Il club delle lettrici compulsive

Ariston. La scatola magica di Sanremo – Walter Vacchino, Luca Ammirati

Ariston. La scatola magica di Sanremo Book Cover Ariston. La scatola magica di Sanremo
Walter Vacchino - Luca Ammirati
Biografia
Salani
2024
Digitale - Cartaceo
304
Fornito dalla casa editrice

Il teatro Ariston è il luogo più iconico dello spettacolo e della musica italiana. Un luogo quasi sacro, dove per sei decenni si sono esibiti i più grandi artisti, da Domenico Modugno ai Mäneskin, da Dario Fo a Rudolf Nureyev, e dove ogni anno dal 1977 si celebra l’evento più amato, più dibattuto, il rito che ci fa sentire italiani, a cui tutti vogliono partecipare, anche soltanto per criticarlo: il Festival di Sanremo. Ma cosa c’è, all’origine di ogni grande impresa, se non il sogno, la visione di una persona controcorrente? Negli anni Cinquanta, Sanremo è una delle tante città che faticano a risollevarsi dalle macerie della guerra. Aristide Vacchino, che ha il cinema nel sangue, progetta una struttura senza precedenti – un multisala capace di ospitare ogni genere di spettacolo – per restituire gioia e divertimento ai suoi concittadini. Ci mette dieci anni a completarne la costruzione, tra rallentamenti burocratici e ostilità della concorrenza, ma nel 1963 riesce finalmente a inaugurare il suo gioiello. È l’inizio della “scatola magica”, uno spazio di creatività che, stagione dopo stagione, continua a regalare emozioni e un senso di umana meraviglia. Walter Vacchino, che aveva sei anni quando suo padre ha posato il primo mattone dell’Ariston, oggi lo gestisce insieme alla sorella Carla, e ci racconta tutte le tappe di un’epopea familiare divenuta mito nazionale. Una storia vissuta dietro le quinte, a contatto con la parte più vera dello spettacolo e degli artisti.

Oggi parliamo di Ariston. La scatola magica di Sanremo, un libro scritto da Walter Vacchino e Luca Ammirati, pubblicato da Salani che ringrazio di cuore per la copia.

Se vi dico Festival di Sanremo, qual è la prima cosa che vi viene in mente? Sì, ok, il Fantasanremo. Ma la seconda? Bravə, il teatro Ariston.
Ed è proprio della storia dell’Ariston che parla Ariston. La scatola magica di Sanremo.

A raccontarci la storia del teatro è Walter Vacchino che, oggi, lo gestisce insieme alla sorella Clara.

La storia della famiglia Vacchino si intreccia in modo inestricabile con la storia di tutte le famiglie d’Italia, anche con quella di chi non segue la celebre manifestazione canora.

Il Festival è sempre stato un palco importante, anche se sono cambiate le modalità di gara perché ogni direttore artistico ha cercato di personalizzarlo e di dargli sempre nuova linfa vitale. Il Festival, però, è solo una parte della vita del teatro Ariston e Vacchino ci racconta alcuni degli episodi che ne hanno scandito l’esistenza, come per esempio l’incontro di boxe tra Nino Benvenuti e Don Fullmer del 1968 e tutta l’organizzazione che c’è stata dietro un evento di questa portata.

Non sto a riassumervi la storia del teatro, né a entrare nei dettagli sulla sua storia legata a quella del Festival. Queste sono cose che scoprirete leggendo il libro e, se come me siete diversamente giovani, allora alternerete dei «Ma dai!» a «Uh! Quanti ricordi!» quando si parla di Festival.

Vorrei, però, cercare di trasmettervi le sensazioni che ho provato leggendo il libro.

Walter Vacchino è il depositario della storia di uno dei teatri più famosi d’Italia. Non è un teatro antico, visto che è stato edificato negli anni ‘50 ed è stato inaugurato nel ‘63, ma si parla della storia della società in cui viviamo. Anzi, Storia, con la S maiuscola.

Il modo in cui ne parla Vacchino è in parte malinconico perché, oltre a rievocare le immagini di un’Italia che non c’è più ma che tutti, bene o male, ci ricordiamo, parla della sua famiglia, da quando il bisnonno Carlo ha preso in gestione il teatro Principe Amedeo fino alla posa della prima pietra del cinema-teatro Ariston, dalla visione del padre Aristide fino a quando lui e la sorella ne hanno raccolto l’eredità in una triste notte del 1980. È anche però proiettato nel futuro e quindi non posso fare altro se non augurargli il meglio.

Il tutto è condito da aneddoti bellissimi sugli artisti nazionali e internazionali che hanno percorso i corridoi dell’Ariston e che ne hanno calcato il palco, scolpendolo indelebilmente nei ricordi di milioni di persone.

Il libro è davvero ben scritto e ben curato. È una sorta di biografia, ma è anche un libro di Storia. È narrativa per il quadro che riesce a dipingere della società e dei suoi cambiamenti. È una saga familiare, è il racconto di un luogo iconico che ha ancora tantissimo da dare.

Quest’anno c’è stata una mezza polemica per cui Paolo Bonolis ha dichiarato che il Festival si può anche fare altrove, che non è obbligatorio farlo all’Ariston. Beh, non sono d’accordo. È vero, il Festival non nasce all’Ariston, ma è all’Ariston che è cresciuto, che ha spiccato il volo.

Sono abbastanza vecchia da ricordarmi le canzoni in playback (sì, anche dei Queen), da ricordarmi Giorgia settima con E poi nelle nuove proposte, l’anno in cui un signore ha cercato di buttarsi dalla galleria ed è intervenuto Pippo Baudo, l’anno di Mia Martini e Almeno tu nell’universo.

Vado avanti? Perché potrei, eh.

Ho deciso di pubblicare la recensione eccezionalmente di sabato perché stasera andrà in onda la finale del settantaquattresimo Festival, il quinto di Amadeus. Non si sa ancora se Amadeus andrà avanti o se qualcun altro raccoglierà il testimone, ciò che spero è che resti all’Ariston, al netto di tutte le polemiche.

Ah! Alla fine ci sono alcune fotografie. Certe chicche…

Leggerete Ariston. La scatola magica di Sanremo?

Qual è la vostra canzone sanremese preferita di quest’anno? E in generale? Vi aspetto per parlarne!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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