Il club delle lettrici compulsive

La strada – Ann Petry

La strada Book Cover La strada
Ann Petry
Narrativa
Mondadori
2020
Digitale - Cartaceo
378
Fornito dalla casa editrice
Manuela Faimali

Un grande classico della letteratura americana.

«Un capolavoro ora struggente, ora brutale, ora divertente». - The Wall Street Journal

E mentre tu eri fuori a lavorare per pagare l'affitto di quel posto squallido e puzzolente la strada faceva da balia a tuo figlio. E anche molto di più. Diventava madre e padre, educava tuo figlio per te, ed era un padre malvagio e una madre crudele. E, ovviamente, parlandogli di soldi, la strada tu la aiutavi.

Siamo negli anni della Seconda guerra mondiale e Lutie Johnson è una giovane donna nera che vive a Harlem con Bub, il figlio di otto anni. Quella di Lutie non è certo una vita facile: si è lasciata alle spalle un marito infedele e irresponsabile e deve tirare avanti da sola. Ma è sorretta da un'idea: crede nel sogno americano ed è convinta di poter aspirare a un'esistenza migliore grazie a una vita di duro lavoro. "La strada" è la storia di una lotta: la lotta di Lutie alla ricerca di una casa per il figlio, per farlo crescere lontano dalla paura e dalla violenza, per tenerlo lontano dalla strada, insomma. Le vicende di Lutie e Bub si intrecciano con quelle di diversi personaggi, che vivono nella stessa casa o nella stessa via, tutti alle prese con la stessa disperata lotta per la sopravvivenza. E le loro vite disegnano il ritratto doloroso di una realtà così lontana nel tempo eppure ancora così vicina. A più di settant'anni dalla pubblicazione di questo romanzo, Lutie Johnson resta una figura potentissima - nera e sola è alle prese con un mondo ostile alle donne e pervaso di razzismo -, e la sua vicenda cruda e vibrante ci racconta la storia amara dell'altra faccia del sogno americano, mostrandoci una New York troppo spesso dimenticata. Quando venne pubblicato nel 1946, "La strada" fu il primo romanzo di un'autrice afroamericana a vendere più di un milione di copie, ed è tuttora considerato un grande classico della letteratura americana, nel quale la potenza della testimonianza e la forza della letteratura si sommano regalandoci pagine indimenticabili.

Oggi partecipiamo al review party de La strada, un libro scritto da Ann Petry e pubblicato in Italia da Mondadori, che ringrazio per avermi permesso di leggerlo in anteprima. Ringrazio anche Raffaella di The Reading’s Love per aver organizzato l’evento. Vi lascio come sempre il banner così che possiate recuperare le recensioni scritte dalle altre bravissime blogger che hanno preso parte all’evento.

la strada

La scrittura della Petry è potente ed evocativa. Non si può davvero definirla altrimenti. Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1947 nella collana “Le Naiadi” dalla casa editrice Jandi Sapi e da lì è finito nel dimenticatoio, fino a quest’anno, con questa bellissima riedizione ritradotta da Manuela Faimali.

L’ho letto tutto d’un fiato, con ansia crescente perché è un libro coinvolgente, che tratta temi delicatissimi e lo fa con la potenza di un pugno. Pur essendo un romanzo corale, la protagonista è Lutie Jackson. Lutie è nera e in America, negli anni della Seconda guerra mondiale, i neri non se la passavano bene affatto.

La storia è ambientata a New York, ad Harlem, unico quartiere in cui, in pratica, erano concessi appartamenti in affitto ai neri, o meglio, l’unico luogo in cui potevano permettersi di pagarlo, un affitto. Lutie, suo malgrado, si ritrova con l’acqua alla gola a dover affittare un appartamento sulla 116th, in un edificio quasi fatiscente, sporco, con finestre talmente tanto piccole da essere quasi inutili.

Non mi dilungo sulla trama, ma voglio cercare di raccontarvi le sensazioni che ho avuto leggendo. Ho fatto smodatamente il tifo per Lutie e per Bub, il suo bambino. Ma non solo, perché tutti gli altri personaggi, anche quelli cattivi, hanno qualcosa da raccontare, un motivo per cui sono arrivati lì, in quella strada di Harlem, proprio in quel momento e proprio in quelle condizioni.

I temi trattati sono tantissimi e contribuiscono a delineare una fotografia non bella dell’epoca. Come in The help o in Il diritto di contare, anche qui ci troviamo davanti a donne forti e determinate, che cercano di cavarsela nonostante tutto, nonostante lavorino per una miseria, nonostante siano sfruttate e maltrattate solo per il fatto di esistere e di avere la pelle di un altro colore.

Gli uomini descritti dalla Petry non fanno una bella figura. Sono quasi tutti uomini sconfitti che vivono sulle spalle delle loro donne, quando non le picchiano o non le abbandonano in cerca di ragazze più giovani e più stupide che inevitabilmente, visto il contesto, faranno la stessa fine delle prime mogli. Sono praticamente quasi tutti spinti dalla lussuria e dalla sete di arrivare grazie a quei pochi scampoli di potere  che vengono lasciati loro dai più forti.

Lo stile di scrittura della Petry non dimostra la sua età, anzi, è scorrevole e incolla il lettore alle pagine. È molto diretta, molto dura e non concede sconti a nessuno, motivo per cui ho davvero amato questo libro.

Quanto alla strada, pensò Lutie mentre si alzava vedendo avvicinarsi i cartelli della stazione, non temeva la sua influenza perché l’avrebbe combattuta. […] A lei non sarebbe successo niente di tutto questo, decise Lutie, perché avrebbe lottato e non avrebbe mai smesso di lottare.

La vera grande protagonista è proprio la strada. Non tanto quella strada in particolare, ma tutto ciò che rappresenta. Lutie è sola, deve lavorare per forza per riuscire a mettere qualcosa in tavola, per pagare affitto e bollette, per poter provvedere a Bub in modo da garantirgli un futuro diverso da quello pensato e prestabilito per lui dai potenti uomini bianchi.

Si rimise in cammino pensando: Ecco un’altra cosa. Questi ragazzini dovrebbero avere un modo migliore per guadagnare qualche soldo, anziché lucidare le scarpe. Era tutto sbagliato. Era come condizionarli in anticipo sul ruolo al quale sarebbero stati destinati. Se cominciano fin da piccoli a lucidare le scarpe, daranno per scontato che dovranno spazzare pavimenti e lavare scale per il resto della vita.

Ma la strada pare un luogo senza vie d’uscita, sembra che tutto debba restare così com’è, che si debba scendere a compromessi per sopravvivere. La strada è pronta a fagocitare tutto quello che di buono incontra sul suo cammino e così ci sono infanzie rubate e vite misere, con la rassegnazione negli occhi perché tanto il futuro è già scritto.

Ho cercato di documentarmi un po’ prima di scrivere questa recensione, più che altro per capire bene il contesto sociale in cui ha vissuto la Petry (che è scomparsa nel 1997. Chissà che faccia avrebbe fatto vedendo Obama presidente!) La Petry è nata in una famiglia “fortunata” perché il padre era farmacista e, pur essendo la più piccola di tre figlie, ha avuto la possibilità di studiare ed è diventata farmacista a sua volta. Aveva anche un grandissimo esempio davanti perché sua zia è Anna Louise James (qui le foto della casa, della farmacia e del diploma), la prima donna afroamericana a laurearsi in Farmacia al Brooklyn College of Pharmacy. Nonostante ciò, ha comunque subito discriminazioni di varia natura solo per il fatto di essere nera.
Con la famiglia, ha vissuto in Connecticut, a Old Saybrook, per trasferirsi poi a New York con il marito. Ha preso così parte a un programma di doposcuola ad Harlem ed è lì che ha potuto toccare con mano e vedere con i suoi occhi le condizioni di vita degli afroamericani che poi ha magistralmente descritto in questo libro.

La Petry è entrata nella storia perché è la prima autrice afroamericana ad aver venduto milioni di copie di questo libro. Ha precorso i tempi e mi piace pensare che abbia contribuito a far aprire un po’ gli occhi sulle condizione di vita della popolazione nera. Qui trovate un video bellissimo in lingua inglese per approfondire ulteriormente.

Mi piacerebbe stare qui a parlarvi di Lutie, di Bub, di Mrs Hedges, di Min, di Junto, di Boots Smith e di tutti gli altri, ma no, è il momento di lasciare che siano le parole della Petry a guidarvi per le vie di Harlem e a spingervi a riflettere perché certe cose non siano date per scontate e perché non accadano di nuovo.

Avete letto La strada? Vi aspetto per commentarlo insieme!

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NdA: il libro mi è stato fornito perché potessi recensirlo. Questo non ha influito sulla mia opinione finale.
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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

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