Il club delle lettrici compulsive

Ah l’amore l’amore – Antonio Manzini

Ah l'amore l'amore Book Cover Ah l'amore l'amore
Rocco Schiavone #9
Antonio Manzini
Giallo
Sellerio editore Palermo
2020
Digitale - Cartaceo
352

Nell’ultima pagina di Rien ne va plus abbiamo lasciato Rocco Schiavone ferito in un lago di sangue. Ora è in ospedale dopo l’intervento di nefroctomia che ha subito, la stessa operazione che ha portato alla morte uno dei ricoverati del reparto, a quanto pare a causa di un errore di trasfusione. Così costretto all’immobilità, di malumore, Rocco comincia ad interessarsi a quel decesso in sala operatoria che ha tutta l’aria di essere l’ennesimo episodio di malasanità. Ma fa presto a capire che non può trattarsi di un errore umano anche perché si è fatto spiegare bene dal primario Filippo Negri le procedure in casi del genere. Per andare a fondo della questione sguinzaglia dal suo letto tutta la squadra, e segue l’andamento delle indagini, a partire dalle informazioni sul morto, Renato Sirchia, un facoltoso imprenditore di salumi della zona, casa sfarzosa, abitudini da ricco, gran lavoratore. Dietro il lusso però si cela una realtà economica disastrosa, la fabbrica è piena di debiti e salta anche fuori una consistente assicurazione sulla vita. Rocco non riesce a stare a guardare e uscito di nascosto dall’ospedale incontra la moglie e il figlio di Sirchia, Lorenzo, fresco di studi aziendali e con idee di conduzione assai diverse da quelle del padre. Le cose però non sono così semplici come appaiono e Schiavone non si fa incantare dalla soluzione più facile. Attorno a lui, le luci del Natale, i neon del reparto (non si sa quali lo deprimano di più), i panettoncini, unico cibo commestibile, gli infermieri comprensivi, il vicino di letto intollerabile e soprattutto i suoi che vanno e vengono incessantemente, lo coprono nelle sue fughe, lo assecondano e non aspettano altro che il vicequestore ritorni in servizio. Soprattutto Antonio Scipioni, che sta sostituendo Rocco ma che è alle prese con situazioni amorose da commedia degli equivoci, le tre donne con cui ha intrecciato relazioni amorose e che era riuscito a non fare mai incontrare, ora rischiano di ritrovarsi tutte e tre ad Aosta. L’unico a potergli dispensare dei consigli è proprio Schiavone.

Ah l’amore l’amore è il nono libro scritto da Antonio Manzini su Rocco Schiavone e pubblicato da Sellerio. La serie è così composta:

Probabilmente sarete sorpresi, ma questa volta non mi sento di promuovere Manzini a pieni voti. È difficile come sempre fare una recensione senza parlare della trama… ovviamente non ci saranno spoiler e mi limiterò a raccontarvi le impressioni che ho avuto leggendo.

Al Rocco di Ah l’amore l’amore manca decisamente qualcosa. L’ho trovato “slegato da se stesso”. Cerco di spiegarvi meglio. Sono andata a controllare e sulla linea temporale della storia, Rien ne va plus finisce il 18 dicembre 2013 e noi ritroviamo Rocco il 26 dicembre.
Otto giorni.
In otto giorni Rocco ha subìto, oltre un intervento chirurgico, un cambiamento a mio parere assurdo.

È inutilmente volgare e aggressivo con le persone che lo circondano, altri pazienti compresi. Penserete: è un uomo malato, una delle disgrazie che non si augurerebbero al peggior nemico (avere un uomo malato in casa, intendo 😉) è normale che sia nervoso, preoccupato e un po’ instabile.

Certo, è tutto estremamente vero. E se Manzini avesse reso in questo modo Rocco, non avrei avuto nulla da dire.
Ma questo Rocco sembra solo più squinternato del solito. È come se, insieme al rene, avesse perso anche l’empatia che lo ha sempre contraddistinto. Un po’ c’è eh, non ha totalmente cambiato personalità. La vediamo emergere con il generale e con Donato, ma per il resto…

Ho trovato anche diverse assurdità mediche alle quali ho fatto caso perché, lo ammetto, mi sono incattivita quando ho letto il termine paramedici in riferimento a tutte le figure professionali che lavorano in ospedale. Questa è una cosa che mi fa impazzire perché è un termine che non significa nulla, in quanto esistono figure con un profilo professionale ben distinto che operano in autonomia e non solo dietro ordine medico. Lo so, lo so, è un pippone assurdo se non siete addetti ai lavori, ma io sono un’infermiera anche se ho smesso di praticare e certe cose mi fanno ancora arrabbiare. Abbiate pazienza 😉

Non sto a dirvi dove sono gli “errori medici” perché sarebbe tutto uno spoiler gigantesco e restano, in ogni caso, cose plausibili anche se molto improbabili, tuttavia mi hanno lasciato un senso di scarsa cura del testo, esattamente come hanno fatto le virgole messe a caso senza un senso logico. Non so, forse sbaglio, ma è come se Manzini avesse avuto fretta di consegnare il libro finito, ecco. O forse sono io che faccio più caso a certe sfumature e in questo momento voi starete pensando che io sia diventata matta. Chi lo sa! 🙂

Ho invece apprezzato i filoni sulle storie personali della squadra di Rocco. Mi piace perché non riduce i co-protagonisti a macchiette o a meri gregari utili solo alla trama ma dà loro uno spessore e li rende più veri, nonostante restino in ogni caso figure di supporto e da soli non siano in grado di reggere il peso di tutta una trama.
La mia preferita è sempre Michela Gambino e vorrei che avesse più spazio perché è un personaggio che ha tanto da dare, secondo me.

Non ricordo dove l’ho sentito o l’ho letto, ma ricordo che Manzini ha dichiarato che Schiavone non avrà il tanto sospirato lieto fine, quindi forse è questo il motivo di tanta amarezza, di tanto rancore.

Tante storie si stanno chiudendo e quindi tutti questi cambiamenti potrebbero essere il segno della parola Fine che, inesorabile, si sta avvicinando.
Di fatto, Rocco mi mancherà tanto e spero che, quando sarà, la storia abbia un finale degno di questo personaggio controverso che è riuscito a far breccia nel mio cuore.

Il caso in sé è molto interessante anche se ho trovato la risoluzione un po’ troppo calata dall’alto, nonostante sia giustificata in qualche modo.

Insomma, Ah l’amore l’amore mi ha convinta poco nonostante non manchino interessanti spunti di riflessione (questo, almeno, non è cambiato!) come questa frase di Marina:

«È sempre così. Quando qualcuno se ne va ci rendiamo conto di quante cose avremmo voluto ancora dirgli. Ma non è così, sai? Fra le persone che si vogliono bene le cose da dirsi non finiscono mai. Però prima o poi vanno interrotte».

C’è sempre un’amarezza latente nei pensieri di Rocco, ma questo è assolutamente coerente con il personaggio ed è anche il motivo per cui mi è sempre piaciuto tanto, ma come vi dicevo in apertura, è la rabbia che stona, in questo momento. Rocco riflette su ciò che ha rischiato, ma questo non lo porta a cercare un’apertura, anzi, fa sì che si chiuda sempre di più. Solo verso fine libro vediamo uno spiraglio. Piccolo, ma c’è. Ecco perché attendo con ansia il prossimo volume. Manzini, non ti libererai mai di me! (Ehm… sì, suona come una minaccia, ma non lo è, giuro!)

Nella casella spoiler c’è, appunto, uno spoiler (ma va?) su un interrogativo che ci portiamo dietro dallo scorso gennaio. Aprire il box solo se avete già letto il libro, altrimenti fate finta che non ci sia e tornate quando avrete finito di leggere. Non potevo non commentare con voi questa cosa!

Avete letto Ah l’amore l’amore? Vi aspetto per commentarlo insieme!

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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