Il club delle lettrici compulsive

Il club dei delitti irrisolti – Charlaine Harris

Real Murders - Il club dei delitti irrisolti Book Cover Real Murders - Il club dei delitti irrisolti
Aurora Teagarden #1
Charlaine Harris
Giallo
Delos
2011
Digitale - Cartaceo
234
Annarita Guarnieri

Una serie di assassinii, modellati a imitazione di altrettanti omicidi celebri, si verifica nella piccola comunità di Lawrenceton. La ventottenne Aurora (Roe) Teagarden, di professione bibliotecaria, fa parte del club Real Murders, un gruppo di 12 appassionati che si riuniscono per studiare crimini famosi, sconcertanti o irrisolti.
Poco prima che la riunione mensile abbia inizio, Roe scopre il corpo massacrato di un membro del club, e si rende conto che il modo in cui la vittima è stata uccisa imita quello usato proprio nell’omicidio riguardo al quale lei avrebbe dovuto parlare quella sera… improvvisamente la sua vita di investigatore da salotto assume una macabra connotazione reale.

Oggi parliamo di Real Murders – Il club dei delitti irrisolti, un libro di Charlaine Harris pubblicato in Italia da Delos. Questo libro giaceva sul mio iPad da tempo immemore e, avendo avuto per caso dieci minuti liberi tra un evento e l’altro mi sono detta “perché no?”. Ecco, diciamo pure che se l’ho lasciato lì c’era un motivo…

ATTENZIONE: questa è una recensione polemica.

Se da un lato il giallo in sé è carino, la storia è penalizzata in primo luogo da una traduzione e da un editing che definire pessimi è fare un complimento. Il testo è pieno di sciatterie che vanno dai puntini di sospensione in numero variabile fino ad arrivare ai ben più gravi congiuntivi sbagliati. Ho fatto davvero fatica a leggere alcuni periodi perché confusi e con punteggiatura lasciata a casaccio seguendo le regole grammaticali inglesi invece delle nostre. Se queste esistono c’è un motivo e un traduttore lo dovrebbe sapere e dovrebbe adeguare in automatico, ma in ogni caso manca del tutto la revisione della bozza.

Ma veniamo al dunque perché, credetemi, l’editing del romanzo è davvero l’ultimo dei problemi.

Real Murders – Il club dei delitti irrisolti è il primo di una serie dalla quale sono stati tratti dei film deliziosi e che, per fortuna, c’entrano pochissimo con i libri.

La stessa protagonista, Aurora Teagarden, che in tv è portata in scena da Cameron Candace Bure (attrice splendida che adoro!), sulla carta è noiosa, pesante e con tanto di quel maschilismo interiorizzato da far piangere anche la lettrice meno femminista.

Il suo paragonarsi continuamente alle altre donne presenti in scena è francamente ridicolo (e anche un po’ pedante…), ma il fondo lo tocchiamo quando Roe parla di se stessa in relazione a quella che definisce “la sua migliore amica”.

Dopo un momento di incredulità, mi resi conto che aveva ragione, perché la sua partenza mi aveva liberata dal ruolo di migliore amica della donna più popolare di Lawrenceton, un ruolo che m’imponeva di non cercare di valorizzarmi al massimo dal momento che anche il mio massimo non avrebbe potuto competere con Amina. Ero quasi stata costretta al ruolo di squallida intellettuale.

Quindi amicizia è competizione, secondo la Harris? Non è supportarsi a vicenda, tirare fuori il meglio l’una dall’altra? E poi… davvero ha scritto SQUALLIDA INTELLETTUALE? Davvero davvero? E sì, lo lascio in maiuscolo perché è assurdo sotto ogni punto di vista.

Ma il meglio deve ancora venire. A Lawrenceton è in corso la campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco e la nostra Roe commenta così gli schieramenti in campo:

Se non altro, quella sarebbe stata un’elezione unificante per Lawrenceton: nessun candidato era di colore, cosa che dava sempre adito a una campagna che generava divisioni e tensioni, e tanto il repubblicano quanto il democratico si stavano divertendo un mondo a dare risposte razionali e sobrie a domande banali, assaporando le reazioni infuocate di Pettigrue, che a volte erano irrazionali.

Il grassetto l’ho inserito io, ovviamente, perché è lì che andiamo a parare.

Capito? Ah, per la cronaca, Pettigrue è il candidato per il partito comunista che viene dipinto come il diavolo sceso in terra, che si circonda di collaboratori inquietanti e con evidenti disturbi della personalità. E anche lui ha la carnagione più scura della media. Viene descritto così:

Poveretto, pensai con tristezza, è piuttosto repellente. Il giorno prima, nel tornare dal supermercato, mi ero soffermata di proposito a osservare i manifesti della sua campagna elettorale. Essi non menzionavano affatto il Partito Comunista (dicevano soltanto “Eleggete Morrison Pettigrue, il Sindaco Scelto dal Popolo”) e mostravano un uomo cupo e olivastro che doveva aver sofferto notevolmente di acne.

Poi conclude in questo modo:

Ascoltai il dibattito mentre facevo colazione, poi passai a una stazione di musica country & western come compagnia mentre lavavo i piatti. Sbrigavo sempre più in fretta le faccende domestiche se potevo cantare mentre le facevo.
Poi decisi di andare in chiesa, cosa che facevo spesso

E questo, bella gente, non lo commento perché è come sparare sulla croce rossa. Chissà perché alcuni devoti credenti si dimenticano sempre della faccenda della trave e della pagliuzza, della storia del non giudicare, ecc…

Da dove cominciare invece a commentare gli altri messaggi sbagliati che mi sono trovata davanti? Dal fatto che ehi, non ci sono alternative valide per queste elezioni perché un candidato vale l’altro, ma l’importante è che non sia nero o comunista o, Dio non voglia, entrambe le cose?

Beh, sappiate che avevo così tanto nervoso addosso che ho chiuso il libro. Basta. La vita è troppo corta per leggere libri orrendi, scritti male, tradotti peggio e che fanno passare messaggi di questo genere. Diciamo che non si stupisce proprio nessuno per lo scarso successo che ha avuto questo romanzo, visto che è stato ritirato dal commercio.

Poi, se vogliamo proprio trovare qualche attenuante, ok, la Harris ha scritto Real Murders – Il club dei delitti irrisolti nel 1990, è nata in Louisiana, si è trasferita in Texas che storicamente è uno stato conservatore, blablabla tutto quel che vi pare, però mi permetto una considerazione: spesso ho letto libri molto più vecchi di questo, ma che non hanno perso freschezza nonostante la mentalità antiquata dell’epoca in cui ha vissuto l’autore o l’autrice che dir si voglia. E questo è indicativo, che piaccia o no.

Mi spiace tanto per la signora Harris, ma la nostra storia finisce qui. Sul serio, mi dispiace perché l’idea di base è geniale, ma davanti a certe cose mollo il colpo perfino io.

Questo è uno dei casi in cui il film è di gran lunga più bello del libro da cui è tratto!

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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