Il club delle lettrici compulsive

Donnafugata – Costanza DiQuattro

Donnafugata Book Cover Donnafugata
Costanza DiQuattro
Narrativa storica
Baldini + Castoldi
2020
Digitale - Cartaceo
208

Donnafugata è un luogo, a due passi da Ragusa, tra carrubi secolari, muri a secco e campagna scoscesa. Donnafugata è un tempo, l’Ottocento, tra dominazione borbonica, moti di fierezza popolare e alba della dignità operaia. Donnafugata è un casato, tra i più antichi di Ibla, che di quella terra e quei giorni incarna gioie, patimenti e futuro. Alla sua testa c’è lui, il barone Corrado Arezzo De Spucches, di cui il libro è quasi un diario privato: da quando, ginocchia sbucciate e balia Annetta appresso, scappava bambino da don Gaudenzio e quella camurria del suo rosario; agli anni in cui, ragazzo, compie gli studi a Palermo e lì fa sua la voglia di rivoluzione; a quelli in cui, marito, padre e poi nonno, vive e invecchia «circondato dalle fimmini», amandole tutte teneramente e sopravvivendogli con il cuore spaccato. Prefazione di Giuseppina Torregrossa.

Oggi parliamo di Donnafugata, un libro di Costanza DiQuattro pubblicato da Baldini + Castoldi.

Avete presente quando a un romanzo non date nessuna possibilità, lo leggete in maniera schifata, aspettandovi un qualcosa di noioso e lo leggete sono perché dovete (sì, sempre loro, le sfide di lettura! E sì, lo so che non si deve leggere per forza ma solo per piacere, bla bla bla, ma so anche che in questo modo ho scoperto dei veri gioiellini!) e invece scoprite di avere tra le mani uno dei più bei romanzi che avete avuto la fortuna di leggere negli ultimi anni?

Ecco con Donnafugata mi è successo proprio questo. 

Avevo letto la trama (oh, non lo faccio mai, mai! E invece stavolta l’ho letta… e mi ha traviato!) e non mi aveva convinto per niente; ho iniziato a leggere rassegnata, e l’ho divorato in due giorni, cosa che non mi era mai più successa dai tempi del pre-Covid.

Ma andiamo con ordine, scusate l’entusiasmo!

Protagonista del romanzo è Corrado Arezzo, Barone di Donnafugata e l’autrice ci fa conoscere la vita di Corrado dall’infanzia fino alla vecchiaia. Il periodo della vicenda è molto lungo, va dal 1833 al 1895, anno in cui ha inizio il racconto. Questo lungo periodo di tempo viene narrato in maniera non lineare, ma andando avanti e indietro nel tempo fino a ricostruire l’intera vicenda, 

Conosciamo, quindi, Corrado bambino, particolarmente affezionato alla sua tata Annina. Grazie al suo animo buono, il baronello conosce e aiuta colui che diventerà suo fidato tuttofare e amico di sempre, Micheluzzo. 

Percorrendo la sua vita, conosceremo la madre e il padre di Corrado, lei algida e bellissima, lui forte e deciso, conosceremo la moglie, dolce e innamorata, la figlia, Vincenzina, le nipoti, Clementina e Maria. 

Ma avremo anche la possibilità di viaggiare in una Sicilia di fine ottocento, in un momento storico particolare, in pieno Risorgimento, quando sta per essere annessa all’Italia.

Corrado è una personaggio realmente esistito, un politico siciliano, che tanto si adoperò per la sua terra, e che tanto fece per l’annessione della Sicilia all’Italia.

«Fortunati quei popoli, le cui istituzioni sono un portato della loro storia, della loro indole, della loro civiltà»
«Fortunati sì», ripeté Don Titta. «Di grazia Corrado, puoi dirmi, nella qualità di senatore, dove inizia e dove finisce l’Italia?»
«Da un’idea, solo da un’idea. E questa non ha confini, non ha mare, non ha montagne»

Ma in questo romanzo, quello che vien fuori non è tanto il politico, ma l’uomo, con le sue debolezze, le sue fragilità, l’uomo che fu marito, padre e nonno. Conosciamo la sua sensibilità e la sua bontà, ma anche la sua forza nel sostenere le sue posizioni, conosciamo il suo modo di essere sempre punto di riferimento per i suoi cari, il dolore che prova nel perdere le persone a lui più vicine, ma la forza nel continuare la sua opera nonostante tutto.

Chissà cosa succede a un uomo che non sa piangere quando d’un tratto tutte le lacrime soffocate di una vita sgorgano prepotenti e senza controllo. Forse ci si sente sommersi o forse finalmente liberi.

Si tratta di un romanzo la cui lettura non è semplicissima, nel senso che non è facilissimo seguire la progressione temporale. Io mi sono fornita di un quadernetto dove ho appuntato tutte le date, per capire in quale punto della vita di Corrado andava collocato un determinato episodio. Ma tralasciando questa piccola difficoltà, che poi alla fin fine mi sono pure divertita ad annotare e a commentare ogni episodio al punto che proverò a farlo di nuovo anche con altri romanzi, la lettura di questo libro mi ha preso come non mi era più successo da un sacco. 

Sia la narrazione che il tipo di scrittura dell’autrice mi hanno coinvolto a tal punto da dimenticare tutto il resto. In quel momento esisteva solo lui, Corrado, e questo nonostante il racconto fosse intervallato da frasi in siciliano, da me difficilissime da comprendere, ma talmente bene integrate nel testo che riuscivo tranquillamente a capirne il senso e a godermi la lettura senza infastidirmi.

Ultima chicca è la prefazione di Giuseppina Torregrossa, un’autrice che apprezzo tantissimo. Leggete anche quella, interessantissima e da non perdere. 

Se ve lo consiglio? Assolutamente sì! Ah, non dimenticate però i fazzoletti! Ci sono dei momenti in cui ho pianto davvero, mi sono commossa tantissimo, e ho dovuto anche interrompere la lettura perché la mia vista era offuscata da tante lacrime (come sono poetica!)

Non mi resta dunque che augurarvi buona lettura sperando che possiate apprezzare Donnafugata tanto quanto me.

Avete letto Donnafugata? Vi aspetto per commentarlo!

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