto forse troppo breve, ma al termine della lettura ho capito come mai fosse così corto: l’autore era infatti in punto di morte e ha terminato il libro “in fretta” sapendo che aveva poco tempo a disposizione.

I protagonisti sono due anziani vedovi, Addie Moore e il suo vicino di casa, Louis Waters. La donna propone a Louis di condividere le notti nel suo letto.

Sto parlando di attraversare la notte insieme. E di starsene al caldo nel letto, come buoni amici. Starsene a letto insieme, e tu ti fermi a dormire.
Le notti sono la cosa peggiore non trovi?

Ed è così che inizia questa dolcissima e struggente storia quasi d’amore. I due vedovi si avvicinano in un momento di solitudine andando contro le convenzioni sociali e l’ostilità dei loro compaesani e non solo. I due entrano in intimità a tal punto da confidare l’una all’altro i segreti della loro precedente vita coniugale e del rapporto con i propri figli e nipoti. E proprio il nipotino di Addie trascorrerà l’estate con lei e rafforzerà l’unione tra i due, ma li porterà a essere giudicati troppo spregiudicati dagli amici e soprattutto dai propri famigliari, i quali non riescono a capire e ad accettare la loro particolarissima storia “d’Amore”.

Il racconto è intensissimo, è impossibile non amare questi due personaggi, così soli e così uniti nella loro solitudine, che trovano conforto l’una nelle parole e nella compagnia dell’altro. E quello che colpisce è la cattiveria delle persone, non solo dei compaesani e di chi si professa amico dei due (a parte Ruth, personaggio fantastico, una vecchina graffiante sardonica ma adorabile, che vi farà uscire più di una lacrimuccia) ma soprattutto da parte di chi li dovrebbe sostenere e incoraggiare, anche solo accettando che, alla loro età, si può ancora riuscire a trovare un nuovo compagno a cui voler bene e a cui appoggiarsi nelle lunghe notti insonni. Sto parlando dei figli, soprattutto del figlio di Addie che dà contro alla madre e non capisce le esigenze della donna. 

Ho letto questo racconto in un nanosecondo, mi sono immersa tra le sue pagine, ho adorato Addie e Louis, così come il piccolo Jamie e, come già accennato, la signora Ruth. Non ho sopportato invece le chiacchiere di paese, la cattiveria e l’ottusità del padre di Jamie. 

La scrittura di Haruf è scorrevole, leggera, colloquiale, nonostante il tema trattato sia importante e complesso. L’autore utilizza frasi molto brevi, quasi davvero un dialogo verbale tra due persone che si conoscono a fondo. Sono infatti soprattutto riflessioni, emozioni, non c’è molta azione, ma questo non disturba, anzi rende il racconto ancora più struggente. 

L’autore, inoltre, suddivide il racconto in tanti brevissimi capitoli, non spezzando affatto il ritmo ma, anzi, amplificando la delicatezza e l’armonia della lettura. 

I dialoghi, inoltre, non hanno nessun segno di interpunzione, e questo li rende ancora più profondi come se fossero dialoghi in lingua parlata e non scritta. 

Ho scoperto che da questo racconto è stato tratto un film con Jane fonda e Robert Redford. Ovviamente ora dovrò vederlo per forza, i due attori protagonisti sono enormi, la storia è eccezionale, speriamo che la trasposizione cinematografica sia stata in grado di ricreare quell’atmosfera malinconica che pervade tutto il racconto. 

Vi consiglio di leggerlo? Assolutamente sì, soprattutto se vi piacciono le storie romantiche e malinconiche ma con una vena di amarezza e che danno la possibilità di riflettere sull’animo umano.  

Avete letto Le nostre anime di notte? Vi aspetto per commentarlo!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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