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Un libertino da sposare – Candace Camp

Un libertino da sposare Book Cover Un libertino da sposare
Gli Aincourt #1
Candace Camp
Regency
Harper Collins
1 Aprile 2021
Digitale - Cartaceo
320
Fornito dalla Casa Editrice
Paola Picasso

Inghilterra, 1820. Coraggiosa e combattiva, Miranda si scontra con il padre che vorrebbe farle sposare Devin Aincourt, Conte di Ravenscar, un nobile inglese affascinante ma dissoluto, che per propria ammissione è interessato soltanto ai suoi soldi. La posta in palio è altissima: un titolo prestigioso, un castello da ristrutturare, l'ingresso nell'aristocrazia. Il costo, però, è altrettanto alto: legarsi a un uomo che non stima e che non ha intenzione di lasciare la sua splendida amante. La scelta è difficile, tuttavia Devin è bellissimo e forse nasconde in sé delle virtù insospettabili. Come resistere alla sfida? Miranda gli propone così un matrimonio di facciata e comincia la sua difficile vita coniugale tra rischi, intrighi, minacce e colpi di scena. Riuscirà la giovane ereditiera americana a superare i pericoli e a conquistare il cuore del conte?

Bentrovatə, oggi parliamo di Un libertino da sposare, di Candace Camp, edito da Harper Collins! Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

un libertino da sposare

I regency sono la mia passione, ormai è assodato, non leggo nemmeno la trama, la domanda “ti interessa un regency?” porta inevitabilmente a una risposta positiva. Ognuno ha i suoi difetti.

Un libertino da sposare è il primo di tre romanzi autoconclusivi, e io adoro le saghe familiari! Potevo privarmene?

Era una domanda retorica.

Ho messo a scaldare l’acqua per il tè, ho sistemato qualche pasticcino su un piattino (piattino che avrei più volte rifornito, mio malgrado) e mi sono lasciata catturare ancora un volta.

Miranda Upshaw è un’ereditiera. Solo questo dovrebbe valerle un matrimonio più che prestigioso. Il suo unico neo è che sia la figlia di un (facoltosissimo) mercante di pellicce americano, affetto da un’inguaribile anglofilia, tanto da aver preso lui stesso una moglie inglese in seconde nozze.

Ah, come lo capisco.

Per l’anglofilia, intendo, non per le seconde nozze.

Qua non si vedono nemmeno le prime, all’orizzonte. Nemmeno col binocolo.

Andiamo avanti.

Il padre di Miranda e sua moglie, ovviamente, sognano per lei un matrimonio con un titolato britannico, magari con una bella tenuta da ristrutturare, ed è per questo che la famiglia si trova a Londra alla ricerca di un candidato papabile.

Devin Aincourt, Conte di Ravenscar, è un famoso libertino, tanto bello quanto chiacchierato, che ha dissipato completamente quel poco del patrimonio che suo padre non era riuscito a spendere. Tutta la buona società sa che i conti di Ravenscar non sono mai stati oculati nella gestione dei propri averi e tutti sanno che gli Aincurt si sposano sempre per ragioni patrimoniali. Così è stato per gli avi e anche per le sorelle di Devin, ma lui non ne vuole sapere. Preferisce riporre le sue speranze nella sua abilità nel gioco d’azzardo che legarsi a una donna tramite matrimonio.

Quando Devin e Miranda si incontrano, naturalmente, volano scintille di pura antipatia reciproca, ma la ristrutturazione di Darkwater, la tenuta avita della famiglia Aincourt, fa troppa gola a Miranda, che non essendo nobile di nascita non vede l’ora di mettersi alla prova nella gestione di una casa e dei suoi possedimenti. Così come a Devin e alla sua spudorata amante Lady Leona fanno gola i capitali che Miranda porterebbe in dote.

Come in qualsiasi regency che si rispetti, Miranda propone un accordo al Conte, un matrimonio di convenienza senza alcun coinvolgimento sentimentale, che sembra proprio fare al caso loro! E allora come mai Devin sembra così recalcitrante?

Il primo capitolo della serie degli Aincourt riserva non poche sorprese nella sua trama, che a un primo esame sembrerebbe così scontata.

La vicenda non si limita al solito meccanismo in cui i protagonisti non si sopportano per poi scoprire d’un tratto di amarsi follemente, ma il loro rapporto matura con il tempo e, inaspettatamente, c’è altro oltre al romanticismo! Di più non posso dire, perché rischio di spiattellare (passatemi il termine colloquiale) tutto l’intreccio, ma Un libertino da sposare è un romanzo che vale la pena leggere, se siete amanti del genere!

Purtroppo sono inciampata in qualche errore di editing e questo ha reso alcuni passaggi un po’ bizzarri (proviamo a immaginare un pendente di smeraldo che riesca contemporaneamente a sfiorare entrambi i capezzoli della dama che lo indossa. Ci siete riusciti? Beh, io no! a meno che non sia uno smeraldo grande come un mappamondo.), ma nel complesso ho trovato la lettura scorrevole e divertente, che è esattamente quello che mi aspetto da un romanzo di questo genere!

Non vedo l’ora, dopodomani, di parlarvi del capitolo successivo!

Voi cosa ne pensate? Avete letto Un libertino da sposare? Fatecelo sapere nei commenti!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione.

 

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