Il club delle lettrici compulsive

Salman Rushdie – Blog tour La città della vittoria

Oggi partecipiamo al blog tour di La città della vittoria, l’ultimo libro di Salman Rushdie pubblicato da Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

salman rushdie

Salman Rushdie è balzato agli onori della cronaca (anche dei non lettori) perché è stato vittima di un agguato il 12 agosto 2022, a New York, mentre stava tenendo una conferenza. È proprio lui il protagonista di questo articolo.
Prima del focus su questo autore straordinario, vediamo insieme la trama del suo ultimo libro.

La città della vittoria – Salman Rushdie

salman rushdie

Nell’India del XIV secolo, dopo una sanguinosa battaglia tra due regni ormai dimenticati, una bambina di nove anni ha un incontro divino che cambierà il corso della storia. La giovanissima Pampa Kampana, distrutta dal dolore per la morte della madre, diventa un tramite per la dea sua omonima, che non solo inizia a parlare attraverso la sua bocca, ma le accorda enormi poteri e le rivela che sarà determinante per la nascita di una grande città chiamata Bisnaga (letteralmente “città della vittoria”). Nei 250 anni successivi, la vita di Pampa Kampana si intreccia profondamente con quella di Bisnaga: dalla creazione resa possibile grazie a un sacchetto di semi magici alla tragica rovina provocata dall’arroganza dei potenti. E sarà proprio il racconto sussurrato a mezza voce dalla nostra eroina a dar vita, via via, a Bisnaga e ai suoi cittadini, nel tentativo di portare a termine il compito che la dea le ha assegnato: garantire alle donne un potere paritario in un mondo patriarcale. Ma tutte le storie hanno un modo per rendersi indipendenti dal loro creatore, e Bisnaga non farà eccezione. Con il passare degli anni, con l’avvicendarsi dei governanti, delle battaglie vinte e di quelle perse, il tessuto stesso di Bisnaga diventa un arazzo sempre più complesso, al centro del quale resta però comunque la nostra eroina.

Vuoi acquistarlo su Amazon? Clicca qui.


Chi è Salman Rushdie

Salman Rushdie nel 2014 © Ed Lederman/PEN American Center, CC BY 2.0

Salman Rushdie, o meglio, Sir Ahmed Salman Rushdie è nato a Bombay (oggi Mumbai) il 19 giugno 1947. La sua famiglia, originaria del Kashmir, era una famiglia benestante, cosa che fa sempre la differenza in termini di possibilità di sopravvivenza e educazione, soprattutto in certi posti del mondo. Il padre, Anis Ahmed Rushdie, un avvocato laureato a Cambridge, lavorava per l’Indian Civil Service (dal quale è stato cacciato per una discrepanza sui documenti inerente la sua data di nascita), mentre la madre, Negin Bhatt, era un’insegnante. Si trasferisce in UK, dove frequenta il King’s College a Cambridge, laureandosi in Storia.

Si è sposato quattro volte e ha due figli.

Inizia a scrivere giovanissimo, ma la prima pubblicazione non ha avuto successo. Rushdie però non molla e nel 1981 pubblica I figli della mezzanotte, un libro che va assolutamente letto. La trama:

I “figli della mezzanotte” sono i bambini nati il 15 agosto 1947, allo scoccare della mezzanotte: il momento, cioè, in cui l’India proclamò la propria indipendenza. Possiedono tutti doti straordinarie: forza erculea, capacità di diventare invisibili e di viaggiare nel tempo, bellezza soprannaturale. Ma nessuno è capace di penetrare nel cuore e nella mente degli uomini come Saleem Sinai, il protagonista di questo romanzo che, ormai in punto di morte, racconta la propria tragicomica storia; una vicenda surreale attorno a cui si dipana una saga familiare, un canto corale sullo sfondo della storia dell’India del Ventesimo secolo.

Vuoi acquistarlo su Amazon? Clicca qui.

Il suo stile è pervaso dal realismo magico, cosa che caratterizza tutti i suoi scritti.

Nel 1983 pubblica La vergogna e nel 1988 viene invece pubblicato I versi satanici.
I versi satanici è un libro ispirato alla vita di Maometto. Vi lascio la trama:

salman rushdie

«I versi satanici» non è solo un romanzo, ricchissimo di immagini e invenzioni, ma è anche un libro che ha diviso l’opinione pubblica mondiale, dando origine a un caso letterario senza precedenti. La storia che viene descritta è un meraviglioso cocktail di realismo e fantasia, una vicenda magica in cui due viaggiatori, miracolosamente scampati a un disastro aereo, si vedono trasformati l’uno in una creatura angelica e l’altro in un essere diabolico. Ormai simboli del Bene e del Male, i due si affronteranno nella più antica e inevitabile delle battaglie, una lotta senza esclusione di colpi destinata a protrarsi in eterno nel tempo e nello spazio, dai più sperduti villaggi indiani alla Londra contemporanea. Un abbagliante mosaico di allegria e disperazione, di finzione e verità.

Vuoi acquistarlo su Amazon? Clicca qui.

E qui arrivano le note dolenti perché il regime iraniano ha giudicato I versi satanici blasfemo. Ognuno di noi (mi auguro vivamente!), davanti a una cosa che non piace si limita a non leggerla/non comprarla/non far pubblicità/non guardarla. Magari scappa una lamentela, ma finisce qui. Giusto? Eh.
Invece no.

La fatwā

La fatwā è un responso giuridico su questioni riguardanti il diritto islamico o pratiche di culto e, di fatto, non indica necessariamente una condanna a morte, ma nel caso di Rushdie sì e quindi è per questo che ne parlo, viste le conseguenze che sono scaturite dalla decisione dello ayatollah Khomeinī. E non solo, perché un privato cittadino ha addirittura messo una taglia in denaro sulla testa dell’autore. La fatwā è stata rinnovata nel 2008 perché, cito da Wikipedia, “la condanna a morte dell’Imam Khomeini contro Salman Rushdie ha un significato storico per l’Islam e non è semplicemente una condanna a morte”.

Le continue minacce hanno costretto Rushdie a vivere sotto scorta per tantissimo tempo, cambiando spesso abitazione per la sua sicurezza. Fino al 12 agosto 2022.

Salman Rushdie è stato accoltellato il 12 agosto 2022 mentre era sul palco per fare un discorso sulla libertà artistica alla Chautauqua Institution, nello stato di New York. Lo scrittore è stato portato in ospedale in elicottero e inizialmente gli è stata praticata la respirazione artificiale. La polizia ha identificato l’autore dell’aggressione in un uomo di 24 anni di nome Hadi Matar. All’inizio non si è saputo nulla del movente dell’aggressione. Secondo le informazioni dell’emittente televisiva Nbc, l’uomo è nato in California e, secondo le fonti della polizia, avrebbe mostrato «simpatie per l’estremismo sciita» sui social media. Matar si è dichiarato non colpevole quando è comparso in tribunale il 18 agosto, dichiarando di aver tentato di uccidere lo scrittore perché avrebbe offeso l’Islam.
[La Stampa]

Rushdie è stato raggiunto da 15 coltellate. È sopravvissuto, ma ha perso un occhio e, parzialmente, l’uso di una mano, che sta cercando di recuperare con tanta fisioterapia.

È proprio in occasione dell’uscita di La città della vittoria che Rushdie ha rilasciato la prima intervista post attentato. Vi lascio il link al riassunto che ne fa Il post. La trovate qui. Se invece la volete leggere in lingua originale, ecco il link al New Yorker.

Ma non è finita qui. Eh già. Rushdie non è stato l’unico a pagare il prezzo del suo libro.

Ettore Capriolo, traduttore del libro in italiano, è stato pugnalato nel 1991: un uomo, con il quale aveva fissato un appuntamento in seguito alla richiesta telefonica di traduzione di un libro per conto dell’ambasciata iraniana in Italia, si presentò a casa sua e, una volta entrato, lo assalì con un coltello: Capriolo riportò molteplici ferite da taglio, guaribili in alcuni giorni, e la lacerazione di un tendine. L’aggressore voleva conoscere l’indirizzo di Salman Rushdie. (Wikipedia)

Hitoshi Igarashi, il traduttore giapponese, è stato ucciso nel 1992, mentre William Nygaard, l’editore norvegese del libro, è stato ferito da tre colpi di pistola.

Ovviamente, notizie del genere sono incommentabili. Mi limiterò a citare Marx (Per la critica della filosofia del diritto di Hegel): La religione è il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, così come è lo spirito di una condizione senza spirito. È l’oppio del popolo.

Nonostante tutto quello che ha passato, nonostante tutto quello che ha subito e che continua a subire (insulti, minacce, ecc), Rushdie ha un umorismo finissimo… e gli piacerebbe interpretare il prossimo dottore in Doctor Who. Chissà… di fatto, ha già recitato in Bridget Jones.

Salman Rushdie è un autore e una persona straordinaria e spero che questo mio piccolo excursus vi abbia incuriositi e spinti ad approfondire. Fatemi sapere se leggerete La città della vittoria!

Resta connessə. Segui la nostra pagina Facebook e il nostro profilo Instagram, in modo da non perderti nemmeno una novità.

NdA: Il blog è affiliato ad Amazon. Cliccando sul link di acquisto ci aiuterai a mantenere attivo il blog senza pubblicità. Il prezzo per te non cambierà.

Bibliografia:

 

Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.