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Futuro distopico da 1984 a oggi – I nostri cuori perduti – Celeste Ng

Futuro distopico da 1984 a oggi è la tappa che ho scelto per partecipare al blog tour di I nostri cuori perduti, un libro di Celeste Ng pubblicato in Italia da Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le tappe delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.

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Il libro:

I nostri cuori perduti – Celeste Ng

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Bird è un ragazzino di dodici anni che vive a Cambridge, Massachusetts, con suo padre, un ex linguista ora impiegato nella biblioteca universitaria di fronte a casa. Sua madre, Margaret, una poetessa di origini cinesi, li ha abbandonati quando lui aveva solo nove anni in circostanze misteriose, dopo che una sua poesia è diventata il manifesto dei dissidenti contro le leggi in vigore. Leggi autoritarie, volte a preservare “la cultura e le tradizioni americane”, a bandire i libri o le forme d’arte non allineati, e a “ricollocare” i figli dei soggetti sovversivi. In questo clima di paura, Bird sa che non deve fare domande; è cresciuto rinnegando sua madre e le sue poesie, ma quando riceve una lettera al cui interno c’è un foglio cosparso di minuscoli gatti disegnati, capisce che si tratta proprio di un suo messaggio in codice. Inizia così l’affannosa ricerca per ritrovarla. Partendo dalle storie che lei gli raccontava da piccolo, attraverso una rete clandestina di bibliotecari che aiuta le famiglie dei bambini rapiti, Bird approda a New York, dove un estremo atto rivoluzionario può cambiare il futuro per sempre. Come “Il racconto dell’Ancella”, “1984” e “Fahrenheit 451”, “I nostri cuori perduti” è una metafora di come le comunità all’apparenza avanzate ignorino l’ingiustizia più palese. Un perfetto capolavoro distopico, che racconta il coraggio di vivere in tempi bui con il cuore intatto. E un testamento prezioso sul potere intramontabile dell’amore, della letteratura e della speranza.

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Ormai da diversi anni siamo circondati da opere fondate sul futuro distopico della società moderna, che fa enormi passi avanti o indietro a seconda del destino funesto che ha subito. Olocausti nucleari, prese di potere in stile golpe, nuovi tiranni che fanno capolino dopo tremende crisi climatiche o economiche e numerosi altri scenari fanno da introduzione a nuove forme di organizzazione mondiale che solitamente risultano oppressive verso la libertà di opinione personale o dei gruppi, cercando di annullare ogni forma di dissenso con il terrore o la violenza.

Se cerchiamo la parola distopia, la definizione che incontriamo è:

“Una distopìa, o anche anti-utopia, contro-utopia, utopia negativa o cacotopia è una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita un’esperienza di vita indesiderabile o spaventosa. Ponendosi in contrapposizione ad un’utopia, una distopia viene tipicamente prefigurata come l’appartenenza ad un’ipotetica società o ad un ipotetico mondo caratterizzati da alcune espressioni sociali o politiche opprimenti, spesso in concomitanza o in conseguenza di condizioni ambientali o tecnologiche pericolose, che sono state portate al loro limite estremo.”

Soffermiamoci a riflettere sul fatto che, come avviene ne Il racconto dell’Ancella, è possibile per il nostro pianeta andare incontro a un tale livello di inquinamento da portare la specie umana alla quasi totale sterilità o, come in Divergent, trovarsi in un mondo dove si gli unici sopravvissuti o presunti tali abitino in una grande città totalmente isolati dal resto del mondo, credendolo inabitabile o desertificato. Partendo dal presupposto di un grande cambiamento mondiale, viene da chiedersi se davvero, come avviene in alcuni libri, la società andrebbe incontro ad una radicale riqualificazione dei valori in cui credere e delle leggi applicate.

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Futuro distopico: In questo momento storico, leggere Il racconto dell’ancella è doveroso.

“Meglio non significa mai il meglio per tutti […] Ma sempre, per alcuni, significa il peggio.”

[Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella – Trad. Camillo Pennati. Ponte alle Grazie – 2019]

 

Sarebbe così facile cambiare gli “ordini mondiali” e trasformare gli Stati Uniti in una grande società apparentemente dedita ai valori della Chiesa? Davvero gli uomini riuscirebbero a screditare in pochissimo tempo le conquiste di parità dei diritti ottenute in secoli di lotta femminista? Le ancelle diventerebbero dei meri oggetti sessuali da usare a fini procreativi, le donne “troppo vecchie” sarebbero il corrispettivo delle moderne colf e le poche “fortunate” sarebbero le mogli, dedite al coordinare le faccende domestiche e a far da trofeo nelle occasioni ufficiali. Non credo che vorrei vivere in un mondo del genere, reso alla perfezione dalla serie televisiva tratta dal romanzo e, a tratti, così vero da rendere doloroso arrivare alla fine di un episodio senza voler entrare nello schermo e prendere letteralmente a calci il fanatico di turno!

In altri casi, se il colpo inferto alla Terra non fosse nucleare ma geopolitico, potremmo ritrovarci con un nuovo ordine politico come in 1984. Qui il Grande Fratello che ti guarda vede ogni piccolo sgarro alle ferree regole imposte da un costante revisionismo storico e da una propaganda incessante da parte dell’unico partito riconosciuto, quello Socialista (il Socing). Un punto comune a molti romanzi dove si viene catapultati in una nuova Era distopica può essere l’oscurantismo dei media e il bandire ogni forma di letteratura precedente o apertamente contro il nuovo assetto politico. Non credo ci sia da stupirsi, non hanno forse iniziato in questo modo anche numerosi regimi totalitari della storia?

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Futuro distopico: 1984, un libro assolutamente da leggere!

“Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato.”

[Winston – George Orwell, 1984 – Trad. Nicola Gardini. Oscar Vault Mondadori – 2019]

 

Abbiamo poi l’eventualità del passato riscritto, come nel caso di Roth e il suo Complotto contro l’America o di Dick con La svastica sul sole, nei quali il mondo è uscito dalla Seconda Guerra Mondiale con i nazisti come vincitori o di un futuro governato dai social network e dalle interazioni da loro consentite, come nel romanzo del visionario Dave Eggers Il cerchio.

Personalmente non amo molto questi romanzi filo-politici, anche se li trovo interessanti dal punto di vista inventivo, tanto da spingermi totalmente sul versante opposto e divorare romanzi in stile distopico futurista come The 100 di Morgan Kass, Firebird di Claudia Gray o Hunger Games di Suzanne Collins. Spaziamo dal caso della distruzione nucleare a quello di un mondo diviso in ferree caste in base al luogo in cui si vive e al centro abbiamo la capacità di adattarsi dell’uomo che insegue il sogno di tornare sulla Terra o di ritrovare la propria libertà.

La protagonista assoluta in ogni distopia è la appunto la libertà, dal pensiero all’azione, che viene tolta o manipolata da pochi nei confronti di molti come in ogni dittatura o regime totalitario. L’unica certezza è che l’essere umano, quando è messo in gabbia, scatena il meglio di sé passando da docile agnellino a feroce tigre. Ognuno dei protagonisti, in modo più o meno eclatante, cerca di ottenere nuovamente la propria capacità di agire in maniera incondizionata, per poter esprimere se stesso e dare un senso alla propria esistenza.

 

“Mi chiedi cos’è la libertà? Non essere schiavi di nessuno, di nessuna necessità, di nessun accidente e conservare la fortuna a portata di mano.”

(Seneca)

 

L’uomo e la donna non sono esseri incapaci di ribellarsi agli oppressori, ma spesso hanno bisogno di uno scossone per dar il via alla loro personale rivoluzione.

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Bibliografia:

 

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