Il club delle lettrici compulsive

Le otto montagne – Paolo Cognetti

Le otto montagne Book Cover Le otto montagne
Paolo Cognetti
Narrativa
Einaudi
2018
Digitale - Cartaceo
200

Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso" ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E li, ad aspettarlo, c'è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, "la cosa più simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui". Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero: "Eccola li, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". Un'eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.

Oggi parliamo di Le otto montagne, scritto da Paolo Cognetti e pubblicato da Einaudi.

Le otto montagne è stato il primo libro di Cognetti che ho avuto il piacere di leggere e credo proprio che non sarà l’ultimo! 

Avevo molte perplessità, è stato Premio Strega (e finora non c’è stato un Premio Strega che mi sia piaciuto, non me ne vogliate troppo per questa affermazione), era tra i romanzi consigliati per l’estate a mio figlio (e in genere, chissà perché, gli insegnanti  consigliano sempre romanzi pesanti… Anche per questa affermazione non me ne vogliano i lettori insegnanti! Sicuramente è un preconcetto, sta a voi farmi cambiare idea!).

E invece, sono rimasta molto piacevolmente colpita.

Bruno e Pietro si conoscono da ragazzini, l’uno vive in montagna e fa il pastore, l’altro, che vive a Milano, passa le sue vacanze estive nel paese di Bruno. I due diventano amici inseparabili e insieme al padre di Pietro si dedicano a lunghe escursioni in montagna, sempre più difficili e sempre più lungo. Ma questo porterà i due ragazzi a stabilire un legame fortissimo tra loro e con la montagna che farà sempre parte della loro vita. 

È fondamentalmente la storia di un’amicizia lunga una vita, tra due ragazzi diversissimi, ma entrambi forti e sinceri.

I due, amici al primo sguardo, crescono lontani ma allo stesso tempo uniti. Pietro viaggia per il mondo, spesso in contrasto con il padre, con cui non riesce ad instaurare un rapporto, nonostante il legame forte che c’è tra loro. Bruno, invece, rimane legato alle sue montagne, da cui non si allontanerà mai, inseguendo un sogno di libertà.

Tu sei quello che va e viene, io sono quello che resta.

Pietro è un ragazzo schivo, che non riesce a fermarsi in un posto, che ha bisogno di andare, mentre Bruno, schivo anch’esso, ha bisogno delle sue radici per poter sopravvivere. 

Il romanzo è il lungo e meraviglioso racconto di questa amicizia, del rapporto adolescenziale tra Pietro e i suoi genitori

Negli ultimi tempi mi ero rintanato in un angolo da cui osservavo la nostra vita famigliare con un occhio impietoso. Le abitudini inestirpabili dei miei genitori, le innocue sfuriate di mio padre e i trucchi con cui mia madre le arginava, le piccole prepotenze e i sotterfugi di cui non si accorgevano più di ricorrere.

Tutto il racconto si dipana con sullo sfondo delle Alpi, che sono le co-protagoniste.
Le descrizioni di cui è pieno il romanzo, sono minuziosissime ma non annoiano mai, anzi fanno sognare e fanno immaginare i ghiacciai, le abetaie, le radure come se si fosse realmente lì.

Ho adorato Bruno, sincero leale forte e coraggioso e soprattutto legato alle sue montagne senza cui non potrebbe vivere, è sicuramente il personaggio più riuscito, e quello più complesso e ben caratterizzato.
Ho amato anche Pietro, con tutte le sue contraddizioni e le sue inquietudini e ho simpatizzato per il padre che non è mai riuscito a capire il figlio e a farsi capire da lui.

La lettura è stata una escalation di emozioni, fino a giungere al finale, del tutto inaspettato, che mi ha lasciata senza parole.

Vi consiglio di leggere Le otto montagne, è un romanzo che appassiona e incanta, ed è da gustare fino in fondo.

Voi l’avete letto? Lo leggerete? Fatemi sapere cosa ne pensate!

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