Il signore degli enigmi
Trilogia completa
Fantasy
Oscar Vault
2023
Digitale - Cartaceo
636
Fornito dalla casa editrice
Gianluigi Zuddas
In una terra fantastica in cui magici presagi attendono di tradursi nuovamente in realtà, il viaggio avventuroso del giovane eroe che risolverà il più oscuro degli enigmi.
Oggi partecipiamo al review party di Il signore degli enigmi, un libro di Patricia A. Mckillip pubblicato da Oscar Vault Mondadori. Prima di cominciare, vi lascio il banner dell’evento in modo che possiate recuperare le recensioni delle altre bravissime blogger che vi hanno preso parte e farvi così un’idea più completa del libro.
Il signore degli enigmi è la trilogia che narra le avventure di Morgon, un fantasy anni Settanta dalle tinte soft magic e con molte similitudini con Il signore degli Anelli, dove l’impossibile diventa possibile e i meccanismi tecnici degli incanti vengono lasciati sullo sfondo concentrando sulla trama e sulle leggende il focus della storia.
I libri sono:
- Il Maestro degli Enigmi di Hed (The Riddle-Master of Hed) – 1975
- Erede del mare e del fuoco (Heir of Sea and Fire) – 1976
- Arpista nel vento (Harpist in the Wind) – 1977
Mille nomi di luoghi remoti, incantati e misteriosi, antiche leggende, mutaforma e un’accademia di maestri di indovinelli sono il perfetto connubio che apre le porte al mondo di Morgon (come non notare il “suono” in stile Tolkien) principe contadino di Hed, una piccola e pacifica isola. Nonostante il titolo, Morgon è un ragazzo semplice che assieme ai fratelli lavora sodo nei campi ed è da sempre appassionato di indovinelli. La sua vita cambierà per sempre nel momento al rientro dai suoi studi all’accademia di Caithnard, nell’entroterra.
La gara di indovinelli intrapresa con il fantasma Peven, dalla quale uscirà vittorioso e fidanzato con la principessa dei suoi sogni, darà il via a un viaggio estenuante quanto commuovente, alla ricerca di rivelazioni che spingeranno Morgon ai confini del reame, lanciato all’inseguimento del proprio destino, cercando si svelare misteri antichi legati alle tre stelle sulla sua fronte e nascosti nei sogni di un bambino ormai morto.
Prima gli alberi, poi il vento, poi i sogni e le pietre tombali aiuteranno il nostro eroe a dipanare la nebbia fitta delle leggende che lo circondano, fino allo stupefacente finale della trilogia.
At those moments he belonged to the night; he felt nameless, bodiless, as though he could take root and become a tree, drift apart and become the night.
In quei momenti apparteneva alla notte; si sentiva senza nome, senza corpo, come se potesse mettere radici e diventare un albero, allontanarsi e diventare la notte.
La storia della McKillip prende forma e si plasma mutando ad ogni pagina, ciò che sembra reale e veritiero o immutabile viene stravolto nel giro di poche pagine, seguendo un ordine che solo sul finale si rivelerà agli occhi del lettore come completamente coerente agli snodi della trama.
Ciò che ho apprezzato molto, soprattutto nel secondo libro, è aver dato importanza anche ai personaggi “secondari” e femminili della storia. Per gli anni in cui è stato scritto il romanzo, dove l’eroe era maschio e non esistevano alternative, è un graditissimo punto a favore anche alla luce dell’incipit dove la donna-oggetto viene vinta in sposa a seguito della gara di enigmi. Ovviamente non dovete immaginarvi un personaggio femminile di spicco, ma meno carta da parati rispetto ad altri romanzi del tempo!
Non aveva la percezione del tempo, della stanchezza, del freddo; solo la vaga deriva delle ombre, l’infinito, complesso schema di passaggi che seguiva con una strana sicurezza. Si addentrava sempre di più nella montagna, con la torcia che ardeva costantemente, non toccata dal vento; a volte riusciva a vederne il riflesso in una pozza d’acqua molto al di sotto della sottile sporgenza su cui camminava. I sentieri cominciarono infine a spianarsi; le pietre si chiusero intorno a lui, scendendo dal soffitto e unendosi ai lati. Le pietre erano rotte intorno a lui, come per un antico tumulto interiore. Dovette scavalcare alcune di esse che si erano staccate come grandi denti dal soffitto. Il sentiero si fermò bruscamente davanti a una porta chiusa.
Lo stile della McKillip è fortemente evocativo, a tratti onirico. Le più di seicento pagine da cui è composta la trilogia si leggono fluide, nonostante le descrizioni dettagliate, e permettono al lettore di sentirsi parte dell’azione, che è lenta ma costante e piena di cambi di rotta che rendono il tutto decisamente vivace e fresco.
Letto al giorno d’oggi ovviamente suoneranno diversi campanelli di “già visto” o “già sentito” ma è importante ricordare che Il signore degli enigmi è stato scritto negli anni Settanta e dalla penna di una donna, ovvero un piccolo miracolo della letteratura fantasy del suo tempo. Non posso dire sia totalmente innovativo, forse perché Tolkien ha battuto tutti pubblicando il suo romanzo epico vent’anni prima, ma vale davvero la pena dare una chance a questo romanzo in quanto offre una diversa prospettiva del fantasy.
Senza veri e propri mostri come troll o orchi, i mutaforma della McKillip non sono necessariamente “brutti” bensì esseri in simbiosi con la natura e le battaglie sono spostate su un piano anche intellettuale oltre che fisico. Gli indovinelli sono veri e propri personaggi della storia, parti di leggenda o ricordo tramandati o riscoperti, fanno avanzare la storia raccontando al lettore dettagli del passato aprendo le porte ai passi futuri del nostro eroe.
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