Il club delle lettrici compulsive

Notti in bianco, baci a colazione – Matteo Bussola

Notti in bianco, baci a colazione Book Cover Notti in bianco, baci a colazione
Matteo Bussola
Narrativa
Einaudi
2018
Digitale - Cartaceo
175

Il respiro di tua figlia che ti dorme addosso sbavandoti la felpa. Le notti passate a lavorare e quelle a vegliare le bambine. Le domande difficili che ti costringono a cercare le parole. Le trecce venute male, le scarpe da allacciare, il solletico, i "lecconi", i baci a tutte le ore. Sono questi gli istanti di irripetibile normalità che Matteo Bussola cattura con felicità ed esattezza. Perché a volte, proprio guardando ciò che sembra scontato, troviamo inaspettatamente il senso di ogni cosa. Padre di tre figlie piccole, Matteo sa restituirne lo sguardo stupito, lo stesso con cui, da quando sono nate, anche lui prova a osservare il mondo. Dialoghi strampalati, buffe scene domestiche, riflessioni sottovoce che dopo la lettura continuano a risuonare in testa. Nell'"abitudine di restare" si scopre una libertà inattesa, nei gesti della vita di ogni giorno si scopre quanto poetica possa essere la paternità.

Oggi parliamo di Notti in bianco, baci a colazione, un libro di Matteo Bussola pubblicato da Einaudi. L’ho letto qualche anno fa, ben prima del Covid. Ne avevo sentito parlare strabene, lo avevano letto tutti, e tutti ne tessevano le lodi come il libro che assolutamente non potevi perdere.

Allora che si fa? Si legge, no? Ma, purtroppo, mi ha deluso alquanto. Forse le grandi aspettative che avevo, forse perché avevo inteso ben altro, fatto sta che non mi è piaciuto. 

Notti in bianco, baci a colazione altro non è che una raccolta di riflessioni e di aneddoti che Bussola fa riguardo la sua vita in compagnia delle tre adorabili figlie. 

Avere dei figli sposta il nucleo dei nostri timori in una zona più oscura, ma al contempo lo trasforma in un elemento prezioso, un faro che orienta il cammino e non più un fuoco che brucia la pelle.

Bussola racconta, a suo modo, il suo vivere quotidiano in famiglia. È facile  affezionarsi alle tre bimbe, Virginia, Ginevra e Melania e anche alla moglie Paola. 

Virginia, Ginevra e Melania sono le lenti da miope con cui osservo il mondo. La vista che mi regalano mi consente uno sguardo diverso su tutto, anche su ciò che sono stato prima di loro.

Sicuramente, per chi ha figli, un romanzo del genere è un grande spunto di riflessioni. Da quando ci sono loro, Elena e Andrea, il modo in cui guardo il mondo è totalmente cambiato; tutto è in funzione loro e tante cose ormai le guardo attraverso i loro occhi (sia prima quando erano bambini, sia ora che sono nel pieno dell’adolescenza) e tante volte mi rendo conto di come cose a cui avevo dato importanza, ora non sono nulla. 

Si tratta di un libro molto ironico, anche divertente, in più di un’occasione ho sorriso divertita, immaginando le stesse situazioni vissute a casa mia. 

Ci sono però momenti di grande commozione, come il racconto della ragazza bionda,

Te l’avevo detto che non sono bionda.

e momenti in cui mi sono fortemente indignata, come di fronte al razzismo di quelli che guardano con schifo gli “extracomunitari” che fanno parte della nostra società.

Ci sono quindi diverse tonalità di narrazione; da un lato l’ironia e la spensieratezza di tre ragazzine viste con gli occhi innamorati di un padre, dall’alto la tenerezza dietro le parole di questo padre che guarda le sue figlie crescere e sa che ogni momento passato senza di loro è un momento perso e mai più recuperabile (quanta verità!)

Vi chiederete, dunque, perché non mi ha entusiasmato. Purtroppo mi ha infastidito molto il tono buonista che Bussola usa nella narrazione.

 Per quanto possa essere condivisibile, mal ho sopportato certe riflessioni buoniste nei confronti di stranieri o clochard o malati. Peccato, perché se si fosse limitato a raccontare episodi esilaranti vissuti a casa sua, o si fosse limitato alle riflessioni di padre, sarebbe stato un libro fantastico. Il voler per forza infarcire un racconto leggero con una serie di episodi che riguardano il sociale mi ha infastidito. Ho sentito il sapore della furbizia, del voler per forza piacere, del voler creare per forza empatia.

Ovviamente questo è solo il mio parere, ripeto alla maggioranza dei lettori miei conoscenti è piaciuto davvero molto. 

Non vi resta dunque che leggerlo per capire se sarete d’accordo con me!

Avete letto Notti in bianco, baci a colazione? Vi aspetto per commentarlo!

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