Il club delle lettrici compulsive

Spigoli – Pauline Harmange

Spigoli Book Cover Spigoli
Pauline Harmange
Narrativa
Garzanti
2022
Digitale - Cartaceo
256
Fornito dalla Casa Editrice
Sara Arena

Le definizioni che ci incolliamo addosso, o quelle che ci vengono imposte da altri, sono come linee rette che si incrociano e formano una gabbia da cui è impossibile uscire. Almeno così sembra ad Anaïs, costretta in una serie di ruoli che la fanno sentire inadeguata: fidanzata noiosa, figlia inetta con un lavoro frustrante, sorella di una donna che è riuscita ad avere successo conciliando carriera e famiglia. Anaïs si sente soffocare, e tutto precipita quando viene licenziata e lasciata dal fidanzato. Al culmine della disperazione, decide di trasferirsi a Limoges, secondo il suo tatuatore la città più triste dell'intera Francia. Parte senza speranze, solo per allontanarsi da tutti e vivere in un luogo che sposi la sua infelicità. Limoges, però, la sorprende: nelle stradine e negli antichi crocicchi incontra persone nuove, che le regalano una prospettiva diversa su di sé e sugli altri: la grintosa ottantenne Tiziana, che le offre una casa, e il giovane professore Emone, che intravede in lei qualcosa di più di una ragazza alla deriva. Piano piano, i ruoli di cui Anaïs si sentiva prigioniera vengono scardinati. Perché il percorso di ciascuno di noi è fatto di linee rette e angoli che potrebbero sembrare vicoli ciechi, ma ogni spigolo può essere appianato grazie all'aiuto delle persone che incontriamo lungo il cammino. Pauline Harmange è una voce giovane che ha conquistato le classifiche francesi con il suo pamphlet "Odio gli uomini", un fenomeno del passaparola venduto in tutto il mondo. Nel suo romanzo d'esordio parla a tutti quelli che sono rimasti incagliati in un'esistenza che non vogliono davvero. Perché spesso siamo noi a rinchiuderci in uno spazio angusto ma, se ci concediamo di uscirne, possiamo godere appieno l'esperienza di ogni attimo.

Oggi partecipiamo al review party di Spigoli, un libro di Pauline Harmange, pubblicato in Italia da Garzanti. Prima di cominciare vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

Spigoli

Dite la verità: quante volte vi siete dettə “Basta. Mollo tutto e me ne vado?”

L’idea di spostarsi, di cambiare città, di perdersi per strade nuove, di incrociare volti diversi, di costruire una nuova realtà affascina sempre molto, soprattutto quando la quotidianità inizia a stare stretta, a essere troppo dolorosa perché sia possibile una vera e propria svolta.

È esattamente quello che succede ad Anaïs.

Anaïs ha 25 anni, un lavoro che non le piace ma che le consente di arrivare alla fine del mese e un fidanzato con il quale convive. Purtroppo Anaïs ha anche l’endometriosi, patologia a causa della quale a volte accusa dolori talmente forti che le impediscono di alzarsi dal letto.

È proprio a causa dell’endometriosi che la ragazza perde il lavoro e, poco dopo, anche il fidanzato che pare essersi invaghito di un’altra. E così Anaïs parte. Prende un treno e se ne va a Limoges, senza avvisare nessuno, senza rispondere ai messaggi che la sorella Camille le manda per sapere che fine abbia fatto.

«Ad ogni modo, Limoges è una città dove si va per morire.» Aveva nella voce il tono spensierato di chi fa una battuta, voleva dire che Limoges era brutta, che Limoges era un mortorio, che solo dei vecchietti potevano avere l’idea di fermarsi alla stazione di Limoges e non andarsene più se non con i piedi in avanti. Lui e io non avevamo mai visto Limoges.

Le intenzioni di Anaïs non sono subito chiare, ma diventano allarmanti via via che la giovane inizia a fare i conti con il vuoto e la disperazione che si porta dentro da tutta la vita.
A salvarla da se stessa sarà un fortunato incontro con una vecchietta cieca che, nonostante il suo problema fisico, non ha mai perso la voglia di vivere.

La storia è scritta dal punto di vista di Anaïs e di Camille, che si alternano nei vari capitoli e che mostrano ciò che l’una prova ma che l’altra non è in grado di percepire.

Anaïs ha sempre avuto un rapporto conflittuale con la sorella. Camille è brillante, sembra sempre a suo agio, attira la luce e le attenzioni perché è spigliata, sembra sapere sempre cosa dire e come dirlo. Per contro, lei è chiusa, a disagio, a tratti scontrosa. Di certo, i genitori che fanno paragoni tra le due non hanno aiutato Anaïs a trovare il suo posto nel mondo, anzi! Hanno contribuito a esacerbare il suo senso di inferiorità e hanno creato una divisione tra le sorelle che pare incolmabile.

Il bello di leggere il punto di vista di Camille è proprio dovuto a questo paragone che Anaïs fa costantemente quando parla di lei. Non è tutto oro quello che luccica. Da fuori, la vita di Camille sembra perfetta e lei lo sa… quindi si sente in colpa perché è insoddisfatta. Si sente un’ingrata perché non riesce a gestire le emozioni che la maternità ha portato con sé, perché, nonostante abbia un marito favoloso, comprensivo e che è anche un ottimo padre, ci sono dei momenti in cui vorrebbe correre il più lontano possibile dalla sua famiglia perfetta.

Sono i personaggi secondari che fanno un po’ la parte dell’ago della bilancia tra i pensieri delle due sorelle, così diverse ma, allo stesso tempo, così simili.

I temi trattati in Spigoli sono tantissimi e Pauline Harmange lo fa con una scrittura poetica e con una delicatezza estrema che, però, non fa sconti a nessuno.
Si parla di rinuncia, di maternità difficile da sostenere, di sensi di colpa, di pesi immensi da portare da soli, di depressione, di malattia, ma anche di vita, di rinascita, di speranza.

Spigoli non è un libro facile, non è un libro per tutti. È un libro intenso, profondo, difficile, ma scritto benissimo. A tratti lascia l’amaro in bocca e offre tantissimi spunti di riflessione perché, almeno una volta nella vita, tuttə siamo statə Anaïs e tuttə siamo statə Camille.

Ho paura di dire troppo o di non trattare con la giusta sensibilità uno dei temi principali, ovvero la depressione con istinti suicidi… La depressione è un male terribile, strisciante. È subdola perché non si “vede” da fuori e spesso anche chi ne soffre non ne coglie i sintomi.


Chiudo la recensione con un appello.

Se non stai bene, se ti senti fuori fase, fuori posto, se dentro di te hai un dolore che non riesci a tirare fuori con nessuno, non mollare. Chiedi aiuto! Non c’è nulla di male nel farlo, anzi, la psicoterapia va assolutamente normalizzata. Spesso ne abbiamo parlato su queste pagine proprio perché siamo tutte convinte che sia doveroso prendersi cura della propria mente e che non ci sia niente di sbagliato in chi sente di aver bisogno di una mano.

Chiedere aiuto è un atto d’amore e di coraggio.

Se ti servisse aiuto:

Chiedi aiuto! Non sei solə!

Se pensate che una persona a voi vicina abbia bisogno di aiuto, leggete le linee guida cliccando sui nomi delle associazioni qui sopra, in modo da capire come dovete comportarvi e chiedere aiuto.


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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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