Il club delle lettrici compulsive

Sono esaurita – Sopie Kinsella

Sono esaurita Book Cover Sono esaurita
Sopie Kinsella
Narrativa
Mondadori
2023
Digitale - Cartaceo
348
Acquisto personale
Stefania Bertola

Cosa sta succedendo a Sasha? A trentatré anni ha un ottimo lavoro, almeno sulla carta, che però le toglie tutte le energie. Si sente terribilmente stanca, non frequenta più gli amici, di amore e sesso non vuole neanche sentir parlare, ha attacchi di panico e prova un senso di vuoto e di profondo disorientamento. In poche parole, non ce la fa più. È esaurita. Così un giorno, di punto in bianco, scappa a gambe levate dal suo ufficio determinata a non tornare indietro. Incoraggiata da sua madre e piena di buoni propositi, decide di partire per cercare di riprendersi dal burnout. Sceglie un posto che le è caro, un villaggio sulle coste del Devon dove ha passato con la famiglia i momenti più felici della sua infanzia. Una bella vacanza al mare fuori stagione è proprio quello che ci vuole. È febbraio, fa un freddo tremendo e l'hotel dei suoi ricordi non è più quello di un tempo, cade a pezzi ed è popolato da personaggi a dir poco stravaganti. Ma soprattutto Sasha deve condividere la spiaggia con Finn, l'unico altro ospite dell'albergo, un uomo scorbutico, insopportabile e stressato come lei. Non hanno niente da dirsi e si tengono alla larga fino a quando sulla sabbia compaiono dei messaggi misteriosi che potrebbero essere rivolti proprio a loro due. E se avessero più cose in comune di quanto non credano? In questa nuova commedia romantica, Sophie Kinsella affronta un tema serio e delicato come il burnout con piglio inimitabile e grande ironia, senza perdere di vista il suo innato ottimismo.

Bentrovatə compulsivə! Oggi parliamo di Sono esaurita, romanzo di Sophie Kinsella pubblicato in Italia da Mondadori.

Parliamoci chiaro, chi di noi non si sente sopraffatto dal mondo moderno? Chi di noi non ha pensato almeno una volta di mollare tutto e di trasferirsi su un’isola deserta a vivere d’aria, amore e relax? Poi ci riprendiamo dalle nostre fantasticherie in stile cottagecore, ripiombiamo nella realtà e apriamo l’ennesima mail che richiede la nostra attenzione.

Non è difficile, quindi, sentirsi attratti da un titolo che esprime in maniera così chiara quello che pensiamo almeno 50 volte al giorno, mentre corriamo dietro all’ennesimo impegno della giornata.

L’altro giorno, il mio compagno, per evitare la crisi isterica che vedeva profilarsi nitida all’orizzonte e cercare di correre ai ripari salvando il salvabile, mi ha caricata in macchina e mi ha portata in spiaggia, affrontando coraggiosamente il rischio di una coda chilometrica e di scaricare la macchina elettrica strada facendo.

Un uomo saggio.

Mentre cercavo di ignorare l’odore delle alghe lasciate dall’ultima mareggiata e gli schiamazzi variopinti delle persone, mi sono ritrovata in mano un bel pezzo di focaccia e il mio ebook reader, e le cose hanno cominciato a prendere tutta un’altra prospettiva.

Naturalmente, Sono esaurita era un titolo troppo calzante perché potessi ignorarlo, così ho conosciuto Sasha, che lavora nel marketing e che cerca in tutti i modi di compensare la mancanza di personale e le carenze organizzative della sua azienda.

Ha perso il gusto per tutto, non sente più gli amici, non ha una relazione (e nemmeno le importa), non esce, non cucina, ordina tutte le sere la stessa cena e riguarda ogni sera La rivincita delle bionde.

Ogni tanto, tra una mail urgente e l’altra mail ancora più urgente, le balena il pensiero di cambiare lavoro, ma per farlo dovrebbe cercarlo, fare colloqui, pensare a come vestirsi, a cosa dire, e tutto questo va decisamente oltre quello che è disposta a fare: è troppo stanca.

Dopo l’ennesima serata in cui si addormenta sul divano con il pc sulle gambe per provare a lavorare, Sasha decide di parlare col CEO per provare a suggerirgli dei miglioramenti, ma si scontra con la barriera insormontabile di impiegate zelanti che cercano di deviarla verso i loro fantomatici progetti di cura dell’impiegato e, per aggiungere la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, le annunciano che un’altra collega si è licenziata e che le saranno affidati i suoi progetti. In aggiunta a quelli che già ha.

La misura è colma, Sasha si precipita fuori dall’azienda scapicollandosi per le scale e, in preda al panico, si rifugia nel convento lì di fronte per cercare di convincere la superiora a farla diventare suora.

Esilarante.

Se non fosse che la superiora chiama la sua azienda e, in un attimo, eccola schizzare fuori dal convento con le risorse umane e la suora alle calcagna, in preda al più clamoroso attacco di panico della storia, fermato improvvisamente da… un muro.

Risvegliarsi in ospedale non è mai piacevole, ma lo sguardo della dottoressa che le prescrive tre settimane di permesso per burnout, be’, quello è davvero mortificante.

E così, Sasha si confida con sua madre, che le consiglia di ritirarsi qualche giorno nel Devon, a Rilston Bay, dove andavano in vacanza quando era piccola, quando c’era ancora suo padre e quando il mondo sembrava sempre bello.

Animata dalle migliori intenzioni, di un’app che promette miracoli e di un hula hoop ingombrante, Sasha si dirige piena di speranze al Rilston, che nei suoi ricordi d’infanzia è un albergo di gran classe e che, invece, dopo 20 anni e fuori stagione, è un disastro sull’orlo della chiusura, con gli impiegati più bizzarri che si siano mai visti.

Le istruzioni di sua madre mettono in crisi il Rilston, ma Sasha cerca comunque di rispettare i suoi programmi di detox, finché, ovviamente, l’individuo più irritante del mondo non prende una stanza nello stesso hotel.

Voi a questo punto credete di sapere come andrà a finire, ma vi sbagliate.

La strada di Sasha per uscire dal burnout è molto più articolata di quanto crediate, piena di scelte coraggiose, forza, impegno, tutte cose molto belle, ma che nella nostra realtà, così come in quella di Sasha, sono difficilmente sopportabili a lungo termine.

Sono esaurita ci mostra, da una prospettiva molto realistica, come anche l’indulgenza e il prendersi cura dei propri veri desideri siano fondamentali per riprendersi da un brutto colpo, il tutto senza tralasciare la vena ironica che contraddistingue l’autrice in ogni suo lavoro.

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