Romanzo rosa
Butterfly
2019
Digitale - Cartaceo
344
Faith ha diciotto anni e una caratteristica particolare: un quoziente intellettivo di 187. Nonostante il suo genio, è pessima nelle relazioni interpersonali, piuttosto rigida, cinica ed estremamente razionale. Vive di certezze e vuole avere il controllo su ogni cosa, emozioni comprese. Killian è il ragazzo più popolare di Yale e il suo giro di amicizie e frequentazioni è talmente ampio da renderlo una celebrità al campus. Affascinante, determinato, trasandato, sicuro di sé e attento osservatore, non è abituato a sentirsi contraddire. Per lui è facile catturare l'attenzione di qualsiasi ragazza, tranne lei, la secchiona che se ne sta sempre sulle sue, indecifrabile e inavvicinabile. Le loro strade, agli antipodi, sono destinate a incrociarsi nell'aula dell’unico corso che seguono insieme. Il loro primo incontro? Un disastro, i due non si sopportano. Così diversi da odiarsi al primo sguardo, non fanno altro che punzecchiarsi a ogni occasione. Ma, per quanto si possano calcolare le distanze ed evitare i sentimenti, l'amore, illogico e inspiegabile, è sempre in grado di sorprendere.
Faith è una studentessa di medicina ed è una di quelle persone che la maggior parte dei suoi compagni definisce “diversa”: non comprende pienamente le regole delle relazioni sociali, non ama fraternizzare, preferisce studiare. La sua mente è pressoché perfetta: eccelle nello studio, ha una dialettica ottima, è prima in ogni corso. Sa che non potrà uniformarsi alle convenzioni sociali che impongono che se non sei “social” sei “diverso” e quindi resta ai margini della vita del college.
Mentre Faith ha un’unica amica, Edith, sua coinquilina, che stranamente è l’unica a capirla e in quale modo ad assecondarla.
«Oppure potresti uscire, andare a studiare in biblioteca. Sai, il mondo pullula di gente in salute che esce, che vive all’aperto, fuori casa. Fuori è fantastico».
«Non dire stupidaggini. Se fuori fosse così fantastico come dici, perché l’uomo ha cercato per migliaia di anni la sua dimora dentro?», non può ignorare secoli di evoluzione. «Oh, Faith, ma è ovvio, per dare lavoro agli architetti d’interni», minimizza la cosa con un gesto veloce della mano.
Vita sentimentale, amici, frequentazioni sono cose sui cui Faith non ha molto da dire, insomma, parafrasando la protagonista.
L’impatto tra i due è decisamente esilarante, così come i loro dialoghi.
Faith Downey, il genio, stuzzica il mio interesse sempre di più, un po’ perché è stata veramente in grado di screditare le mie aspirazioni in un minuto netto, un po’ perché non è affatto come le altre, lei è indecifrabile e leggibile allo stesso tempo, una contraddizione in termini che non credevo potesse esistere.